Gabbia e cielo aperto.

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<<Cazzo Aliciu svegliatiii, è tardi>> disse Ludovica scuotendo l'amica ancora addormentata.

Erano le 4 del mattino e mentre da una parte c'era Alice, che dormiva beatamente avvolta nel caldo piumone rosa, dall'altra c'era Ludovica, che dall'ansia non aveva chiuso occhio e aveva passato la notte a controllare che ci fosse tutto in valigia e ad interrogarsi su come sarebbe andata. Su come sarebbe stata la famiglia che le avrebbe ospitate.

Alla quarta sessione di scossoni finalmente A diede "segni di vita" emettendo versi intraducibili.

<<Lud ma che cazzo, sono le 4. Non dobbiamo uscire di casa prima delle 6. Fammi dormireee>> si coprì il volto col cuscino.

Era stanca. Erano rimaste alzate fino a tardi la sera precedente per parlare del viaggio che le aspettava il giorno seguente. Ma come biasimarle, erano anni che progettavano tutto nei minimi dettagli. In realtà vista la sua ossessione per il controllo e l'organizzazione era stata Ludovica ad organizzare, ma Alice era stata una buona compagna. Soprattutto nei momenti in cui, nel corso degli anni, Ludovica si era lasciata travolgere dal pessimismo e aveva creduto sarebbe stato impossibile.

Invece eccole lì. Valige fatte e cuori trepidanti. Da lì a poche ore sarebbero partite alla volta dello Yorkshire insieme. Un'intero anno insieme dopo tre di amicizia in cui non si erano mai viste più di quattro volte lo stesso anno. Erano elettrizzate e spaventate allo stesso tempo.

Ma sarebbero state insieme, del resto poco importava.

<< Alzati o niente più "ERA GLACIALE">> Ludovica sapeva come persuadere l'amica che, infatti, dopo pochi secondi si alzò. Seppur assonnata e svogliata.

Ludovica, ovviamente, era già vestita e truccata. Doveva pur aver impiegato in qualcosa la notte insonne, no?

Diede 10 minuti di tempo all'amica per riprendersi dalle 3 ore di sonno e poi la trascinò, letteralmente, in cucina. Ad aspettarla c'era una "sorpresa". Erano anni che ne parlavano e non avevano mai avuto l'occasione di mangiarli insieme <<Ludo non ci credo. Oddio. Sono QUEI cornetti?>> disse forse con troppa enfasi. Ma essendo le loro conversazioni basate per il 20% su di essi (e sull'ignoranza di Alice nei confronti dei Supplì) dal 2016 fu più che appropriato.

Passarono quasi un'ora a mangiare quei cornetti dai gusti improbabili ordinati con Justeat all'una di notte dalla bionda.

Risero e lasciarono defluire la tensione. Addirittura Ludovica riuscì a calmarsi un po'.

Una volta finito di mangiare Alice finalmente iniziò a prepararsi e in meno di mezz'ora erano già pronte, sedute sugli sgabelli della cucina.

Impiegavano decisamente tempi diversi per prepararsi.

Ad accompagnarle all'aereoporto sarebbe stato il fratello di Ludovica che, ovviamente, ancora stava facendo colazione in mutande.

Dovette dare un piccolo schiaffo ad Alice per farle alzare lo sguardo e farla ricomporre.

Il fratello era indubbiamente un bel ragazzo. Alto, capelli tra il castano e il rossiccio, occhi verdi, muscoloso e tatuato. Era tutta la vita che le amiche di Ludovica se ne invaghivano, tanto che alcune volte lei stessa non riusciva a capire se le stessero accanto perché le volevano bene o per vedere lui.

<< Cazzo Nicolò hai mezz'ora di tempo. Sbrigati >>.

Ecco, l'ansia era tornata ad impossessarsi di Ludovica.

Ma come darle torto?

Nicolò era sempre stato uno di quei ragazzi disorganizzati che si riducono a fare le cose all'ultimo; esattamente l'opposto di lei. Lei che aveva prenotato quel viaggio due anni prima e che aveva organizzato minuziosamente ogni minimo particolare.

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