Festa di benvenuto

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Erano a tavola da circa dieci minuti.

Pollo e patate schiacciate erano fumanti nel loro piatto.

Il tavolo in legno, troppo grande per sole 4 persone, teneva distanti le due ragazze sedute accanto, dalla coppia che era nella parte opposta del tavolo.

Un silenzio non imbarazzante, piuttosto confortevole, anzi, riecheggiava per la stanza.

Fu Harry ad interromperlo.

Si era cambiato, una tenuta molto più "casalinga" aveva preso il posto della suit rosa che indossava al loro arrivo.

Una bandana blu a tenere indietro i capelli ribelli per non farli finire nel cibo.

<< Raccontateci di voi, come vi siete conosciute?>> chiese con un sorriso genuino, sincero, sulle labbra.

Inutile dire che le due quasi si sciolsero a quella vista.

Louis anche non fu da meno.

Lo guardava con sguardo innamorato, sognante.

Le due aprirono bocca per rispondere ma, non appena si resero conto di quella che sarebbe stata la loro risposta, andarono nel panico.

Le due si erano conosciute anni prima in un gruppo whatsapp sulla coppia di fronte a loro.

Un gruppo con larries provenienti da tutta Italia.

Rispose Alice, rimanendo vaga << in un gruppo whatsapp>>

<< Dai ragazze, non teneteci sulle spine, raccontateci di più>>

<< Haz, amore, così le metterai a disagio. Non vorranno raccontare gli affari loro a due completi estranei, no?>>

Ah, Louis, se solo sapessi che quelle due di voi sanno tutto. Anche le dimensioni del vostro ca-

<< No, tranquilli, davvero, non è quello il fatto. Solo, non c'è molto da dire.

Ci siamo trovate, abbiamo iniziato a parlare, anche se per un periodo, a causa degli impegni di entrambe, ci siamo allontanate. Qualche mese dopo, però, abbiamo ripreso a parlare, in seguito ai miei esami, dato che in Italia alla fine della terza media si danno degli esami, e non abbiamo più smesso.

Ero nel periodo più brutto della mia vita, ero sola, o almeno così mi sentivo, triste e mi era da poco stata diagnosticata la depressione. Mi odiavo, ero al secondo tentato suicidio e l'opinione degli altri mi distruggeva.

Ero insicura, distrutta a causa di persone che non meritavano nemmeno un briciolo della mia attenzione.

Mi ero ridotta in briciole, mi ero adagiata sul fondo del baratro e iniziavo anche ad abituarmi al freddo gelido che faceva lì.

Lei mi ha salvata.

Stavo affogando e, non solo mi ha tirata fuori dall'acqua, mi ha anche aiutata a riprendermi.

Mi ha reinsegnato a respirare.

Devo a lei la persona che sono oggi.

Letteralmente è grazie a lei se sono qui a parlare con voi ora.

Grazie a lei e ad altre tre persone, in realtà, ma lei è l'unica di loro che è stata presente e sa della mia esistenza.

La cosa assurda è che tutto ciò lei lo abbia fatto a chilometri e chilometri di distanza, 444 per l'esattezza.>>

Disse Ludovica, di getto.

Non parlava di quel lato di sé da anni.

Ma di loro si fidò, non sarebbe potuto essere altrimenti.

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