~ Jeon Jeongguk ~
'Resisti,
quando in te non c'è niente
tranne la tua volontà
che dice 'Resisti'.'
Rudyard Kipling🍀🍀🍀
Nei giorni in cui tornammo a Seul, io e Yoongi parlammo poco. Avevo troppe cose da sistemare e un negozio da riprendere. Non che il ragazzo che mi aveva sostituito avesse fatto male, anzi. L'avrei ripagato di certo. E neanche Yoongi veniva dopo di tutto. Solamente il tempo e le circostanze ci tenevano lontani; quasi a non voler un 'noi'. Quando finalmente decisi che era giunta l'ora, neanche in quel caso il fato volle che riuscissimo a parlare. Quando entrai in casa non mi accorsi che gli occhi del mio Yoongi fossero rossi, non per male ma i miei guardavano le nostre mani intrecciate. Solo quando mi rispose capii che qualcosa non andava: - Non chiedere scusa, avremmo avuto il tempo quando era giusto fosse così. - rispose e i miei occhi si alzarono di scatto. I suoi bellissimi, erano rossi, aveva pianto; sentii il mio cuore far male.
Sorrise, anche se non coinvolgeva gli occhi: - È successo qualcosa Yoongi? - chiesi preoccupato. Non ebbe il tempo di rispondere e parve quasi sollevato. Il suo volto divenne, per quanto possibile, ancora più bianco; era successo qualcosa e anche molto grave. Continuai a stringergli la mano e quando riattaccò, iniziò a tremare. - Yoongi che c'è che non va? Chi era? - chiesi e, nonostante non lo conoscessi bene, sentii un tonfo al petto quando mi rispose. - Hanno sparato a Jungkook. -Adesso toccava a me tenere in piedi la persona che amavo. Guardai il mobiletto davanti la porta di casa e presi tutte le chiavi che vi erano poggiate. Senza lasciare che le nostre mani si staccassero, lo tirai piano verso di me:
- Andiamo. - fece si con la testa e uscimmo. Quando arrivammo all'ospedale, era pieno di agenti di polizia, uno di loro appena si accorse di noi, si avvicinò abbracciando Yoongi, a malincuore, fui costretto a lasciare la sua mano. - Yoongi. - disse con voce provata.
- Wonpil. - rispose monocorde il mio ragazzo. Sorpresi me stesso, usai la parola amore e ragazzo nello stesso frangente. - Dov'è adesso? - chiese Yoongi quando sciolse l'abbraccio. - In sala operatoria. Giuro che se gli succede qualcosa... - ma non continuò, il ragazzo di fronte a lui poggiò una mano sulla sua e fece no con la testa. E fu in quell'istante che lo percepii, sentii la sua presenza ancor prima di vederlo. Quando i suoi occhi guardarono i miei, divennero ancora più lucidi e il mio corpo, preso da vita propria, gli andò incontro. Aveva la divisa macchiata di sangue. - Santo cielo Taehyung, hanno colpito anche te? - fece no con la testa buttandomi le braccia al collo. - Non posso perderlo hyong. Non posso. - disse piangendo e il mio cuore si strinse ancora di più. Nonostante tutto, odiavo vedere il mio piccolo Tae soffrire in quel modo.- Vedrai che andrà tutto bene cucciolo. - risposi per consolarlo. Non c'era malizia nel nostro abbraccio, stavo stringendo il mio migliore amico in un momento difficile. Non sentii nemmeno imbarazzo nel farlo. Sentimmo del trambusto e alzando gli occhi, notammo che un medico stava arrivando nella nostra direzione. Mi allontanai da Taehyung avvicinandomi a Yoongi, lui mi sorrise ed io gli presi la mano. - Qualche familiare? - chiese il medico, Taehyung; Yoongi e Wonpil si avvicinarono tutti insieme. Il medico sbatté le palpebre e sospirò. - Chi di voi tre è il Signor Min? - ogni scenario fu differente: Wonpil, senza dir nulla, tornò al suo posto; insieme ai suoi colleghi. Taehyung corrugò la fronte e, conoscendolo anche meglio di me stesso, si arrabbiò. Yoongi con una calma che mi lasciò perplesso, rispose e si avvicinò di più. - La prego dottore, ci dica almeno come sta. - chiese colui che mi parve di capire fosse il comandante. - L'operazione è riuscita. È stabile ma ancora non si sveglia. Adesso sta a lui combattere. - e detto questo si allontanò chiamando a se il mio Yoongi. Tae afferrò il polso del ragazzo dai capelli bianchi e strinse forte: - Non hai il diritto, non sei nessuno. - disse minaccioso. Mi avvicinai, quando gli occhi di Yoongi si posarono su quelli di Taehyung, quasi non lo riconobbi. Erano diversi dalla litigata con Jimin. - Toglimi le mani di dosso. - fu come un ringhio. Presi Tae per la vita e lo spinsi indietro. - Andiamo Taehyung. -
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Smeraldo Flawer
Fanfiction"Un addio, per me, è uno squarcio; perché le cose come le lacrime, sono un lusso. Non esiste una separazione che sia bella quindi, per favore, inizia adesso. Lacera il mio cuore lentamente, così. Cammina gentilmente sui frammenti che sono andati dis...