«Oh Tommaso, pensavamo tutti fossi defunto», esordì Lea uscendo dal suo palazzo e mettendo piede in strada.Il ragazzo in questione le dedicò un sorrisetto malizioso. Se ne stava in piedi accanto alla Panda bianca di Giovanni, un gomito posato sulla portiera spalancata, incurante del freddo pungente che stava facendo penetrare nell'abitacolo riscaldato dell'auto.
«Dio, quanto mi sei mancata!», la prese in giro lanciandole una lunga occhiata penetrante che la percorse dalla testa ai piedi.
«Anche io sono rimasto sorpreso, cominciavo a credere che non esistesse alcun Tommaso», si intromise una voce alle loro spalle.
«Ehi, Adam! Dov'eri andato?», chiese Lorenzo, sopraggiunto in quel momento, seguito da Giovanni che reggeva il pesante zaino riempito in fretta e furia da Lea.
«A comprare le sigarette», spiegò il ragazzo mentre faceva un cenno di saluto in direzione di una Lea alquanto sorpresa dalla sua presenza.
«Tu fumi?», gli chiese con un tono non volutamente accusatorio.
«Io fumo», spiegò Tommaso puntandosi un dito contro il petto e prendendo il pacchetto che Adam gli stava porgendo.
«Non essere gentile con Tommy, non ne vale la pena, fidati», Lorenzo lasciò una pacca sulla spalla di Adam prima di superarlo e sedersi al posto di guida.
«Amico, non dargli retta e grazie per queste», si sentì in dovere di difendersi il diretto interessato prima di farsi cadere sul sedile accanto all'autista e sbattere la portiera alle sue spalle.
Giovanni sistemò lo zaino nel bagagliaio e salì a sua volta in auto, spronando gli ultimi rimasti a darsi una mossa.
Lea alzò lo sguardo e incontrò gli occhi scuri di Adam, vi lesse dentro qualcosa che non seppe decifrare, ma che ebbe l'inspiegabile potere di alleviare il freddo che sentiva penetrarle sotto gli spessi strati dei vestiti che indossava.
«Ciao», esalò.
«Ciao Lea», fece un passo indietro e aprì la portiera, cedendole il passo.
Era la più piccola, quindi di conseguenza il posto in mezzo toccava a lei. Era una legge non scritta che vigeva inviolata fin da quel primo viaggio in direzione della baita.
Lui si accorse della sua esitazione e si affrettò a rimediare, «Scusami, per caso preferisci stare dal lato del finestrino?»
Bastava una rapida occhiata alle lunghe gambe di Adam per capire che per poter occupare il posto in mezzo probabilmente l'unico modo sarebbe stato arrotolare i propri arti inferiori attorno al collo a mo' di sciarpa. Fu con questa esilarante immagine fissa in mente che Lea gli sgusciò davanti e si infilò al suo posto.
Erano due ore scarse di strada; Lorenzo era un chiacchierone, Giovanni lo seguiva a ruota e Tommaso tentava di rovinare l'umore a tutti quanti.
Lea guardava fuori dal finestrino. Aveva riflettuto a lungo su quale scegliere, quello dal lato di Giovanni o quello dal lato di Adam? Si era data della stupida e aveva voltato il viso di scatto fissando lo sguardo sullo strato di neve che si faceva sempre più consistente mano a mano che salivano di quota.
Aveva scelto il lato di Adam offrendogli la visuale del suo profilo imperfetto rischiarato dal biancore della neve che si rifletteva dappertutto. Con la coda dell'occhio sbirciò cosa stesse facendo e lo sorprese ad osservarla. Girò la testa dall'altro lato dandogli le spalle.
«Umpf, Lea, vuoi stare un po' tranquilla che sto cercando di fare un pisolino?», la rimproverò Giovanni coprendosi meglio con la giacca da sci che stava usando come copertina e posando nuovamente la fronte contro il finestrino.
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Chissà Dove Sei
ChickLitLea lavora di notte al Circolo degli Idioti, mentre di giorno si destreggia tra formule e teoremi in attesa di giungere alla tanto agognata laurea. Due anni prima è successo qualcosa di cui non parla mai, segreto doloroso che condivide con Lorenzo. ...