~ 형제애 ~

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~ Fratellanza ~

Thomas Kempis ha scritto:
"L'amore non sente pesi, ignora i suoi problemi, affronta quello che è al di sopra delle sue forze, non invoca scuse per l'impossibilità, perchè pensa che tutto sia legittimo per lui. E che tutto sia possibile."

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Davanti ad una tazza di cioccolata calda, raccontai tutto al ragazzo che mi stava di fronte. - Avrei preferito anche uno stupido messaggio. - dissi per concludere. Namjoon sospirò: - Hyong. - disse ma non lo lasciai finire. - Lo so. Lo so che non ho il diritto di pretendere nulla. È solo che... - che cosa? Per me quel bacio aveva significato qualcosa. Tutto il mese, aveva un senso per me. Sbuffai affranto. - Hyong. - chiamò nuovamente. Lo guardai, aspettando che parlasse. - Per capire cosa volevi della tua vita dove sei andato? - mi chiese, ed io corrugai la fronte. - Thailandia. - risposi confuso. Come un deficiente non capii dove voleva arrivare. - Non pensi che abbia fatto la stessa cosa? Tu stesso gli hai detto che non vuoi essere secondo a nessuno. - disse, ed io cominciai a comprendere.
- Probabilmente è andato via per riuscire a darti tutto senza che tu pensi di essere un ripiego. - con la tazza sospesa vicino le labbra, guardai negli occhi Namjoon. Mi ero talmente fatto prendere dallo sconforto da non aver capito o, almeno provato, a mettermi nei panni di Hoseok. Soffiai tutta l'aria che avevo nei polmoni: - Mi sento un coglione! - dissi e Nam si trattenne dal ridere. Sorrisi a mia volta e scossi la testa. Stavolta fui io a rimanere a casa di Namjoon, esattamente come la sera precedente, lui dormì avvinghiato a me come se non ci fosse un domani ed io, approfittai del suo calore, cercando quel qualcosa che mi mancava da tempo.

La domenica mattina fui a casa, Namjoon era di servizio ed io non avevo in programma nulla. Pulii un po' e, dopo pranzo, mi stesi sul divano a guardare un drama su Viki. Alla fine della terza puntata sentii suonare il campanello, corrugai la fronte; Nam era ancora di servizio. Non vi nascondo che, per un secondo, sperai fosse Hoseok. - Seokjin? - dissi, una volta aperta la porta. Era a pezzi, camicia sbottonata e cravatta mezza slacciata. - Sono distrutto. - disse ed io lo lasciai entrare. - Scusa ma da quando non dormi? - chiesi preoccupato. Non avevo mai visto il mio hyong in quello stato. - Saranno due giorni? Due giorni e mezzo? C'è un importante contratto per l'azienda e non mi lasciano respirare un secondo. - soffiò. Sospirando, lo aiutai a togliersi i vestiti: - Fai una doccia e poi ti metti a letto. - dissi, nel frattempo, avrei lavato i suoi abiti. Preparai la camera, chiusi le persiane e poggiai un pigiama e dell'intimo sul letto. - Dammi tutto! - ordinai, rimanendo con i palmi delle mani aperti. Sbattè le palpebre e dopo un leggero sospiro, mi consegnò telefono, iPad, ed uscii: - Quando ti sveglierai, troverai la cena pronta. Notte hyong. - dissi e sentii un grazie prima di lasciarlo al suo sonno. In silenzio, cominciai a preparare la cena: preparai tre piatti di congee e bap. Il kimchi di mia madre; tre piatti caldi di Malgeunguk e in freezer avevo il gelato. Perché tre porzioni? Ero certo che Namjoon sarebbe arrivato a breve.

Finita la quarta puntata, il campanello suonò di nuovo. Con un sorriso in volto, aprii la porta e lui mi guardò di sottecchi: - Mi aspettavi forse? - disse ammiccando. Ressi il gioco e, assumendo uno sguardo languido: - Certo che si, attendevo impaziente il tuo arrivo. - risposi e lui rise di gusto. - Hyong dovresti essere più credibile. - disse. Entrato in casa chiusi la porta: - Ti abitueresti poi! - risposi glaciale. Scosse la testa, togliendosi la maglietta e lasciando cadere, leggermente, i pantaloni della divisa sui fianchi. - Bastardo, mi dai il dolce e il salato nello stesso momento. - Cominciai ad apparecchiare: - Siamo in tre stasera? - chiese Nam mentre mi aiutava. Feci si con la testa: - Un amico è venuto a rifugiarsi qui. - risposi. Con la coda dell'occhio, lo vidi corrugare la fronte, stava pensando: - Come mai tutti veniamo qui da te a farlo? - chiese ed io mi soffermai a pensarci. Non era la prima volta che Seokjin veniva a chiedere asilo, anche Jeongguk lo faceva e, quando conobbi Nam, iniziò anche lui. Mi piacque pensare che ero una specie di isola neutrale, lontano dalla vita e da quelle cose da cui scappi. Guardai Namjoon negli occhi e sorrisi: - Sarà che sono irresistibile. - risposi, cercando di rimanere più serio possibile. Lui, mi guardò, assottigliando lo sguardo; cercando di trovare una risposta alla mia affermazione. Quello che disse mi spiazzò: - Personalmente lo faccio perché sei il mio migliore amico e poi perché sei morbido da morire. - cosa rispondi quando ti dicono una frase del genere? Mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio sulla guancia, divenne rosso in viso e sorridemmo entrambi.

Smeraldo Flawer Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora