Madeleine ed Anne avevano tanto di cui parlare, forse troppo, così si recarono ad un parco non troppo lontano da loro per poter dialogare tranquillamente.
Arrivate al parco decisero di sedersi su una panchina in legno più isolata rispetto alle altre per poter stare più tranquille, davanti alla panchina vegliava un grande albero che purtroppo era un po' spoglio a causa della stagione invernale, su cui Madeleine si soffermò ad osservarlo per qualche secondo con uno sguardo triste.«Anne, mia cara, è davvero troppo tempo che non ti vedo, devi raccontarmi tutto quello che mi sono persa...» disse sorridendole dolcemente.
«Certo, ma lo stesso vale per te.» rispose perché infondo le importava davvero sapere cosa fosse accaduto nella vita della sua amica che non vedeva da tempo.
«Va bene, ma la mia vita non è cambiata molto lo sai, vivo qui dopo quello che è successo...» disse abbassando poi lo sguardo, era ancora doloroso pensare a ciò che era accaduto a sua figlia, Madeline era brava a fingere sorrisi, a farsi forza da sola, ma la verità era che non avrebbe mai superato quel dolore, era troppo grande anche per una donna come lei, ma infondo pensava spesso che nessuna madre a questo mondo avrebbe potuto mai sopportare il dolore di perdere una figlia per sempre. Poco dopo riprese coraggio e continuando a parlare fingendo un sorriso. «Beh per il resto sai non ci sono molte novità...»
«Si capisco... Io adesso ho una bellissima bambina, si chiama Amélie e devo dire che con i suoi sorrisi riesce a riempie tutte le mie giornate.»
«Hai una bambina?» chiese sorpresa Madeleine perché per quanto si ricordava Anne aveva sempre avuto un solo figlio, Harry.
«Si, era la figlia di una mia cara amica, ma purtroppo sia lei che il marito sono morti in un tragico incidente stradale, erano soli avevano solo me e mio marito come persone amiche, eravamo gli unici punti di riferimento, sai era un'altra di quelle famiglie che si erano trasferite dal Regno Unito e non conoscendo bene la lingua per loro era tutto più complicato. Così dopo l'accaduto abbiamo evitato che la bambina venisse portata in un orfanotrofio chiedendone subito l'affido. Adesso come vedo siamo noi ad occuparci di Amélie.»
«Mi dispiace per i genitori della piccola, deve essere stato terribile per lei... Ma sono sicura che con voi starà bene.»
«Certo per lei è molto difficile, ma è incredibilmente forte per la sua età... Sai? Io e mio marito Robin cerchiamo di non farle mancare niente, per quanto sia impossibile per noi, colmare una perdita così grande è molto difficile e non sarà mai uguale all'affetto di sua madre che aveva un tempo.» Anne si schiarì la voce e poi riprese a parlare, «Ama molto la danza, dovresti vederla ballare, ci mette tutta sé stessa, è così leggera, così bella quando balla, sembra così felice, sembra essere in un mondo tutto suo, un mondo dove non lascia trapelare il dolore...» Mentre parlava della sua vita, Anne aveva uno sguardo triste eppure mentre parlava di Amélie gli occhi le si illuminavano e un leggero sorriso le compariva sulle labbra.
«Si vede che questa bambina ti sta particolarmente a cuore Anne, nella sua sfortuna la piccola Amélie è stata fortunata a trovare te e Robin..."
«Certo, dovresti conoscerla, magari venire a casa nostra per un tè, così ti presento la piccola e parliamo un po'...»
«Certo mi farebbe molto piacere. Ah, quasi dimenticavo, una novità c'è anche per me...» Madeleine aveva uno sguardo particolarmente felice, le brillavano gli occhi:«Mio nipote Louis è venuto a trovarmi da Londra, penso che starà qui con me per un po'. Adesso lui riempierà le mie giornate, mi sento così felice, è un ragazzo così dolce e poi sai, è come se lui fosse una parte di lei, di mia figlia, l'ultima parte che mi resta di lei... Me la ricorda così tanto...» A Madeline diventarono gli occhi lucidi e abbassò lo sguardo per non farsi vedere dall'amica che invece accorgendosi di tutto, le accarezzo la sua spalla in segno di conforto. Madeleine riprese poi a parlare. «Sai anche Louis è un'artista proprio come la piccola Amélie, lui è un musicista, suona il pianoforte come se fosse ciò per cui è nato, suona con una tale passione, come se la musica fosse il suo amore più grande, nella mia vita ho visto solo un'altra persona suonare con così tanta passione...»
Anne capì subito che Madeleine parlava di sua faglia la madre di Louis e cercò di cambiare discorso per distrarre l'amica, anche perché senza saperlo Madeleine le aveva appena dato un'informazione tanto utile quanto bella.
«Madeleine! Mi hai appena detto una cosa che mi rende felicissima! Mi è venuta in mente un'idea.»
«Cosa Anne? Non capisco...» Madeleine era realmente sorpresa, non riusciva ancora a capire che cosa intendesse dire la donna seduta accanto a sé.
«Ho bisogno di un pianista per far ballare la mia piccola Amélie, sai a fine anno deve fare uno spettacolo e come sai, per lei voglio solo il meglio. Stavo proprio cercando un pianista professionista, ma da come me ne parli, tuo nipote Louis mi sembra proprio all'altezza della situazione.» Anne era entusiasta mentre riferiva la sua brillante idea a Madeleine.
«Penso che per Louis, sarebbe una cosa stupenda, lui ama suonare e credo che sarà entusiasta di farlo per la piccola Amélie, certo dovrò prima parlargliene ma credo sarà felice di accettare.»
«Perfetto, allora parlane a tuo nipote, ti aspetto domani da me, così possiamo parlarne, porta tuo nipote Louis con te, così posso anche conoscerlo di persona.» Anne porse a Madeleine un fogliettino di carta, »Ecco questo è il mio indirizzo, non è molto lontano da qui, aspetto te e tuo nipote con ansia, non vedo l'ora di conoscerlo.»
«Oh, grazie mille Anne, ci vediamo domani.»
Le due donne si salutarono scambiandosi un sorriso a vicenda per poi voltarsi e incamminarsi per le loro rispettive strade. Madeleine alzò gli occhi al cielo osservando solo nuvole grigie che non promettevano altro che un temporale in arrivo, così Madeleine si incamminò in fretta verso casa. Era contenta per la notizia che avrebbe dovuto riferire a suo nipote, non vedeva l'ora di parlargliene, soprattutto perché sapeva che non avrebbe fatto altro che fargli piacere. Quando rientrò a casa, vide Louis sdraiato sul divano disteso a pancia in giù.
«Sono tornata!» annunciò sua nonna chiudendosi la porta d'ingresso alle spalle.
«Oh,» disse Louis alzandosi dalla sua comoda posizione per rivolgerle un sorriso. «Dove sei stata?»
«A fare due passi... Ti devo raccontare una cosa, tesoro mio!»
disse sua nonna togliendosi il cappotto per appenderlo poi all'attaccapanni disposto accanto alla porta.«Di cosa si tratta?» chiese Louis guardandola curioso.
«Oh, intanto seguimi in cucina che prepariamo il pranzo e nel frattempo ti dirò tutto quello che devi sapere.»
Louis si alzò dal divano alzando gli occhi al cielo, sua nonna era un tipo che amava tenere sulle spine le persone, su questo ne era certo.
«Eccomi, sono qui, forza nonna racconta.» disse Louis impaziente non appena la raggiunse facendole spuntare un sorriso sulle labbra.
«Ho trovato il lavoro che fa apposta per te.»
«Cosa intendi?»
«Oggi dopo molto tempo ho rincontrato una mia amica e mi ha detto che cerca un pianista, così ho subito pensato a te.»
Louis socchiuse la bocca in segno di stupore, quello era sempre stato uno dei suoi sogni, esibirsi per qualcuno, indipendentemente da chi per esso sia. Si sistemò meglio sulla sedia in legno su cui era seduto e stette attentamente ad ascoltare sua nonna mentre gli raccontava della sua giornata intento a saperne sempre di più sul suo nuovo lavoro che avrebbe svolto da lì a pochi giorni.
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I wanted to tell you all my secrets but you became one of them
FanfictionLouis si vede come un'anima nera, dalla quale contiene soltanto tristezza e paura; Harry invece è un'anima bianca, un'anima pura che porta amore e allegria ovunque vada. E' così che possono apparire, come due tasti del pianoforte, uno nero e uno bia...