Mutants: Dark Phoenix

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Jungkook si sollevò in volo guardandosi attorno ferito, si sentiva strano, deluso... Aveva vissuto tutti quegli anni vagando nella solitudine più totale, priva di ricordi sino a trovare l'ospite perfetto per la sua evoluzione. Lo avevano privato della propria memoria, del suo passato, del suo amore. Tutto questo faceva soltanto rabbia e tristezza nel cuore della pericolosa creatura.
In quel momento non sapeva cosa pensare, chi era, cosa dovesse fare.
Poi dal niente parve come se le acque si fossero calmate, ma in realtà in cuor suo la creatura stava solo covando l'imminente vendetta contro il divino.
In verità la fenice aveva appreso già in passato dell'amore proibito, ma viverlo in quel modo, ricordate chiaramente tutto gli avrva fatto del male, anche perché adesso anche Jungkook - quello vero - aveva visto, aveva appreso e aveva condiviso il medesimo dolore.
Avendo lacrime di fuoco, la fenice abbassò lo sguardo su Seokjin che era rimasto e guardare parecchio scosso, quasi pietrificato.
«Seokjin.» proferí «Hai sempre voluto salvare tutti loro... Ma non hai mai pensato a chi potesse salvare te? Fallo finché sei in tempo.»
Seokjin decise di prendere parola e trovato il giusto coraggio lo fece, percepiva rabbia e dolore, sperava in qualche modo di trovare una soluzione, magari in questo modo avrebbe riavuto Jungkook indietro? «Jungkook, cosa ti provoca tanto dolore? Da cosa è dovuta questa rabbia?»
L

a fenice guardò il ragazzo con occhi taglienti e fiammeggianti, non si aspettava minimamente un intervento del genere, tuttavia sapeva bene il desiderio del ragazzo: riavere indietro il suo amico, ma ormai era troppo tardi. Tardi anche per una persona che controllava il tempo...
«Ti stanno usando Jin... Ma io, anzi noi, possiamo essere più forti del creatore! Io sono la creatura più potente, i miei poteri sono paragonabili ad un dio adesso. Non vi è niente che io non possa fare, anche la morte per me ora non ha alcun valore.»
Nel sentir proferire quelle parole il maggiore sentì una morsa nel petto, iniziando a fare pensieri. Aveva perso anni della propria esistenza viaggiando nel tempo, arrivando sempre a perdere coloro che amava, in quel momento tutto il suo lavoro pareva inutile, anche perché era ritornato nel suo mondo, nel suo tempo. Di conseguenza tutta l'energia usata gli pareva solo un immenso spreco, non trovava davvero un senso a tutto quello.
«Se la morte per te non ha valore, se sei così potente... Ti prego» il ragazzo si buttò per terra mettendosi in ginocchio con espressione supplichevole «Fai ritornare i nostri amici... Salvaci tu...»

Udendo quelle parole la fenice sorrise di lato, decidendo di atterrare dolcemente accanto a Seokjin. La creatura poggiò una mano sulla spalla del ragazzo e sorrise «È proprio quello che volevo fare...»

La fenice si guardò attorno, vi era il caos totale: macerie, case distrutte, corpi morti, alcuni cani che scappavano impauriti. Era davvero uno scenario post-apocalittico quello.
«Farò vedere la creatore che sono più forte di lui, che non sono una minaccia come lui crede. Non sono io il nemico, non è Lucifero il male. Il divino lo è, il creatore del mondo lo è. La colpa di tutto questo male è solo s...»

Jungkook chiuse gli occhi facendo cadere una lacrima solitaria, le fiamme attorno al suo corpo aumentarono a dismisura, creando un piccolo tornado fiammeggiante. La creatura portò lentamente lo sguardo dietro di lui, ove Seokjin era ancora inginocchiato per terra «Salverò questo mondo e poi andrò da Taehyung, il mio posto è al suo fianco. Ma... Yoongi» abbassò io capo pensando al dio del fuoco, ricordandosi del loro legame, di come lo avesse salvato dalle fiamme «Yoongi... Porterò anche lui via con me, tutti e tre siamo destinati alla fiamme dell'Inferno.»

Proferito ciò il ragazzo si sollevò nuovamente in volo, le fiamme pian piano formarono un volatile, proprio come quella volta contro Taemin.
«Lo sai che le lacrime della fenice sono curatrici?»
Il ragazzo sorrise tra le lacrime nel mentre che si rivolse al maggiore, che guardò la creatura divina estasiato. La fenice era bellissimo, inoltre anche il corpo che possedeva lo era, quindi la sua bellezza erano spropositata. Le lacrime della fenice...? Seokjin portò lo sguardo sul suolo e vide crescere del prato nel punto in cui precedentemente il ragazzo stava piangendo.

Le fiamme del volatile si espansero sempre di più, ma quelle fiamme non erano cattive, non avrebbero fatto danni, Seokjin non ne aveva paura.
All'improvviso il mutante sentì la propria guancia bagnata, come se fosse caduta una goccia di pioggia, ma non era pioggia... O forse sì...? Sollevò lo sguardo verso la felice con le labbra schiuse, non aveva la minima idea di quello che stava succedendo.

Seokjin iniziò a guardarsi attorno notando come la città piano piano iniziava a guarire, scese una forte tempesta, ma essa andava al contrario, le gocce d'acqua e i temporali tornavano verso l'alto. Vide anche il tornado, ma non aveva paura, stranamente non aveva alcun sentimento simile, era come se... La fenice gli avesse privato di sentire quell'emozione. Più il tempo passava, più la vita tornava dalla morte e più il
maggiore restava colpito dalla magnificenza della creatura infuocata. Ora capiva perché Taehyung se ne era innamorato, capiva in un certo senso anche Yoongi, anche se nel suo caso, i due erano stati legati dal divino. Vedendo tale spettacolo chiunque se ne sarebbe innamorato. Seokjin non aveva paura, Seokjin si sentiva bene, come se fosse in paradiso.

Le fiamme della fenice lentamente svanirono e Jungkook discese nuovamente sulla terra guardandosi attorno «Questo è un nuovo inizio. Non ci sarà alcun tornado. Nel mio cuore al momento non vi è rabbia. Jungkook non può tornare, ormai la sua coscienza e la mia sono un'unica cosa, così come i nostri ricordi e emozioni. Non riavrete mai Jungkook indietro.»

Non riavere mai Jungkook indietro, è questo quello che il ragazzo aveva detto. Seokjin abbassò la testa emettendo un sospiro, la fenice così proseguí «Jungkook è nato per essere me, io ero in Jungkook sin dal sul concepimento, dovevamo solo unirci, doveva accettarmi. Non lo ha ancora fatto, ma lo farà e solo in quel momento troverà la libertà e pace. Ore vai da Namjoon, siamo tornati indietro nel tempo anche, vorrà parlarti sul tuo potere dì tornare indietro, ma lo sai già... Prima di andarmene con Yoongi, voglio fare un regalo a Jimin.»

Detto ciò, la creatura svaní nel nulla lasciando Seokjin pietrificato. Il divino gli aveva sempre detto che era il male assoluto e tante altre cose, ma in quel momento vedeva solo una creatura normale, con angoscia e dolore.

Jungkook citofonò il campanello della casa di Jimin attendendo che qualcuno gli aprisse la porta. Non molto tempo dopo la porta fu aperta e la creatura si ritrovò dinanzi ad una signora che era sicuramente la madre di Jimin. Il ragazzo disse che era un suo amico e la signora sorridente lo fece entrare in casa portandolo dal ragazzo, che se n stava seduto da solo suo divano.
«Jimin, basta così, ora ti ridarò la felicità. Ho un regalo per te.»
Il mutante dei quattro elementi emmettendo un sospiro sollevò il capo, incrociando lo sguardo del suo amico. Guardandolo però gli parve dì percepire qualcosa di diverso dal solito, ma non capiva «Nessuno può rendermi felice e non voglio regali.»
La fenice si avvicinò con gli occhi luminosi, Jimin vedendoli si irrigidí spaventato, ci aveva visto giusto, non era il suo Jungkook quello.
«Invece io posso ridarti la felicità...ciò che tu desideri più alto mondo.»
Jimin guardò il ragazzo ipnotizzato, cosa gli avrebbe ridato? Come poteva diventare felice? C'era solo una persona che lo poteva rendere felice nuovamente, ma lui non era qui e non sarebbe mai ritornato indietro.
«Hoseok.» proferí con tono serio la fenice.

Angolo autrice: Mi domando se abbiate capito l'identità del divino, anche se credo proprio di sì! Cosa succederà? La fenice è davvero pericolosa? Il divino fa bene a dire di doverla temere e che vi sarà l'avvento della fenice nera?

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