Capitolo cinque

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"Beh, ragazze, che dire, questa seduta è andata più che bene e ho capito molte cose" lo psicologo si alzò "La nostra seduta può finire anche qui"
Io e Camila ci alzammo e l'uomo ci accompagnò dalle nostre madri.
"Devo parlare con voi, da solo" disse lo psicologo e le madri lo raggiunsero vicino alla porta mentre io e Camila ci sedemmo nella sala d'attesa.
Per la prima volta mi sentì a disagio.
Stupide emozioni, non voglio più provarle. Ma io non le sto provando, vero?
"È... strano, vero?" domandò e mi destò dai pensieri.
"Chi?" i suoi occhi nocciola erano sui miei.
"Lo psicologo"
"È solo un'altra stupida persona che non capisce la razionalità" dissi.
"Pensi che nel mondo ci siano altre persone simili a noi?" sentivo speranza nella sua voce ma anche freddezza. Stava guardando con indifferenza un punto vuoto di fronte a sè. Noi persone razionali eravamo davvero difficili da capire.
"Non credo" dissi sinceramente "Ci stai sperando?" domandai.
"Non ho davvero motivo di aggrapparmi nella speranza di una persona simile a me" disse e io a quella frase deglutì "Sei... come si dice" schioccò le dita cercando di ricordare "Sei fe... ferita moralmente?" domandò.
"Io non ho sentimenti" dissi "Non provo nulla per nessuno, perché dovrei essere ferita per colpa tua? Tu sei come gli altri" era una mezza verità.
Bugiarda. Sei bugiarda! Ammettilo che ti interessa, stupida!
La sua espressione facciale indifferente si ammorbidì.
Spero che tu stia provando il dolore, Camila, perché forse io l'ho provato.
"Secondo te qual'è l'emozione più difficile da capire?" domandò e io ci pensai sù.
"L'amore" dissi "Credo che sia l'emozione più difficile da capire. Dicono che fa male ma può fare anche benissimo al tuo stato d'animo. Dicono che l'amore è... una cosa profonda, ma non ho mai capito cosa intendano dire con questo. Sono davvero incoerenti. Dicono che l'amore significa odiarsi e ... amarsi al tempo stesso ma è una cosa impossibile" dissi e lei mi ascoltò attentamente.
"È vero" disse "La penso come te. L'amore è l'emozione più incoerente che ci sia. È un contrasenso. È come dire - Vorrei ucciderti ma ti voglio bene -, non ha davvero senso"
"Ecco" confermai "Un'altra cosa che non comprendo è quando qualcuno piange" dissi.
"Sono solo gocce" disse "Perché nessuno si dispera per i rubinetti?" domandò e trovai quella cosa altrettanto strana da immaginare.
"Immagina che qualcuno si disperi per il rubinetto che piange" dissi e lei ci pensò.
Quella fu la prima volta in cui immaginai qualcosa.
Stupida, l'immaginazione è inutile allora perché la stai utilizzando?
"Sarebbe altrettanto strano ma non dovrebbe essere incoerente" disse "Le persone piangono per le persone e allora perché non possono disperarsi o piangere per le cose?" domandò.
"La penso anche io come te" dissi "Vorresti essere irrazionale per un giorno?" domandai.
"Credo che impazzirei" disse e io fui d'accordo.
"Ti sei mai chiesta come facciano le persone ad accontentarsi del vago? Ad accontentarsi a non saper nulla invece di studiare e scoprire quanto sia bella la logica?" dissi "È stupendo quando ad esempio riesci a concludere un problema difficile correttamente" dissi.
"Oppure un puzzle" disse lei "Un puzzle di tantissimi pezzi"
"Mi piace collegare i pezzi di puzzle. Ne ho tantissimi a casa" dissi.
"Anche io"
"Beh, allora che ne dite se lo fate oggi?" domandò una voce, quella di mia madre, mentre appoggiò le sue due mani sulla mia e sulla spalla di Camila.
La madre di Camila, la mia e lo psicologo sembravano felici ma io non capì il perché e sicuramente nemmeno Camila.
"O sbaglio, Sinuhe?" domandò porgendo un sorriso alla madre di Camila e quest'ultima fece l'occhiolino.
"Senza dubbio, Clara" sembravano aver fatto amicizia.
"Le dispiace se porto via questa marmocchia a casa mia?" scompigliò i capelli di Camila e quest'ultima roteò gli occhi infastidita.
"Mi farebbe solo piacere" disse Sinuhe.
"Togliti" dissi a mia madre, spostandole ma mano dai suoi capelli e Camila mi ringraziò.
"Mi dispiace. Il dottore non mi aveva letto che avevate scoperto anche l'emozione della gelosia" disse mia madre e lo psicologo e la madre di Camila risero.
Camila mi guardò come per chiederai cosa fosse la gelosia ma io non seppi rispondere.
"Oh beh, forse Lauren l'ha appena provata, chissà" disse lo psicologo e io lo guardai con un sopracciglio alzato.

The doll ➳ CamrenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora