4. Narrow Rings.

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Liam sentiva il cuore battergli forte al contatto del suo polso con la mano di Zayn. Il ragazzo lo teneva stretto e lo trascinava su per le scale, verso un posto che non vedeva da tempo. Da tanto tempo. Un posto che aveva sempre visto come la camera del suo migliore amico, dove tutto ciò che importava era una partita all'xbox, ma che ora vedrà di nuovo con altri occhi.

Una volta raggiunto il piano, si potevano sentire le ragazze parlare e ogni tanto ridere nella stanza dall'altra parte del corridoio. La sera era fresca e buia. Il riflesso della luna entrava dalla finestra e illuminava il corridoio, rendendolo un posto misterioso e oscuro. Un posto chiuso dove era difficile vedere, ma dove quella luce bianca e opaca dava ancora la speranza di non diventar ciechi.

Giunti davanti alla camera, la mano di Zayn lasciò la presa del polso di Liam ma scivolò fino alle dita dell'altro, per poi incastrarle alle sue.

“Eccoci, Liam. Questa è la mia camera.” disse Zayn sottovoce, come se quella stanza fosse un segreto e nessuno doveva saperlo; come se quella stanza sarebbe diventata un rifugio.

I due ragazzi entrarono lentamente, Zayn per primo e Liam per secondo... tenendosi ancora per mano.

Liam non poté fare a meno di notare di come fosse completamente diversa dall'ultima volta che l'aveva vista. Se la ricordava più piccola mentre ora era incredibilmente grande. Il pavimento era di parquet e le pareti erano bianche. La prima cosa che si notò fu una piccola tv poggiata su un mobile piccolo, accanto a una scrivania e poltrona girevole. C'erano un armadio non poi così tanto grande e anche altre poltroncine per rilassarsi e un tavolino da tè. Il bello è che qualsiasi cosa era di color bianco.

Poco sopra il computer era appeso un quadro che fungeva da bacheca. Liam si soffermò su quella e l'osservò con occhi persi e affascinati. C'erano molte foto di Zayn da piccolo, foto con i suoi parenti, foto con degli amici, erano scritti degli appunti o frasi di canzoni.

“Qui sei bellissimo, Zayn! Quanti anni avevi?” chiese Liam puntando col dito verso una fotografia in particolare. Era indolcito da quell'espressione timida e paffuta che aveva il bambino.

“Ti piace? Ero un ciccione e avevo 5 anni.” rispose Zayn sorridente.

“Non sembri neanche tu, hai delle guance grossissime che danno l'idea di essere soffici.” ammise Liam, ancora intenerito da quel piccolo Zayn.

“Se non sembro neanche io come hai fatto a riconoscermi?” chiese dunque quest'ultimo.

Liam esitò un attimo e guardò Zayn con sguardo stupito: “A volti mi sorprendi dalle domande che fai.”

“Perché?” chiese nuovamente Zayn spalancando gli occhi, non spiegandosi il perché Liam avesse detto così.

“Ma scusa, non è ovvio? Chi altro su questa terra può avere un disegno degli occhi così spesso e ben definito, e un iride luminosa come la tua?” Zayn accennò un sorriso e le sue guance si colorarono di rosa, e l'altro continuò: “Conosco talmente bene quegli occhi che li riconoscerei anche in mezzo a un enorme folla di persone.” concluse Liam, che vide il ragazzo farsi piccolo piccolo davanti a parole così dolci. L'espressione di Zayn diventò facilmente tenera e Liam non potè resistere: “Vieni qui!” lo prese per la mano e se lo avvolse fra le braccia, stringendolo più forte e baciandogli la fronte.

Liam amava sentirsi così alto, perché sapeva che avrebbe sempre potuto tenere il suo piccolo tesoro al sicuro, impedendo a qualcuno di portarglielo via.

E altrettanto Zayn avrebbe voluto costruirci una casa in quell'abbraccio, una casa dove le fondamenta erano solo le braccia forti e muscolose di Liam. Sapeva con certezza che il suo cuore ormai apparteneva a lui, e glielo avrebbe dato un altro milione di volte.

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