Capitolo tre

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Il giorno dopo ebbi un'altra seduta con un altro psicologo ma prima dovevamo ritirare gli appunti della mia salute dell'ultimo psicologo che aveva confrontato le mie condizioni con gli altri miei vecchi psicologi.
"Grazie" disse mia madre ritirando un foglio per poi entrare in auto "Lauren fin dalla nascita non ha alcun sentimento verso nessuno, non ride, non piange, non sorride ma parla. All'inizio potrebbe sembrare che sia una persona come le altre ma non ha alcun sentimento e nessun interesse se non per la razionalità. la vittima è proprio come una bambola : senza emozioni. Non abbiamo ancora trovato una cura per questa sindrome poichè sembra impossibile persino agli psichiatri e agli psicologi più importanti del mondo trovare una terapia. I dottori dicono che non riescono a trovare un contatto emotivo con Lauren. Dicono che sembra vuota" lesse mia madre tra le lacrime agli occhi mentre io usavo il mio cellulare per delle lezioni online sulla geometria; era la mia materia preferita "Lauren..." si girò verso di me e io la guardai con indifferenza "Non ci posso credere..."
"Sono gli appunti degli psicologi quindi-"
Mia madre non mi lasciò continuare che mi spinse contro di lei per abbracciarmi e piangere sulla mia spalla.
"Troveremo una cura, Lauren" disse con sicurezza mia madre.
"Sono sana, madre" mi accigliai "Siete voi che non capite" dissi, ritornando al mio posto e mia madre sospirò per accompagnarmi verso il mio nuovo psicologo.
Quando arrivammo aspettammo nell'area d'attesa finchè non vidi una mora familiare uscire dalla stanza dello psicologo e una donna alzarsi da una sedia dell'area per avvicinarsi alla ragazza dagli occhi nocciola.
"Signora, davvero, non so che fare" la ragazza dagli occhi nocciola quando si girò e incontrò il mio sguardo ci fissammo per qualche secondo "Credo che non ci sia una cura" in quel momento lo psicologo mi notò e alzò le sopracciglia come se ci fosse venuta un'idea "Ho un'altra paziente in queste condizioni, magari potrebbero fare amicizia visto le loro uguali condizioni" disse l'uomo e mia madre si alzò quando ricevette un cenno dall'uomo e così feci anch'io.
La mora mi squadrò da testa a piedi e io feci lo stesso.
"Ciao, io sono Lauren" dissi alle persone di fronte a me.
La madre della mora e lo psicologo mi guardarono con un sorriso, mentre mia madre mi scompigliò i capelli.
"Ciao, io sono Camila" disse freddamente.
"Bene, credo che la prossima seduta potremmo farla tutte e tre" disse lo psicologo "So di aver terminato adesso con la signorina Cabello ma magari mi aiuterebbe con Lauren nella prossima, le va bene?" domandò alla madre della ragazza mora.
"Oh, per me va più che bene! Voglio solo che mi figlia stia bene"
"Sono sana, madre" alzai le sopracciglia, sorpresa poichè fosse molto simile a me "Siete voi che non capite"
"Sei proprio uguale a mia figlia!" esclamò mia madre con euforia.
"Non siamo geme-" ci bloccammo quando io e Camila stavamo dicendo la stessa cosa. Restammo in silenzio e lo psicologo ci sorrise.
"Allora facciamo la nostra prima seduta?" domandò lo psicologo e mia madre gli porse gli appunti dei vecchi psicologi "Oh, avevo scordato" afferrò il foglio "A dopo" sorrise e dopo ciò ci fece accomodare all'interno della stanza.
"Sedetevi"
Ci sedemmo sul divanetto e aspettammo che lo psicologo dicesse qualcosa.
"Bene, bene, Lauren..." si sistemò gli occhiali "Lauren fin dalla nascita non ha alcun sentimento verso nessuno, non ride, non piange, non sorride ma parla. All'inizio potrebbe sembrare che sia una persona come le altre ma non ha alcun sentimento e nessun interesse se non per la razionalità. la vittima è proprio come una bambola : senza emozioni. Non abbiamo ancora trovato una cura per questa sindrome poichè sembra impossibile persino agli psichiatri e agli psicologi più importanti del mondo trovare una terapia. I dottori dicono che non riescono a trovare un contatto emotivo con Lauren. Dicono che sembra vuota" lesse ad alta voce e Camila mi rivolse uno sguardo.
"È quello che hanno detto a me" disse freddamente Camila "Vedete che non sono l'unica ad essere razionale? Qualcuno di intelligente allora esiste ancora" io alzai un sopracciglio poichè sembrava molto simile a me.
"Non hanno lasciato altre informazioni?" mi domandò lo psicologo.
"No, si sono arresi sempre alla prima seduta e sanno solo questo" alzai le spalle.
"Che emozioni usi?" domandò lo psicologo e io ci pensai sù.
"Con emozione intendi parlare del processo interiore suscitato da un evento-stimolo rilevante per gli interessi dell'individuo?" lo psicologo mi fissò per qualche secondo "Perché non capite mai nulla?" domandai, quasi con rabbia.
"Credo che stia parlando proprio di ciò che hai detto tu" mi informò Camila.
"Allora la rabbia la provi" disse lo psicologo con soddisfazione "Altro?" domandò.
"Non so cosa si prova ad essere felici" dissi e lui pensò.
"Qual'è il tuo cibo preferito?" domandò.
"La banana" risposi e Camila mi guardò.
"È anche il suo" mi informò con un sorriso "Vero?" domandò per esserne sicuro e Camila annuì. Lo psicologo poggiò la sua attenzione su di me "Beh, ecco, perché è il tuo frutto preferito?"
"Perché è dolce" dissi con semplicità.
"Errato" disse "Perché ti fa provare felicità quando lo mangi" io alzai un sopracciglio e ci pensai sù.
"No, non provo nulla se non che il gusto sia buono" dissi e lui sospirò.
"Tu, Camila?" domandò.
"Sì sono Camila" rispose.
"No, intendo dire, tu provi felicità quando mangi la banana?"
"No, mi piace e basta" disse e lo psicologo posò il suo sguardo prima sul mio e poi sul suo come se stesse risolvendo un'enorme espressione complicata.

The doll ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora