~ 의심 ~

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~ Sospetti ~

"La scelta ultima di un uomo quando è portato a trascendere se stesso è creare o distruggere, amare o odiare."
Erich Fromm.

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Il giorno dell'inaugurazione era vicino. Non stavo più nella pelle ma allo stesso tempo ero preoccupato. E se fosse andato male? Quel mini market era tutto quello che avrei avuto. Taehyung spesso si arrabbiava, dicendomi che non lo tenevo abbastanza in considerazione, magari aveva ragione, magari le mie paure erano fondate. Conoscete quella sensazione di abbandono, come se prima o poi, perderete qualcosa di importante? Ecco, un giorno sì e anche l'altro, questa sensazione era sempre presente, come se fosse diventata parte del mio corpo. Amavo Tae, davvero. Era difficile non innamorarsi di lui; era carismatico, attraente, simpatico, dolce, bello. Soprattutto bello, tante volte lo avevano chiamato per sfilare o essere il modello di qualcosa; alcune volte accettava, altre no. Mi chiesi sempre il perché avesse scelto uno come me. Ero ordinario, niente di particolare; un tipo insomma. Non ebbi mai il coraggio di chiederglielo, avevo troppa paura della risposta; perciò per tre anni, quella domanda non fece altro che tormentarmi e, di conseguenza, minava il mio rapporto con lui.

Feci un giro del quartiere, volevo conoscere i miei vicini di "casa". Quasi tutti furono simpatici, felici che finalmente qualcosa di utile si fosse aperto. Fui incuriosito dal negozio di fiori, il nome mi aveva attirato. Quando mi avvicinai, la vetrina fu un richiamo invitante, peccato fosse chiuso; nessuna scritta c'era attaccata alla porta, mi piacque ancora di più. Camminando arrivai al ristorante del mio ragazzo, tutti sapevano chi fossi e nessuno mi disse nulla quando entrai in cucina. - Amore mio, hai già fatto il giro? - disse con quella voce profonda che mi faceva sempre venire i brividi. Sorrisi: - Non ci vuole molto, solo un negozio era chiuso. - dissi e, di nuovo, mi regalò uno dei suoi bellissimi sorrisi. Lo Smeraldo Flower aveva messo una pulce nel mio orecchio. - Magari è fuori a pranzo. - disse Tae continuando a cucinare. - Magari. - sussurrai. Qui c'è da spendere un attimo qualche parolina, ero sempre stato curioso; il mondo mi incuriosiva. Perciò quando qualcosa attirava la mia attenzione, dovevo per forza conoscerne ogni sfaccettatura. Fu per quello che avrei tanto voluto che, quel negozio, fosse aperto.

- Allora per stasera? - sussurrai, non volevo che gli altri sentissero. Le mani di Tae si fermarono a mezz'aria ed io avevo già capito tutto. - Porca miseria Hobie, miane mi è sfuggito di mente. Ho un venticinquesimo stasera. - disse con tono grave. Misi su il mio miglior sorriso, almeno così sperai: - Tranquillo, lo faremo un'altra volta. - detto questo, posai una leggera carezza sul suo braccio e andai via. Quel giorno erano esattamente tre anni che stavamo insieme. Quel giorno avevo programmato un po' di cose che mi apprestai ad annullare. "Mi è sfuggito di mente." Come si può dimenticare una cosa importante? Mettere tutto il resto davanti e lasciare indietro quello che più conta? Sospirai e tirai su con il naso, prima sarei arrivato a casa, prima avrei potuto chiudermi in me stesso. - Non capisco perché devo mettere un abito elegante, è l'inaugurazione di un mini market non di un hotel di lusso. - ero nervoso, giù di corda e arrabbiato. - Andiamo Hobie, sei il proprietario, devi avere una certa presenza. - disse sistemandomi la giacca. Sbuffai roteando gli occhi, sarebbe stata una lunga giornata.

Tutto il vicinato era presente, ognuno con qualcosa in dono, si guardavano intorno osservando quello che avevo messo su. Mi ero stampato in faccia un sorriso di cortesia che, a fine serata, avrei avuto i crampi facciali. Ero si felice, ma allo stesso tempo ero indispettito; perché vi chiederete, ve lo giuro, non lo seppi mai nemmeno io. - Salve, saprebbe indicarmi il proprietario? - mi chiese un ragazzo avvicinandosi a me. Era bello, un poco più basso di me ma il viso era davvero particolare. Mi colpirono molto gli occhi, tristi; quasi spenti. - Sono io. - dissi sorridendogli. Sembrava che avesse avuto bisogno di una persona che lo abbracciasse, avrei tanto voluto farlo. - Prego, questi sono per lei. - disse porgendomi un meraviglioso mazzo di fiori. Salutandomi andò via, non ebbi neanche il tempo di ripagarlo. Guardai i fiori, calle e azalea; il bianco in contrasto con il magenta. Fiori di particolare significato, guardai il bigliettino e sorrisi.

"Con grande stima e sincera amicizia, ti auguro il meglio per questa nuova avventura. Augurandoti speranza e tanta fortuna.
Con affetto il tuo hyong, Seokjin."

Fu grazie a lui se riuscii ad aprire il mio piccolo negozio; lo conobbi quando mi trasferii qui e parlando, mi disse che mi avrebbe aiutato.
- Sono davvero dei bei fiori. - sussurrò Taehyung, lo sentii chiaro, lo disse con una punta di gelosia. Mi voltai a guardarlo e assunsi un espressione di sfida; - Un ammiratore segreto. - dissi a bassa voce e lui si avvicinò ancora più a me. - Ringrazia che siamo in pubblico. - rispose ed io risi come un deficiente. Si allontanò sorridendo ed io poggiai il mazzo sul tavolo, il bigliettino portava il nome dello Smeraldo Flower, sgranai gli occhi ed uscii dal mini market, di nuovo la delusione prese possesso di me; il negozio era chiuso. Scossi la testa e ritornai a quella maledetta festa. - Non mi sono mai rotto le palle così tanto. - borbottai togliendo la giacca seguita dalla camicia. - Hobie hyong, mi dispiace che l'altro giorno ho dimenticato il nostro anniversario. - si scusò dal nulla. Voltai il mio sguardo e corrugando la fronte sospirai: - Fa niente Tae. - risposi duro ma, entrambi, sapevamo quanto male c'ero rimasto. Quando le sue mani mi avvolsero il giro vita, sentii altro di duro. Trattenni il respiro e sentii le sue labbra sul mio orecchio. - Non mentirmi, tu sei quello di poco fa. - sussurrò, mordendo poco quest'ultimo. I miei occhi rotearono all'indietro e, il mio corpo, si appoggiò al suo.
- Fai il geloso adesso? - dissi, assumendo il suo stesso tono di voce. Mi strinse ancora più forte come se, quell'abbraccio, dicesse una sola cosa: sei di mia proprietà. - Permettimi di farti vedere quanto geloso posso essere Hoseok. - rispose ed io glielo concessi.

Diede tutto se stesso, come mai era successo in tre anni dalla nostra storia, il modo in cui sfiorò il mio corpo; i baci che mi diede, sembravano dire tante parole che, fino a quel momento, furono taciute. I suoi occhi, di solito chiusi o comunque non troppo esposti; erano spalancati e non avevano smesso un attimo di fissarmi. Pure la posizione fu diversa, di solito mi faceva voltare di schiena, quella volta, volle stare uno di fronte l'altro. Fu bello e strano allo stesso tempo. Tante cose furono diverse e che mi diedero da pensare. La sua gelosia, il modo in cui facemmo l'amore, il suo continuare a ripetere "ti amo Hobie". Non che mi dispiacesse, affatto, eppure ci fu qualcosa che cominciò a mettere radici dentro di me. Quella pulce si era divisa in due, scavando buche diverse e sempre più in profondità.

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Smeraldo Flawer Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora