Capitolo 21

206 56 37
                                    

Quando Sofia uscì dalla doccia si sentiva rinata. Era rimasta sotto il getto dell'acqua tiepida per diversi minuti a riflettere. Indossò l'accappatoio morbido e profumato e si sistemò un asciugamano come un turbante sui capelli bagnati. Era entrata in bagno senza prendere nulla, era troppo nervosa e delusa per pensare in quel momento ad un cambio, quindi ora, era costretta a ritornare in camera coperta solo dall'accappatoio, sapendo che avrebbe trovato Marco di là, e questo le stava procurando un forte disagio. Stava ritornando ad essere la persona che era sempre stata, quella distaccata e che non si lasciava coinvolgere dalle emozioni. Si era lasciata andare, si era fatta trasportare da ciò che era successo e dalla presenza e dalla semplicità di quell'uomo, ma si stava rendendo conto che era decisamente delusa da quello che si erano detti prima in camera. Si sarebbe aspettata che lui le dicesse qualcosa, che rispondesse in modo diverso alla sua domanda, ma probabilmente a Marco non interessava intraprendere nessuna relazione al momento e in parte questo lei lo poteva capire, era reduce da una storia tormentata, aveva un figlio che non voleva assolutamente ferire in alcun modo, ma nonostante questo non poteva nascondere tutta la sua delusione. Si era aperta, si era lasciata andare con lui come non aveva mai fatto nella sua vita ed era rimasta improvvisamente disillusa e amareggiata. Ma poi esattamente cosa si aspettava da un uomo che aveva a mala pena conosciuto e con cui aveva solo scambiato quattro parole? Si avvicinò alla porta con la speranza che lui fosse andato via. Fece un profondo respiro ed entrò nella sua camera da letto. Marco non era più dove lo aveva lasciato, istintivamente lo cercò nella stanza vedendolo attraverso i vetri del balcone fuori sul terrazzo appoggiato alla ringhiera che guardava il giardino. Ne fu sollevata non voleva affrontare nuovamente quella strana sensazione che sentiva dentro quando guardava i suoi occhi. Si avvicinò all'armadio per prendere ciò di cui aveva bisogno e ritornare in bagno, ma non fu abbastanza veloce, lui sentendola rientrò nella stanza. «Io non so se ce la faccio a restare tuo amico» disse fermandosi a un passo da lei. Sofia si voltò sentendo un tonfo al cuore «perché? Credi che io non possa essere una buona amica?» Cercava di mantenersi calma ma dentro era un vulcano in piena ebollizione. Lui sorrise scuotendo la testa «no no, non ho dubbi sul fatto che tu possa essere una buona amica, ma il problema è che credo che quello che provo per te sia qualcosa di molto diverso da un semplice sentimento di amicizia» rispose sinceramente. Era rimasto, per tutto il tempo che lei era in bagno, fuori sul terrazzo a pensare a cosa era successo tra loro e a cosa provava. Era giunto alla conclusione che ormai la sua vita era già abbastanza problematica anche senza di lei, anzi molto probabilmente lo sarebbe stata ancora di più senza Sofia. Non sarebbe riuscito a vivere con l'ennesimo rimpianto di ciò che avrebbe potuto essere con lei. Aveva già perso Elena, e questo gli aveva lasciato un vuoto enorme dentro, la rabbia che aveva provato in quei giorni per ciò che aveva perso lo aveva corroso dall'interno, ma con Sofia stranamente quella sensazione svaniva, quella rabbia quella delusione per ciò che non poteva più essere scompariva e lasciava il posto ad una strana voglia di vivere di nuovo. Di ricominciare. Non sapeva cosa lei provasse ma si rese conto di sapere esattamente cosa provava lui e non voleva uscire da quella casa e dalla sua vita senza averglielo detto. Questa volta non si sarebbe adagiato, avrebbe combattuto se fosse stato necessario. Sofia si sentì come pervasa da un brivido forte, era paralizzata e persa nel suo sguardo. Non si aspettava quelle parole, solo un attimo prima Marco sembrava non essere minimamente interessato a lei. Lui si avvicinò sentendo il profumo di doccia schiuma che proveniva dal suo corpo, che accresceva ulteriormente il suo desiderio. Si fermò di fronte a lei a pochi centimetri dalle sue labbra «sei davvero sicura che vuoi che restiamo solo amici?» sussurrò senza smettere di guardare i suoi occhi, profondi, languidi e che in quel momento avevano una luce intensa carica di sensualità. Sofia deglutì mentre si sentiva assalire dal desiderio forte di assaporare le sue labbra, erano così vicine, così maledettamente invitanti. Improvvisamente si sentì persa. Percepiva nuovamente quella sensazione di forte abbandono, come se non fosse più lei, come se non fosse più la contessa Castelli ad essere lì in quel momento di fronte a quell'uomo, ma fosse una donna, una semplice donna che desiderava con tutta se stessa di perdersi in quegli occhi e su quella bocca. Lui si avvicinò ancora, era a un soffio dalle sue labbra «ho bisogno di sapere tu cosa senti?» sussurrò Marco. Sofia non riusciva quasi più a connettere sentiva solo un forte desiderio che percorreva la sua spina dorsale muovendosi sinuoso come un serpente «sento che mi piaci, mi fai stare bene e ho voglia di te» respirò tra le sue labbra prima di avvinghiarsi a lui e unirsi in un bacio voglioso e passionale. Marco la prese per i fianchi sollevandola mentre lei stringeva le sue gambe intorno al suo bacino. L'accappatoio si sollevò aprendosi. Marco ebbe un sussulto vedendo il corpo nudo di lei. Senza staccarsi dalle sue labbra arrivò fino al letto e si gettarono sopra come posseduti da un irrefrenabile desiderio. L'asta con la bottiglietta della flebo cadde a terra frantumando il vetro in mille pezzetti di cristallo, mentre Marco si liberava dai vestiti, ma loro non lo udirono nemmeno, i loro corpi si unirono aderendo l'uno all'altro in un movimento lascivo come una danza selvaggia e passionale. I due agenti di guardia fuori la porta sentito il rumore del vetro si guardarono per qualche istante prima di bussare per sapere se andava tutto bene. Una Sofia sfatta e affannata si affrettò a rispondere «si tutto a posto si è solo rotta una bottiglietta» ritornando ad unire le sue labbra a quelle di lui mentre lo sentiva muoversi dentro di lei come una lancia di fuoco. Si avvinghiò ancor di più a lui muovendo il bacino per assecondare i suoi colpi. Era come posseduta. La sua mente si liberò lasciandosi trasportare dalla passione e dal piacere, non c'era angolo del viso di lui che non aveva baciato leccato assaggiato, con un voluttà che non aveva mai creduto di possedere. Il piacere cresceva sempre di più ad ogni movimento. «Sofia» mormorò di desiderio Marco tra le labbra semi aperte. «Sofia» ripeté fissandola negli occhi. Dalla finestra la luce le illuminava le ciglia curate. La voleva più di quanto riuscisse a sopportare, con più urgenza di quanto fosse possibile pensare. Era sopra di lei, pesante e caldo, le labbra sul collo di lei, le dita intrecciate alle sue. Gli strinse le mani trascinandole sopra la sua testa. La voleva così completamente sua con le mani alzate adagiate sul cuscino come segno di resa. Lei, imprigionò con le gambe i suoi fianchi mugolando di piacere. Sofia stava tremando, ma non era freddo era piacere intenso che aumentava sempre di più. Al culmine lei inarcò la schiena sollevando il bacino con colpi violenti e lui affondò definitivamente in lei senza più fiato adagiando distrutto la faccia contro il cuscino.

IL RIVERBERO DEL MAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora