Capitolo 12

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Seokjin si risvegliò nella sua casa, vide sei petali sparsi per il pavimento blu, corrugando la fronte li prese e poggiò su un alto mobile in legno scuro. Il ragazzo si sentiva confuso, guardó il proprio riflesso nello specchio e fece un lungo sospiro di sollievo.
Si vestì rapidamente per andare al lavoro, quel giorno sarebbe stato troppo importante.
Quando fu giunto al posto di lavoro, il ragazzo varcò la soglia del suo studio e si mise seduto comodamente sulla sua poltrona, guardò fuori dalla finestra e abbozzò un sorriso «Pure coincidenze.»

Jungkook si svegliò dì colpo nella sua stanza con l'affanno, le pareti della stanza parevano crepati ed incandescenti; si passò una mano sul volto strofinandosi gli occhi subito dopo.
Tremante si alzò dal letto e fissò il ritratto: era Min Yoongi ma sembrava anche qualcun'altro.
Guardò le pareti che lentamente tornarono al loro stato originario, il ragazzo poiché era solo era molto spaventato per quei fenomeni, per lui era tutto nuovo, aveva assolutamente bisogno di una guida.

«Che cosa hai visto Jungkook?» domandò una voce, il suo volto non era ben definito.
«Ho visto la fine del mondo, sentivo la morte intorno...»

Il cuore del ragazzo accelerò in modo spropositato, poggiò il palmo di una mano sul freddo muro, poi con l'altra mano strinse a pugno la maglia in direzione del petto.
«Di cosa hai timore?» gli chiese nella sua mente una voce identica alla sua, ma non era proprio lui «Jeon Jungkook, non aver paura di quello che sei, di quello che farai. Accogliti.»
«Chi sei?! » domandò il ragazzo voltandosi a destra e sinistra «È inutile che tu ti muova in questo modo, sono te idiota. Sono la tua parte più conscia di quello che sei in realtà.»

La dottoressa Smith osservò Seokjin e disse stringendo una cartellina «È giunto il tempo in cui paghino per il loro peccati. I quattro mutanti di classe A saranno abbattuti, non sono la chiave per risolvere il problema mutanti. Tuttavia i nostri esperimenti non sono stati del tutto inutili. »
«Quindi è deciso, moriranno...» «Sì Seokjin, moriranno.» la dottoressa Smith gli diede le spalle uscendo poi dalla stanza, il mutante segreto si lasciò cadere sulla scrivania portando le mani sul volto, quando le scostò osservò attentamente il fiore a sei petali sotto la campana di vetro: era appassito.
Non era riuscito a salvarli, era solo un fallito, ormai era troppo tardi. Giorno dopo giorno il ragazzo si era convinto che molto probabilmente la chiave di tutto il problema era lui, ma non voleva e non poteva rivelarsi. Codardo? Egoista? Forse.
Una cosa però era certa: anche lui adesso era un peccatore.

I quattro ragazzi furono radunati in una stanza ad alta protezione, Namjoon era l'unico che già sapesse tutto, ma lo accettava, dopotutto era un peccatore e l'unico modo per purificarsi dai suoi peccati era morire. Il mutante consapevole del suo destino guardò un Taehyung confuso e pensò "Il mio peccato non era questo o quello nello specifico, ma consisteva nell'aver stretto la mano al diavolo.
Il diavolo mi teneva nelle sue grinfie.
Il nemico era alle mie spalle."
Taehyung aveva una sottilissima vena di follia nello sguardo, ogni tanto aveva dei tic al braccio oppure alla testa.
Jimin aveva capito qualcosa ed era felice, era l'unico dei cinque ad esserlo, questo face rabbrividire Namjoon. Hoseok guardava il nulla col cuore a mille, si sentiva abbandonato da tutti,  nella sua vita aveva solo conosciuto l'abbandono.
Seokjin dall'alto osservava i quattro ragazzi impassibile con le mani nelle tasche del camice "Mi dispiace." "Sei così sicuro che non ti beccheranno mai?!" gli disse Namjoon nella mente, il ragazzo sgranò gli occhi guardando il mutante "Devo riuscirci."

Namjoon guardò l'angelo caduto e frugò nella sua mente fino in fondo, quando apprese qualcosa di importante schiuse le labbra e strinse i pugni pieno di rabbia, aprì una contatto mentale con lui "Hai sempre potuto fuggire via e non lo hai mai fatto. Perché?" Taehyung guardò il fratello maggiore con sguardo serio e impassibile continuando la comunicazione "Aspettavo. Adesso però è tutto cosi rischioso... Pensano di aver fermato quella mia abilità, ma non è mai stato così, queste quattro mura non hanno fatto altro che fortificarmi." Namjoon guardò il soffitto in direzione di Seokjin, aveva uno strano sorrisetto sul volto "Kim Taehyung, portaci tutti fuori di qui adesso o moriremo."
Taehyung si piegò in avanti poggiando un palmo sul pavimento,  spalancò le ali al massimo delle sue possibilità con un ghigno «Signori, è stato un piacere.»
Hoseok guardò l'angelo confuso, Jimin indietreggiò sino a toccare il muro gelido, Seokjin schiuse le labbra  non sapendo le vere intenzioni dei ragazzi, arrivò dì corsa la dottoressa Smith con la dottoressa bruna, quella affezionata a Hoseok.
«HOSEOK!» lo chiamò lei, il mutante sollevò il capo in sua direzione con gli occhi grandi «Mi hai mentito anche tu... Dicevi che mi avresti salvato, era tutta una bugia! Noi qui moriremo!»
Namjoon si guardò velocemente attorno per la stanza con lo sguardo alla ricerca di un qualcosa «Allora demonio, siamo pronti?» si avvicinò a lui toccandogli una spalla.
«Manteniamo la calma, questa stanza è ad alta protezione, non succederà nulla, si uccideranno soltanto con le loro stesse mani. Procedere con i mezzi per l'abbattimento, ignorare le loro azioni.» la dottoressa bionda si allontanò appena andando verso i vari comandi.
Jimin sorrise e si mise seduto per terra con le gambe incrociate «Finalmente le mie preghiere sono state ascoltate.» Hoseok si avvicinò al minore mollandogli un ceffone in pieno volto «Idiota!»

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