Chapter 4

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Ansia: da quel fatidico messaggio gli era venuta solo ansia e, in quel momento, Hyungwon non sapeva che razza di pesci pigliare.

Kihyunie🐹:
Hyungwon, Hoseok è in ospedale

Hyungwon💫:
Non mi prendere per il culo, Kihyun

Kihyunie🐹:
Vorrei tanto fosse una presa per il culo

Hyungwon era rimasto senza fiato, il suo cuore aveva perso perlomeno 10 battiti e sentiva le gambe tremargli come foglie dinnanzi ad un vento minaccioso.
Si vestì con le prime cose che riuscì a raccattar su e non badò molto agli abbinamenti, cosa molto rara da parte sua, si mise il cappotto ed uscì, dimenticandosi di chiudere a chiave la porta.
Perché Hoseok era in ospedale?! Cos'era successo?! Perché non l'aveva avvertito direttamente Hoseok?! I suoi pensieri si mescolavano fra di loro mentre percorreva la via alberata che portava all'ospedale, provando insistentemente ed inutilmente a chiamare il suo migliore amico o gli altri 4 amici.
Arrivato dinnanzi l'edificio vide Changkyun appoggiato al muro esterno, fissava il terreno con fare smarrito: Hyungwon stava iniziando ad avere un orribile presentimento.
"Changkyun!" Lo chiamò il biondo, facendo sollevare lo sguardo del moro e posandoselo su di sé: quello sguardo pesava come un macigno.
"Sei qui per Hoseok, giusto?" Chiese lui, ancor prima che l'altro gli potesse chiedere qualsiasi altra cosa.
"S-sì..." balbettò il più anziano, torturandosi le dita.
"Terzo piano, ultima porta a sinistra." Disse il più giovane tutto d'un fiato, ritornando a fissare il terreno sotto i suoi piedi, gli veniva da vomitare e gli sembrava che il terreno lo stesse divorando lentamente e dolorosamente.

Hyungwon era davanti a quella porta da, circa, 5 minuti e più volte si era intimato di aprirla, ma non riusciva: non solo perché fosse la stanza di Hoseok, ma perché quel reparto gli riportava alla mente troppi ricordi e troppi dolori, che aveva fatto molta fatica a superare.
Un medico, spostandolo leggermente a lato, spalancò quella dannatissima porta ed entrò nella stanza: il ragazzo potè scorgere Minhyuk che stringeva una mano apparentemente senza vita, non riusciva a vedere né Kihyun, né Jooheon, né Hyunwoo: né tantomeno Hoseok, che era la sua priorità; dopo che il medico se ne fu, finalmente, andato Hyungwon prese un respiro profondo e si fiondò in quella stanza da letto lugubre e inquietante.
Tutti lo fissarono, tutti a parte Hoseok: giaceva immobile sul letto, con gli occhi delicatamente chiusi e immobili e la mascella serrata, il biondo poté chiaramente intuire che il ragazzo non stava dormendo.
"Cos'è successo?!" Gridò nel panico più totale, guardando tutti i presenti.
"Hyungwon, ascoltami... è in coma." Disse Hyunwoo, con voce calma e, solo all'apparenza, apatica.
"In coma?!" Il minore stava per avere una crisi di panico in quell'esatto momento.
"Ha fatto un brutto incidente..." spiegò Kihyun, mettendogli una mano sulla spalla.
Hyungwon non ci poteva credere o, più semplicemente, non ci voleva credere: si incamminò verso il corpo inerme del più anziano e gli accarezzò delicatamente la guancia, sussurrando parole deboli ed indefinite.
"Credo che dovremo lasciarlo solo." Propose Jooheon guardando la scena con amarezza e con un immenso buco all'altezza del cuore.
Tutti i ragazzi si allontanarono dalla stanza, a testa bassa e trattenendo a stento le lacrime amare.
"Sai, nella stanza prima della tua, una volta, stava per morire mia madre; io avevo, su per giù, 8 anni e ancora non capivo cosa volesse dire 'morire' e pensavo stesse solamente dormendo: continuai a venire qui, dopo la scuola, a parlarle e a raccontarle ciò che facevo e mi deludeva non vederla sorridere: mi arrabbiavo così tanto." Ridacchiò, una risata amara e nostalgica "poi, un pomeriggio di metà aprile, vidi il suo letto vuoto e un'infermiera, accorgendosi che stavo cercando mia mamma, mi informò che mia madre era andata in un posto migliore." Un singhiozzo gli scappò dal suo controllo "per favore resta con me, Hoseok." Disse infine, stringendolo in un leggero abbraccio.

Le settimane passarono, ormai era giunta anche la fine del mese di febbraio e fra pochi giorni sarebbe stato il 26esimo compleanno del ragazzo in coma. Hyungwon fino a quel momento aveva continuato a fare compagnia ad Hoseok, sperando in un qualche miglioramento che, nel profondo del suo cuore, sapeva non sarebbe mai arrivato.
"Sai, oggi a lezione ho visto un ragazzo che ti somigliava davvero tanto e, nella mia testa, sapevo che era impossibile fossi tu, ma il mio cuore ha sperato così tanto che le mie gambe si sono mosse da sole e mi hanno fatto abbracciare quel ragazzo..." disse lui, guardando le goccioline di pioggia che si rincorrevano lungo il vetro della finestra "non eri tu e, devo ammettere che... ci sono rimasto parecchio male." Posò lo sguardo sul vaso di fiori che gli aveva portato la settimana scorsa e notò che era mezzo vuoto così, prendendo un sospiro leggero ma che aveva un retrogusto acido, si diresse verso il bagno per cambiare l'acqua a quei fiori dai colori un po' sbiaditi.

"Hoseok..." una debole voce maschile continuava a pronunciare il suo nome e poi una serie di frasi sconnesse e ovattate; era da settimane che vagava in quel luogo coperto di nebbia e puzzo di bruciato, non sapeva definire cosa fosse né dove si trovasse.
"Perché sono qui?!" Si continuava a ripetere come un disco rotto, non riusciva a ricordare da quanto tempo si trovasse lì e non ne capiva il motivo: si ricordava solo di quella macchina rossa che passava... poi buio totale, forse era svenuto? Era passato oltre quella strada? La persona alla guida di quella macchina rossa lo aveva rapito?
"Ricorda Hoseok, ricorda!" Gridò, inginocchiandosi a terra e tirandosi i capelli: come se quel gesto potesse effettivamente fargli ricordare ciò che era successo, ma ad un tratto, spalancando di netto gli occhi, gli venne in mente qualcosa...

oɴʟʏ ʏoᴜ - ʜʏᴜɴɢwoɴʜo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora