Capitolo 22

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Mentre le spiagge iniziavano a riempirsi col classico chiacchiericcio dei vacanzieri, Morelli e Landolfi arrivarono alla villa Castelli. Sia gli uomini di guardia al cancello che quelli in casa, che avevano appena cambiato il turno, immediatamente li lasciarono passare. Il commissario bussò delicatamente alla porta della stanza da letto per paura di disturbare pensando che la contessa stesse ancora dormendo nonostante fossero già le dieci passate. Dopo qualche istante la porta venne aperta da un Marco Costa con la cintura dei pantaloni slacciata e la camicia aperta. Morelli lo guardò percependo il leggero imbarazzo dell'uomo tanto da fargli intuire che qualcosa in quella stanza era successo. «Ho bisogno di parlare con la contessa» disse accennando un leggero sorriso lusinghiero verso l'uomo. Marco cercò di allacciarsi la camicia «in questo momento è in bagno» rispose leggermente trafelato. Morelli e il suo vice entrarono nella stanza. Il letto sfatto e i vetri della bottiglietta ancora a terra davano l'impressione di un campo di battaglia. Sorrise ritornando a guardare Marco «come mai ancora qua?» chiese con un'aria da finta ingenuità mentre il suo istinto gli aveva già fatto capire tutto. Non che ci volesse un genio o un investigatore dotato di chissà quale intuito per capire che quei due erano appena stati insieme. Quel letto e quelle lenzuola odoravano di sesso lontano un miglio. «Sarei andato via a breve» rispose Marco mentre cercava di infilarsi la camicia nei pantaloni. «Spero di non aver interrotto niente» sorrise sornione Morelli come a volerlo prendere bonariamente in giro. Marco cercò di rispondere al sorriso «stia tranquillo commissario, non ha interrotto nulla» ma mentre lo diceva, il pensiero andò a pochi istanti prima, a quello che era successo tra lui e Sofia, a come erano stati, e a quel piacere intenso che aveva provato, quasi fosse una liberazione, era una visione incantevole quella che passava in quel momento davanti ai suoi occhi, e involontariamente si illuminò in un sorriso di soddisfazione che non sfuggì né a Morelli né al suo vice. «Capisco» mormorò il commissario mentre si avvicinava alla poltrona per sedersi. Sofia uscì dal bagno in quell'istante. L'espressione del suo viso non lasciava trapelare nulla, almeno all'apparenza, pensò Morelli, comunque non era andato là per spettegolare come una comare di paese, quindi sorvolò su cosa era successo tra quei due e si dedicò all'indagine. «Buongiorno contessa come si sente?» chiese Morelli. «Molto meglio grazie commissario» sorrise dolcemente «e grazie anche di avermi salvata» i suoi occhi trasmettevano gratitudine. Sofia si avvicinò a Marco. Morelli si sistemò meglio sulla poltrona «gran parte del merito è dell'uomo che si trova ora al suo fianco» sentenziò in modo sincero. Lei sorrise spostando lo sguardo su Marco. Il commissario continuò tornando all'indagine «ho bisogno di farle qualche domanda» Sofia si sedette sul bordo del letto seguita da Marco «mi dica». «Cosa sa di una certa Ilaria Gatti e di sua figlia Greta?» chiese guardandola in attesa di una risposta. Sofia si strinse nelle spalle «nulla commissario» sembrava sincera. Morelli continuò «lei è andata a trovare Bruno Marchi alla casa di riposo qualche giorno fa, di cosa avete parlato?» Sofia si incupì in viso «Bruno è stato il nostro domestico fin da quando ero bambina, mi ha visto crescere e purtroppo una brutta malattia se lo sta portando via» sul suo viso prese vita una smorfia di dolore «sono andata a salutarlo perché lo meritava» Morelli asserì «le ha raccontato qualcosa?» Sofia guardò prima Marco, memore di quello che gli aveva raccontato la sera prima, poi voltandosi verso il commissario e il suo vice si decise a dire tutto «si, mi ha detto alcune cose decisamente interessanti di cui non ero a conoscenza, cose che riguardano me e la mia famiglia» Morelli non fece parola sul fatto che già sapeva della storia, primo perché voleva vedere se la contessa avrebbe mentito o omesso qualche particolare e poi perché raccontato dalla diretta interessata la versione avrebbe potuto colorarsi di fatti ancora sconosciuti a lui e a Landolfi. Quindi si limitò ad ascoltare con attenzione ciò che Sofia stava dicendo. «Sembrerebbe che io sia stata adottata» riferì questa cosa quasi come a liberarsi da un macigno. Il commissario non intervenne attendendo che la donna continuasse, ma non gli sfuggi la mano di lei che scivolando sul materasso, dove era seduta, andava a stringere quella di Marco accanto a lei. Questa scoperta doveva averla ferita molto. Sofia con un sospiro continuò «Bruno mi ha detto che in realtà sono nata da una relazione clandestina che mio padre ha avuto con una domestica» abbassò lo sguardo. Morelli prese il bastoncino di legno di liquirizia e lo mise in bocca «le ha detto il nome della domestica?» Sofia riportò lo sguardo sull'uomo seduto sulla poltrona «no, ma mi ha detto che ho una sorella gemella» a quel punto Sofia si illuminò. Improvvisamente avevano un senso i due nomi che il commissario le aveva fatto prima. Riportò lo sguardo su l'uomo seduto in poltrona «lei lo sapeva già» affermò con decisione. Morelli si imitò a sorridere mentre la donna continuò «i nomi che mi ha fatto sono della domestica e di mia sorella?» Il commissario guardò il suo vice con un segno d'intesa. «Sono stato a trovare anche io il signor Bruno Marchi» disse Landolfi «e mi ha dato alcuni fogli dove aveva scritto tutto» si accarezzò il mento con una sensazione di tristezza ripensando a quel vecchio uomo sdraiato nel letto «si, i nomi che le abbiamo detto sono quelli di sua madre e di sua sorella». Sofia ebbe un gesto di stizza «presunta madre» rispose, poi continuando «allora non capisco la domanda» chiese leggermente infastidita «se già sapevate tutto» Morelli prese il bastoncino di legno tra le dite come fosse una sigaretta «vede signora contessa molto spesso non sono le domande che si fanno che risolvono un'indagine, ma le risposte che si danno» sorrise «ora se non le dispiace ci parli dell'eredità di Ginevra?» Sofia lo guardò stupita «cosa c'entra l'eredità in tutta questa storia» Morelli sbuffò «mi risponda alla domanda per favore» sentenziò deciso. Sofia sospirò, quella conversazione non le stava piacendo per nulla «si tratta di alcuni gioielli che per discendenza dovrebbero appartenere a me, ma francamente la cosa non mi interessa in questo momento» «Il valore?» chiese ancora Morelli. Sofia si spazientì «non lo so commissario, le sto dicendo che non mi interessa in questo momento quell'eredità, ho intenzione di comunicare al mio segretario che non andrò a Ginevra per il momento» era seccata e infastidita, non capiva cosa centrasse Ginevra in questa storia. Morelli si alzò dalla poltrona «e se le dicessi che lei in questo momento è al castello di Chillon a Ginevra» si fermò esattamente di fronte a lei. Sofia fu costretta ad alzare lo sguardo per guardarlo negli occhi, mentre con la mano continuava a stringere quella di Marco. «Non capisco cosa sta dicendo commissario» disse in modo sincero e sorpreso «io sono qua di fronte a lei» affermò. L'uomo accennò una smorfia di dispiacere «le sto dicendo contessa che lei attualmente si trova a tutti gli effetti a Ginevra, perché sua sorella ha preso il suo posto. E le comunico anche che domani pomeriggio è prevista la firma per ritirare quei gioielli» Sofia impallidì. Sentì la mano di Marco stringere la sua con decisione, come a voler farle sapere che lui era lì. Improvvisamente si sentì vuota e distante. Quella sensazione di smarrimento durò per qualche istante, poi la sua mente lentamente, dopo aver metabolizzato quello che il commissario le aveva detto, cominciò a capire chiaramente perché volevano rapirla, e soprattutto l'insistenza del suo avvocato per farla andare a Ginevra. Ora cominciava a mettere i tasselli ognuno al proprio posto. Guardò il commissario con aria triste «cosa devo fare?» chiese sconsolata. Morelli finalmente accennò un sorriso «cosa faremo» facendo così capire a Sofia che non sarebbe stata sola «Andremo a Ginevra e fino a che non arriviamo là lei deve rimanere nascosta» la guardò con decisione «nessuno oltre noi dovrà sapere chi è lei»

IL RIVERBERO DEL MAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora