3. Happy Families.

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I due ragazzi erano tristi a lasciare New York per tornare a casa. In qualche modo si erano affezionati a quel posto, alle persone, al cibo, all'aria americana che non si respira tutti i giorni.

Zayn era molto emotivo e questo genere di cose lo toccavano sempre tanto. Non piangeva spesso, però era facile leggergli il volto e il giorno della partenza era chiaramente distrutto. La verità era che non voleva andarsene non perché gli sarebbe mancata la città in sé bensì perché in quel luogo lui e Liam erano veramente stati loro stessi, e l'idea di tornare a casa a fingere davanti a tutti lo rattristiva.

Stavano aspettando silenziosamente che il loro gate aprisse dando accesso all'aereo, e Zayn se ne stava seduto a guardare fisso fuori dal vetro, lanciando occhiate tristi e arrabbiate a quel posto.

Liam capì immediatamente come si sentisse il ragazzo, e gli fece tenerezza. Si avvicinò a lui, gli prese le mani e con una spinta lo alzò in piedi per poi avvolgerlo in un abbraccio. Zayn era piccolo, era più basso di Liam, perciò considerava gli abbracci di quest'ultimo come una casa che lo teneva al sicuro da tutto. Dunque lo strinse forte, e con la guancia di Liam appoggiata alla testa di Zayn, aspettarono di salire sull'aereo.

Liam non sopportava vedere il suo ragazzo star male. Si sentiva impotente e voleva fare qualsiasi cosa pur di farlo star meglio.

Durante il viaggio lungo di sei ore parlarono tanto. Liam cercò in tutti i modi di infondere coraggio e pazienza a Zayn, promettendogli che starà al suo fianco a combattere per loro. Lo riempì di parole tenere e che danno speranza, riuscendo a portare al ragazzo il buon umore... strappandogli anche uno di quei sorrisi bellissimi in cui Liam amava sciogliersi. Uno di quei sorrisi in cui perdeva lo sguardo e forse anche qualche battito del suo cuore. Le loro mani erano intrecciate e a quel punto Liam strinse quella di Zayn, mentre con l'altra lo avvicinò a sé per poi baciargli la fronte e infine appoggiarcisi.

Zayn si addormentò, come fanno i neonati stanchi e sazi, sulla spalla di Liam, mentre quest'ultimo fissava il vuoto fuori dal finestrino dell'aereo, pensieroso.

Atterrarono a Londra e si lasciarono poco più tardi.

“Ci rivediamo, Liam?” chiese Zayn prima di voltare le spalle al suo ragazzo.

“Come sempre, piccolo mio.” rispose l'altro caldamente, aggiungendo una smorfia delicata e sorridente sulla bocca.

Poi Zayn gli mise le sue braccia attorno al collo.

“... Presto?” chiese di nuovo speranzoso, con quegli occhi grandi da cerbiatto che riempivano ogni spazio.

“Prima di quanto immagini!” disse infine Liam, creando un sorriso che lasciò speranza a Zayn. Poi si baciarono teneramente prima di staccarsi e raggiungere le loro case.

Liam non aveva torto. Esattamente una settimana dopo i genitori di entrambi i ragazzi decisero di organizzare una cena tra amici, per farsi anche raccontare dai ragazzi come fosse andato il loro viaggetto.

I genitori di Liam e Zayn si conoscevano da tanti anni. I loro figli frequentavano le scuole elementari insieme e grazie a delle riunioni, o agli eventi organizzati dall'istituto, ebbero l'opportunità di conoscersi. Non sapevano sarebbero diventati grandi amici, perché piano piano iniziarono a frequentarsi spesso tra loro: qualche cena insieme, qualche uscita, andarono in piscina insieme, trascorsero alcune vacanze estive insieme, fino ad arrivare al punto in cui trascorrevano le vacanze di Natale insieme.

Perciò è grazie ai loro genitori che Liam e Zayn col tempo capirono di amarsi. E di certo non volevano fossero loro a rovinare le cose. No, non lo volevano affatto.

Londra a settembre era fresca, non che tutto l'anno non lo fosse, però durante quel mese il sole inizia ad essere meno forte. Alcuni potrebbero sentirne la mancanza, altri potrebbero invece sentirsi sollevati.

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