Capitolo 14

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«Papà, puoi mettere la musica?» chiese Amélie mentre era intenta a guardare il paesaggio dal finestrino dell'auto.

«Va bene.»

Harry sorrise nel sentire una melodia al piano riecheggiare per il piccolo abitacolo in cui vi erano lui, sua sorella e i suoi genitori. Era la sonata numero due, nona opera di Chopin, una nocturne. Se Louis fosse stato accanto a loro in quel momento, Harry avrebbe potuto benissimo immaginare un luccichio nei suoi occhi. Perché Louis era così dannatamene fissato con il pianoforte e con la musica inerte ad esso, ma se Harry ci pensava bene, a lui non importava più di tanto perché era una caratteristica di Louis e lui stava imparando ad amarla come tutte quelle che facevano di lui la splendita persona che era. Però doveva ammetterlo, pochi minuti prima era davvero nervoso per la cena che da li a poco si sarebbe tenuta, ma dal momento in cui le sue orecchie non avevano fatto altro che udire quella graziosa melodia, il suo cuore era diventato improvvisamente più leggero e spensierato. Forse avrebbe dovuto chiedere a Louis di suonargli qualcosa in futuro. E già; il futuro. Harry aveva così tanto dato per scontato che sarebbe stato in compagnia di Louis che lo aveva incluso nel suo ultimo pensiero appena formulato. Poi a distrarlo fu la voce di Amélie.

«Dove stiamo andando?» chiese la piccola notando che avevano appena parcheggiato in una delle vie di Parigi vicino al centro.

«A magiare con Kendall e la sua famiglia, tesoro.»

«Ma io da quella non ci voglio andare.» sbuffò incrociando le braccia al petto nel momento in cui suo padre scese ad aprirle la portiera.

«Amélie, andiamo.»

«Ma perché? Posso stare qua dentro se vuoi, starei meglio.» disse e Harry non ce la fece proprio a trattenersi che scoppiò in una fragorosa risata venendo poi fulminato dallo sguardo di suo padre.

«È meglio che questa sera tu chieda scusa.» disse suo padre a Harry con tono freddo per poi prendere per mano Amélie e insieme a sua mamma e Harry che erano appena scesi dalla macchia si incamminarono per la città. Erano le nove di sera e la città era gremita di persone, infondo si trovavano pur sempre a Parigi ed era ovvio che la città era continuamente sveglia e piena di luci dai mille colori. Il ristorante in cui andarono si chiamava "la rose rouge". Era uno dei più rinomati di tutta Parigi e tra l'altro le persone in cui vi andavano a magiare erano per lo più ricche sfondate. E Harry improvvisamene si sentì come un pesce fuor d'acqua. Lui era nato in quel mondo, ma non si sentiva di appartenere a tale. Avrebbe preferito andare a mangiare una pizza o in un piccolo ristorante di periferia, sul serio, non in uno in cui a momenti venivi persino accompagnato al bagno, suvvia. L'interno aveva lo stesso aspetto dell'esterno; le pareti erano color crema e oltre alla moltitudine di lampade appese al muro che illuminavano il suo interno, c'era un enorme lampadario in cristallo al centro della sala. Era davvero enorme come posto. I tavoli erano rotondi con una tovaglia bianca e un candelabro al centro; le sedie erano ricoperte da un copri sedie bianchi e dietro avevano un elegante fiocco dorato. Ovunque si girasse il bianco dominava. Una musica leggera di archi risuonava per il locale rendendo le varie cene molto più piacevoli e se davvero si guardava attorno l'unica persona della sua età era proprio lui. Voleva fuggire da quella situazione.

«'sera.» disse suo padre a mo di saluto non appena arrivarono al loro rispettivo tavolo rotondo al centro della sala. Harry vide Kendall e i suoi genitori alzarsi per salutarli come si deve e lì notò che indossava un abito color verde acqua, i capelli erano tirati in uno chignon ben orinato e in entrambe le orecchie vi era un orecchino a perla.

«Harry» lo salutò la ragazza dandogli un bacio sulla guancia che lo infastidì parecchio.

«Sedetevi vicino voi due.» disse sua madre e dopo che si furono seduti tutti, Harry finì con l'aver alla sinistra Kendall e alla destra suo padre. Difronte aveva la piccola Amélie, grazie al cielo, se proprio lo vogliamo dire.

I wanted to tell you all my secrets but you became one of themDove le storie prendono vita. Scoprilo ora