Capitolo 2

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"Adrien!"
La ragazza corse verso di lui.
Adrien alzò gli occhi e la vide. Sorrise.
"Ciao Mari!"
Marinette adorava quando la chiamava così.
Si sedette accanto a lui.
Si guardarono a lungo come per dire: "Ti bacio prima io o vuoi iniziare tu?"
Anche questa volta, come quasi sempre in realtà, si baciarono contemporaneamente.

I baci di Adrien sono dolci... dolci baci a stampo... e le sue labbra... sanno di cannella...

Non andavano mai oltre i baci sulle labbra. Erano ancora troppo timidi ma a loro andava bene così. Si separarono lentamente e si sorrisero.
Lui abbassò di nuovo gli occhi e continuò a leggere.
Lei si appoggiò alla sua spalla e gli sussurrò all'orecchio: "Che cosa leggi?"
Adrien arrossì per quel soffio caldo sull'orecchio vicino al collo.
"È un articolo su una rivista."
Continuò a leggerla mentre un sorriso iniziò ad aprirsi sempre di più sul suo viso.
Allora Marinette incuriosita si sporse per leggere.
Capì su chi fosse l'articolo.
Si irrigidì sulla sedia.
"Ladybug... è su di lei l'articolo..."
"Già! È una ragazza fantastica! È un mito!" rispose entusiasta Adrien.

Non posso crederci! Non è la prima volta che il mio Adrien prova così tanta ammirazione per lei. Ladybug è sola una versione di me stessa. Non è la vera me!

"Tu preferisci Ladybug a me." sussurrò la ragazza alzandosi dalla sedia.
Adrien chiuse di scatto il libro.
"Ma cosa dici... Io..."
"Non continuare a mentirmi! È da quando stiamo insieme che non fai altro che parlarmi di lei! Di quanto sia fantastica, forte e coraggiosa! È come se volessi mettermi a paragone con lei!" Ormai Marinette gridava e le lacrime scendevano copiose sulle guance.
Uscì dalla biblioteca a passo svelto. Le lacrime le scendevano sul collo. Non le fermò.
"Marinette! Aspetta!" Adrien la stava seguendo velocemente. Fermò Marinette per un braccio.

"Sembra quasi... che tu voglia dimostrarmi quanto lei sia meglio di me." singhiozzò disperata. Si liberò dalla presa del ragazzo e corse via.

Si rese conto minuti dopo che era uscita dalla scuola e che stava praticamente vagando per strada.
"Oggi dovevo pranzare a scuola... non importa... a questo punto pranzerò a casa." pensò ad alta voce sperando che nessuno la sentisse. Non aveva voglia di altre figuracce.
Ad un certo punto però il ricordo della discussione con Adrien la colpì con la violenza di un tuono.
Si sedette su un muretto e pianse sconsolatamente.
All'improvviso un'esplosione la scosse.
"Un'akuma!"
Marinette si asciugò velocemente le lacrime. Non era il momento di pensare alla terribile mattinata appena trascorsa.
"Tikki, trasformami!"

Ladybug saltava sui tetti delle case seguendo le esplosioni.
"Ecco l'akuma."
Un golem di pietra stava distruggendo dei palazzi.
"Ci abbiamo fatto l'abitudine con questi ammassi di pietra, eh?"
L'eroina si voltò: quella voce le aveva fatto vibrare il cuore e tremare le gambe...
"Chat Noir!" 

Miraculous: storie di Ladybug e Queen BeeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora