Ancora non ci credo che lei è qui, di fronte a me.
Sull'uscio della casa del mio migliore amico.
Non può essere tornata, non ora che io e Giulio eravamo finalmente quelli di prima.
Ma cavolo, destino, proprio ora doveva apparire questa qua? Non poteva stare a casa sua? Eh? Troppo complicato, giusto.
Ogni tanto dimentico la mia perenne sfiga. Dio, aiutatemi.
Mi prendo qualche secondo per osservarla meglio: quei capelli mori che tanto adoravo, morbidi e setosi, si sono trasformati in una sorta di cespuglio disordinato sulla sua testa, e hanno un colore indistinto tra il marrone ed il grigio; i suoi occhi nocciola sono contornati da rughe di stanchezza, così come la fronte e la parte superiore delle labbra; il suo corpo sembra aver perso il colorito olivastro che ricordavo come sua caratteristica, lasciando spazio ad una figura triste e spaesata. Non capisco sinceramente cosa le possa essere successo.
Il nome 'Serena' nella mia mente si ricollega ad una giovane donna solare e piena di vita, seppur con una testa calda non da passare indifferente.
La conosco da quando sono nata, essendo mia cugina, ma è diventata come una seconda madre per me, dal momento che trascorrevo tutte le mie giornate in sua compagnia, svolgendo il compito di mia baby-sitter.
Fin quando, un giorno, non vidi quel bacio: quel dannato bacio, che rovinò ogni cosa.
Lei, la mia eroina, il mio esempio da seguire, il mio idolo, stava baciando lui, il padre del mio migliore amico.
È da lì che capii tutto: capii il motivo della distanza evidente che i due coniugi avevano; capii il motivo della tensione che si poteva tagliare con un coltello, se stando con marito e moglie nella stessa stanza; capii il motivo degli sguardi spenti che si rivolgevano; capii il motivo della tristezza di Giulio.
E, giuro, mai mi sentii così affranta nella mia vita come allora.
Non sapevo chi sostenere, o meglio, cosa scegliere tra verità e menzogna.
Sono la prima persona al mondo che odia i falsi, i bugiardi e i traditori: li considero una vera e propria categoria da evitare e da cui allontanarsi drasticamente, perché, si sa, la verità dolorosa è sempre meglio di una bugia per far felici.
Non comprendevo come le persone riuscissero a mentire ai propri cari per tempi prolungati, invece di sputare il rospo prima che fosse troppo tardi, ma, fidatevi, vivere queste situazioni fa aprire gli occhi.
E mi odiavo per quel che facevo: mi odiavo, perché in qualche modo mi sentivo colpevole di quello che stava accadendo. Non che io abbia mai avvicinato i due, sia chiaro, ma perché ero in debito con Serena. Lei, quella ragazza che mi ha aiutato a cambiare quello spaventoso dejavù che era diventata la mia vita, quella ragazza che mi ha aiutato ad uscire da quel baratro che lentamente mi stava consumando.
Soffrii molto nei primi anni del liceo, e non solo per la fuoriuscita di Alex dalla mia vita. Magari fosse stato solo quello...
Ero bullizzata dai miei compagni, ma non glie ne facevo una colpa: oggi come oggi, gli stereotipi di ragazza perfetta e ragazzo palestrato dominano la mente di tutti, e vedere persone che non rientrano in questi preamboli è come vedere in un campo di rose rosse una piccola e timida margherita sbocciare: quest'ultima, infatti, non sarà mai all'altezza di tutte quelle che la circondano, e inevitabilmente il pensiero della maggioranza prenderà il sopravvento, schiacciando la piccola margherita, delicata com'è.
Ecco, è successo esattamente questo con me, ma solo dopo la fine del matrimonio dei miei genitori.
Ma non do nemmeno a loro la colpa del mio sbaglio, sarebbe da ipocrita.
Infondo, a cosa servirebbe addossare agli altri pesi inutili? Per alleggerire il nostro animo tormentato? No, non servirebbe a nulla.Non mi piace incolpare chi mi circonda: io ho fatto uno sbaglio, e sempre io mi prendo la responsabilità delle conseguenze.
Serena era l'unica a sapere ciò che realmente mi stava accadendo, era l'unica a conoscere quel misterioso segreto che portavo dentro.
E sempre lei mi chiese, quel giorno di metà Giugno, di mantenere il suo, di segreto, come lei aveva fatto con il mio.
E, di fronte a questo bivio, scelsi la strada della menzogna, sporcando me stessa del peccato che io reputavo il più grave.
È stato un duro colpo, un peso troppo grande da mantenere, e avevo deciso di raccontare tutto a Giulio, proprio qui, oggi, a casa sua, davanti ad una bella pizza calda.
E invece, ovviamente, le cose non sono andate come previsto.
È sempre così che funziona: la mia vita è un filo di lana che non riesce mai a formare quel piccolo batuffolo perfetto a forma di sfera, perché inciampa troppe volte nel peso degli inconvenienti.
Che dire, sarà il Karma? Non so rispondere, ma sono sicura che tutto ciò non sarà a favore della mia riconciliazione con Giulio. Per niente.
La situazione si aggrava quando sento due paia di braccia stringersi attorno alla mia vita.
<<Serena? Che ci fai qui?>>
Karma, sei proprio un infame.
spazio autrice
Okay ragazzi, non scannatemi.
Ho iniziato un nuovo ciclo di studi, tanti casini e robe varie.
Il capitoli è corto, lo so, ma ho preferito dedicarlo solo alla scoperta di quello che la protagonista portava dentro.
Mi dilungo un po' per avvisarvi che, come ho già detto, sono molto impegnata, e i capitoli non saranno aggiornati con la stessa frequenza di prima.
Ma non abbandonatemi!
Commentate e lasciate tante stelline⭐⭐⭐
Al prossimo capitolo,Roby♡
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Un Motivo In Più Per Sorridere
RomanceValentina, la solita ragazza bella dentro e fuori, amante della musica e con un po' di difficoltà a relazionarsi, vive con un segreto sulle spalle che non può rivelare a nessuno, ma ogni giorno cerca di dimenticarlo. Il suo migliore amico Giulio, ra...