Aveva la testa vuota, niente pensieri, niente preoccupazioni, solo il suo unico obiettivo. L'obiettivo che avrebbe potuto cambiare tutto, ogni cosa, riparare gli errori e ricominciare da capo. Non era pessimista, credeva in Zayn, e se non fosse bastato avrebbe creduto in sé stesso. Ricordò i bellissimi momenti spesi con il ragazzo a New York e per un attimo si pentì di tutta la sofferenza che gli aveva fatto provare. Era la cosa più stupida che avesse potuto fare e non voleva che quel dolore si potesse rivedere mai sul viso angelico di Zayn.
Gli mancava così tanto che il solo pensiero di rivederlo gli accelerava i battiti. Sorrideva, Liam, immaginando come sarebbe affondato in quegli occhi così profondi che solo Zayn aveva; in quell'angolo di spiaggia che lui stesso chiamava 'Paradiso'.
Cavalcava spedito sopra la sua macchina mai troppo vecchia per fargli provare i brividi che il vento generava accarezzandola. Le case piccole e colorate di fianco alle quali passava velocemente erano solo l'inizio di un arcobaleno. L'arcobaleno che stava nascendo dopo quella pioggia infernale. L'arcobaleno che avrebbe voluto far trionfare in cielo con la persona che amava. Zayn.
Frenò improvvisamente sotto casa di Zayn. Il cuore andava a mille ma niente l'avrebbe potuto fermare. Ormai c'era quasi, non poteva mollare per nessun motivo.
Si aggiustò i capelli, e si tolse il cappellino.
Trisha aprì la porta.
Liam salutò con un sorriso euforico, iperattivo, mentre la donna stava sulla soglia con occhi increduli ed espressione sorpresa.
“Liam!” mormorò.
“Buongiorno, Trisha!”
“Liam, ma... cosa ci fai qui?” chiese con tono perso. Non aveva la più pallida idea di cosa stesse succedendo, del perché Liam fosse lì.
“Sono qui per Zayn, Trisha!” confessò immediatamente Liam con voce fremente.
“Per Zayn? - le si spalancarono gli occhi e non ci poteva credere – Perché?”
Liam la guardò felice e aprendo le braccia, voltando il viso al cielo urlo: “Perché lo amo! Io lo amo! Io amo tuo figlio!”
Anche Trisha, come Karen restò ammaliata dallo splendore dei sentimenti di Liam. I suoi occhi ardevano amore e la donna si sentì in soggezione nel vedere il barlume di luce che avrebbe potuto far stare suo figlio bene, di nuovo.
“Sssh! Non fare rumore.” disse sottovoce, indicando a Liam con l'indice il piano di sopra e mimando un'espressione addormentata appoggiata su un cuscino. Zayn stava ancora dormendo.
“Oops, scusa.” sogghignò il ragazzo.
“Vieni, entra.” Trisha era così felice di vedere Liam. Non se la prese mai veramente con lui per il dolore che aveva inflitto a suo figlio, anzi, credeva in lui e sapeva che presto o tardi avrebbe riconosciuto il percorso giusto da intraprendere.
Sorrideva, e offrì a Liam una tazza di tè appena scaldato.
“Non sei arrabbiata con me, vero, Trisha?”
La donna fece intravedere una smorfia deliziata all'angolo della bocca in modo che Liam potesse cogliere la riposta da solo, poi però disse: “Trattalo bene, Liam. E' stato veramente male.”
“Lo so. - l'espressione si incupì tutta d'un tratto – Ho capito troppo tardi che solo lui era ciò che avevo sempre voluto. Quando ho realizzato il male che gli avevo fatto mi sono sentito un mostro. Non farei mai del male a Zayn. Lo amo.” si confessò apertamente per liberarsi dalle piccole e terribili paranoie che si portava dentro.
Trisha gli passò una mano sotto il mento e tirò su il suo viso. Con sguardo materno lo guardò compiaciuta e serena. Gli disse: “Se vuoi puoi andarlo a svegliare. Il signorino dorme sempre fino a tardi!” ridacchiò la donna, e anche Liam sorrise timidamente.
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Open your eyes and see the way our horizons meet.
Teen Fiction‟Avevo sempre pensato che i miei occhi fossero destinati a trovare un posto nel mondo, poi ho incontrato i tuoi e ho capito che in realtà erano destinati a perdersi. A perdersi in te.”