Adoro la pioggia; mi da quel senso di serenità, di tranquillità e poi oggi sembra rispecchiare il mio umore. Oggi devo trasferirmi, per la prima volta in tutta la mia vita sarò completamente sola, dovrò occuparmi di tutto io, non ci sarà più qualcuno che farà le faccende di casa, che mi preparerà il pranzo quando ne ho bisogno, che mi accompagni ovunque... da oggi gestirò io la mia vita.
Da un lato sono felice di trasferirmi, potrò essere me stessa, non mi dovrò più nascondere per uscire o solo per fumarmi una sigaretta; dall'altro lato non ne sono così contenta, mi mancheranno i mei amici, il mio posto felice e forse anche i miei genitori ma non rinuncerò a questa opportunità, dimostrerò a tutti che non ho bisogno dei miei genitori, della loro fama e delle loro raccomandazioni per diventare quello che ho sempre sognato. Rimetterò in piedi quel ragazzo, giocherà a rugby come se non avesse mai subito delle fratture.
Finisco di chiudere la mia valigia nell'esatto momento in cui mia madre fa irruzione nella mia camera avvisandomi che l'auto che mi porterà lontana dalla mia città natale è arrivata. Ho cercato di convincere i miei che avrei anche potuto fare 4 ore di viaggio con la mia moto fermandomi ogni tanto per fare una pausa ma non c'è stato verso di convincerli così ora mi ritrovo stretta tra le braccia di mia madre che sembra non volermi lasciare più. << ti prego dimmi che mi chiamerai e che appena avrai l'occasione di tornare anche solo per un fine settimana lo farai>> mi scongiura mia madre mentre cerca di trattenere le lacrime sicuramente per non rovinare il suo bellissimo e sempre impeccabile trucco. << si mamma te lo prometto>> le rispondo già sapendo che se mai avrò un momento libero sicuramente non correrò dai miei genitori mai dai miei unici e veri amici che non mi hanno mai abbandonata. Saluto anche mio padre ma l'abbraccio che mi rivolge molto più freddo e veloce di quello di mia madre. Una volta finito vengo assalita da quelli che mia madre chiama " uomini delle caverne " ovvero i mei amici più fidati. Una volta salutati anche loro salgo nella BMW nera che mi sta ancora aspettando e saluto tutti per l'ultima volta agitando la mia mano e facendo una smorfia a Grace, la mia migliore amica, che non smette più di piangere.
L'auto parte e io continuo ad osservare i paesaggio della città dove sono cresciuta cercando di imprimerlo nella mia mente perché molto probabilmente non lo rivedrò molto presto. Dopo circa 10 minuti prendo la mia borsa cercando il cellulare e le cuffiette facendo partire la mia playlist e isolandomi nella musica. Due ore dopo sento l'auto fermarsi e l'autista informarmi che ci siamo fermati per fare una piccola pausa ad un autogrill. Così scendo avviandomi verso i bagni dietro la struttura, quando mi avvicino mi chiudo subito nel primo libero sentendo delle voci farsi sempre più vicine << sei sicuro che non ci scoprirà nessuno qui?>> sento sussurrare da una voce femminile; << si tranquilla vieni qui non ce la faccio più>> le risponde una voce maschile. Per i minuti seguenti sento solo un susseguirsi di gemiti fino a quando i due ragazzi escono dal bagno e si allontanano così facendo uscire anche me senza farmi notare.
Dio, che schifo! Non mi sono mai sentita così imbarazzata e fuori luogo, nemmeno ai galà a cui mia madre mi obbligava da piccola a partecipare mi sono mai sentita così.
Rientro immediatamente in macchina e subito dopo sento anche la portiera del lato del guidatore chiudersi << le ho comprato un panino e alcuni snack nel caso dovesse avere fame perché non credo che ci fermeremo più>> mi informa il mio autista. Se prima stato morendo di fame e non vedevo l'ora di mangiare qualcosa ora il mio appetito è completamente scomparso; sono ancora disgustata dalla scena di prima. << si grazie Tom, e per la centesima volta chiamami Emily >> lo ringrazio lo stesso e afferro il panino prosciutto e provola e gli snack che ho sempre mangiato fin da bambina, infilandoli nella mia borsa. Tom è il mio autista da quando sono nata praticamente, mi conosce meglio lui che mio padre e ancora si ostina a darmi del lei.
Cerco di chiudere gli occhi e addormentarmi ma la cosa risulta essere più difficile del previsto; continuo a pensare a cosa mi aspetterà, a come sarà il ragazzo che devo aiutare, ai miei amici e infine ancora a quei due.
<<Signorina siamo arrivati>> sento la voce di Tom informarmi che siamo appena arrivati, così molto lentamente apro gli occhi cerando di abituarli alla scarsa luce che c'è in quanto è già sera e il sole è tramontato da un po'. Apro la portiera ed esco fuori guardandomi intorno: vedo auto sfrecciare a tutta velocità, grattaceli enormi sovrastarmi ovunque, gente che corre di qua e di là, insomma siamo sempre nella mia New York solo che qui c'è molto più caos. Il quartiere in cui abitavo era molto tranquillo, le persone che ci abitavano erano molto tranquille, tutte di buona famiglia come la nostra, non c'erano grattaceli e taxi che sfrecciavano a tutta velocità ma soltanto villette e limousine. Non sono abituata a tutto questo, ma sento che mi ci abituerò molto presto e che non potrò più farne a meno.
#AngoloAutrice
Cosa ne pensate del primo capitolo?
Come vi sembra Emily, la protagonista di questa storia?
Curiosi di conoscere Damon invece?
Al prossimo capitolo.💋👋🏻
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Prima di te
RomanceEmily Johnson è una ragazza di buona famiglia, vestiti, scarpe, auto, soldi non gli sono mai mancati, studia fisioterapia all'università di New York e il suo sogno è quello di diventare una fisioterapista a tutti gli effetti ma quando a soli 22 anni...