CAPITOLO 2

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《Allora, sei pronta?》mi chiese Parigi.
Spruzzava entusiasmo da tutti i pori.
Avevamo scoperto di avere tutti i corsi insieme e quello era il nostro primo giorno.

《Non quanto avessi sperato.》risposi.
Non ero pronta a vedere la nuova versione di Alex tutti i giorni per i successivi quattro anni.

Stavamo per sorpassare il confine tra il passato e il futuro entrando nell'università, quando il rombo del motore di almeno cinque Harley Davidson ci fece girare.
Parcheggiarono davanti alla scuola e scesero dalle moto all'unisono.
Il capobanda era una persona che non riconoscevo piú.
Si comportava come se nulla fosse successo, ma sapevo che c'era stato qualcosa che lo aveva fatto cambiare.
E per quanto lo odiassi per come si era comportato, volevo aiutarlo.
Non ci pensai nemmeno un secondo e mi diressi verso di lui.

《Alex, posso parlarti?》gli chiesi.

Non si fermó, non spostó nemmeno lo sguardo per vedere da dove provenisse la voce che si era rivolta a lui e mi sorpassó continuando a camminare.

Rimasi allibita, ma decisi che non potevo mollare, aveva sofferto abbastanza nella sua vita.

Ritornai da Parigi, anche lei a bocca aperta per quello che era appena successo.
La spronai ad entrare rassicurandola che non ci ero rimasta male.

《Vuoi ancora sostenere che quell'Alex é una brava persona?》mi chiese Parigi mentre salivamo le scale per raggiungere la stanza dove si trovava il nostro primo corso.

《Si e voglio provartelo. Oggi voglio farmi dire cosa lo ha fatto diventare cosí.
Lo obbligheró a parlarmi.》dissi sicura.
Ci tenevo ancora lui, nonostante fosse passato un anno.
Quello che avevo provato era difficile da cancellare.

Io e Parigi riuscimmo a trovare due posti liberi vicini e ci sedemmo nell'esatto istante in cui l'insegnante entró nella stanza per iniziare la lezione.
Cercai di seguire quello che veniva spiegato, ma ogni volta che ci provavo i miei pensieri ritornavano su Alex.
Dovevo trovare il modo di farlo parlare.

I primi quattro corsi passarono in fretta e arrivó il momento della pausa pranzo.
L'università aveva un bar al suo interno, dove la maggior parte degli studenti ci passava il tempo libero.
Andai a ordinare mentre Parigi cercava un tavolo libero.
Il bar era molto affollato, infatti fu faticoso farsi strada per arrivare al bancone.
Quando ero quasi riuscita nella mia impresa, pestai accidentalmente il piede di qualcuno.

《Scusa.》dissi prima di poter vedere chi fosse quel qualcuno.

《Kate?》chiese una voce familiare.

Alzai lo sguardo e vidi l'ultima persona che mi aspettavo di trovare lí.

《Lea? Che ci fai qui?》le chiesi sorpresa.

《Mi sembra evidente che ci studi. Tu invece?》disse con il suo solito tono indifferente, ma ormai mi ero abituata al suo comportamento.

《Anche io.》

《Non sapevo venissi a studiare qui. E di certo non mi aspettavo che il tuo ex fidanzatino studiasse qui.》disse indicando un tavolo con un cenno della testa.

Seguii il suo sguardo e notai il gruppo di ragazzi con cui era arrivato Alex quella mattina.
Alex li raggiunse poco dopo con una Coca-Cola in mano.
Forse quella era la giusta occasione per riprovare a parlargli.

《Nemmeno io. Devo andare, é stato un piacere rivederti. Sentiamoci,ok?》dissi incamminandomi nuovamente verso quel ragazzo.

Mi posizionai alla destra della sua sedia e rimasi lí, in piedi, a fissarlo.
Il ragazzo che stava parlando si bloccó e mi indicó con la testa agli altri.
Tutti gli occhi si puntarono su di me, quelli di Alex furono gli ultimi.

《Alex, devo parlarti.》dissi cercando di simulare un tono autoritario.

《Sparisci ragazzina.》disse quello che sembrava il piú anziano del gruppo.

Riportai lo sguardo su Alex, ma lui non mi stava piú guardando.

Prima che potessi rispondere,qualcuno mi strattono per il braccio, allontanandomi da quel tavolo.

《Dio Kate, ma sei pazza?》mi rimproveró Lea.

La guardai confusa.

《Kate, ascoltami bene. Lo capisco che tu pensi di poterlo aggiustare e farlo  ritornare com'era prima, ma non é come credi.
Non ti avvicinare piú a quel gruppo, Kate, non sai con chi hai a che fare.》

Dopo qualche mese che io e Lea avevamo iniziato a conoscerci, avevo scoperto che era iperprottettiva con le persone a cui teneva.
Per cui annuii con la testa per rassicurarla, ma non mi sarei arresa finché Alex non mi avesse parlato.

Alla fine dell'ultimo corso pomeridiano mi diressi velocemente nel parcheggio universitario.
Avrei aspettato Alex di fianco alla sua moto e se non mi avesse voluta ascoltare nuovamente, ci sarei salita sopra obbligandolo a portarmi con lui.
Aspettai quasi mezz'ora e quando iniziavo a perdere le speranze, lo intravidi abbracciato a due ragazze che si dirigeva verso la sua Harley Davidson.

Quando mi vide fece un cenno alle due ragazze di andarsene e si sedette sulla moto.

《Devo parlarti e non accetteró un no come risposta.》

Si mise il casco molto lentamente, senza proferire parola.
Infiló la chiave nella serratura e accese il motore.

《Salta sú.》disse senza guardarmi e porgendomi il casco di scorta.

Non me lo feci ripetere due volte.

Non sapevo dove tenermi, quindi lo cinsi con entrambe le braccia.
Il suo profumo non era cambiato,chiusi gli occhi e ne inspirai piú che potei.
Partí, ma non mi importava dove stesse andando perché avevo ottenuto quello che volevo.

Dopo circa tre quarti d'ora, si fermó sul ciglio della strada e mi disse di scendere e cosí feci.

Mi guardó dritta negli occhi, aveva uno sguardo diverso.

《Devi starmi lontana.》disse in tono freddo.

Senza che potessi replicare, accese di nuovo il motore e partí.

Non ci potevo credere, mi aveva appena lasciata sul ciglio della strada in mezzo al nulla.
Ero stata proprio stupida.
Non si meritava di essere salvato.

Iniziai a camminare nella direzione che mi sembrava piú giusta, ma non potevo esserne sicura.

《Ti serve un passaggio?》domandó una voce alle mie spalle.

Mi girai e incontrai due occhi color nocciola decorati con scaglie dorate alla giuda di una Chevrolet Montecarlo nera.
Non ci potevo credere.

《Jeff?》





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