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Da allora, il ragazzo iniziò - sebbene ancora in piccole dosi, e con una certa riluttanza - ad accettare il suo aiuto: presero a mangiare insieme, a pranzo e a cena, seduti uno di fronte all'altro al tavolo della sua minuscola cucina; il giovane sfruttava la sedia della scrivania nella sua camera, quella che poi, conclusa la pausa, lui doveva ricordarsi di mettere a posto per non destare alcun sospetto.

La sua salute incominciò a migliorare di conseguenza: guadagnò quei pochi chili che gli permisero di tornare a somigliare più ad un essere umano, e meno all'ombra di una bestia, si ridussero le sporgenze dei suoi zigomi e delle sue clavicole, le sue guance si riempirono e poterono godere nuovamente del tenero colorito roseo di cui si accendevano con sempre più facilità, e di cui lui andava matto.

Morderle: gli sarebbe davvero piaciuto farlo.

Col passare dei giorni, diventava anche sempre più difficile abbandonarlo nelle mani di quei mostri travestiti da uomini; lo guardava andarsene a fare chissà cosa, e intanto pregava affinchè pietà ed umanità potessero risvegliarsi nel cuore di almeno uno, fra tutti quelli che si accalcavano dentro alla stanza: ma era consapevole di chiedere troppo.

Non si poteva accendere un qualcosa di inesistente.

Così se ne stava là fuori, ad aspettare con ansia che l'ora della pausa arrivasse, camminando avanti e indietro, fumando, leggendo e rileggendo le frasi piene di entusiasmo che i manifesti appesi al muro riportavano: ne conosceva a memoria ogni singola parola; ce n'era uno in particolare che recitava a grossi caratteri "Der ist schuld am kriege", "Lui è colpevole", puntando un grosso dito accusatore contro la minacciosa figura di un uomo, un ebreo.

Dopo averlo osservato per l'intera durata di una mattina, cominciò ad odiarne la vista.

In ogni caso, Louis si rivelò essere un ottimo ascoltatore: Harold, dal canto suo, aveva iniziato a parlargli, parlargli moltissimo di tutto ciò che gli passava per la testa, di qualsiasi cosa potesse essere raccontata ed espressa a parole; il ragazzo lo ascoltava, e lo faceva davvero.
Non era come la maggior parte delle persone, che solitamente promettono attenzione, ma finiscono con lo smarrirsi nei propri pensieri, o si intromettono nel discorso per parlare di sè: a partire dai suoi occhi, fino all'intero atteggiarsi del suo corpo, dal modo in cui piegava la testa, sollevava le sopracciglia o storgeva la bocca, allo smorzarsi del suo respiro e all'espressione stessa del suo viso, lui lo ascoltava.

Eccelleva anche in quello.

Come si poteva non innamorarsi di lui?

Già, perchè era successo esattamente quello, nonostante tutti gli achtung ed i nein che il suo cervello gli aveva urlato: l'ufficiale, del ragazzo, si era follemente innamorato.

Non ci aveva pensato, non se n'era accorto, non era stato minimamente in grado di prevederlo: si era semplicemente svegliato, nel bel mezzo della notte, e lo aveva sentito, dritto nel centro del petto; non era stato in grado di definire cosa fosse, non si era sentito abbastanza forte per chiamarlo "amore", nè era certo che di quello si trattasse, ma sapeva di averne il cuore pieno, traboccante, e sapeva anche che continuare a negarlo sarebbe stato solo uno spreco inutile di energie.

Verlierer.

Era finito col cadere in un masochistico gioco da cui solo la morte avrebbe potuto strapparlo via.

La morte, o la fuga: il che, era dire praticamente la stessa cosa.

Ma come evitare di respirare, quando si è già pronti, a braccia spalancate e polmoni aperti, quando non si aspetta altro che una boccata d'aria, quella che ci permetterà di stare meglio, nonostante il rischio assurdo di cadere?
Il vuoto, in questo caso, rappresenta solo un buon modo per sfruttare l'ultimo respiro che ci è concesso.

Aria sul viso, e pura vita fra le dita.

Era quello, che sentiva dentro al petto: era quello, che Louis gli faceva sentire.

Era la caduta da un precipizio nelle braccia di un angelo.

Wachst auf , gli avrebbe ringhiato suo padre: svegliati.
Ich habe noch nie geschlafen, avrebbe risposto lui.
Non ho mai dormito.

Come rose nella neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora