Mi fermo di fronte al palazzo in cui andrò ad abitare, alzando lo sguardo verso il cielo e mi guardo intorno. Naturalmente è uno dei grattaceli più alti e moderni di tutto il quartiere; avevo chiesto a mia madre un normalissimo appartamento che avrei potuto permettermi anche da sola ma la sua risposta è stata che anche qui la nostra immagine doveva rimanere tale e che la figlia del chirurgo più importante di tutta New York non poteva abitare in uno squallido appartamento da quattro soldi. Così dopo una settimana mi ero arresa e lei aveva scelto il lussuosissimo palazzo per la sua unica figlia. E ora mi ritrovo qui, con la mia borsa sulla spalla destra e il cellulare nella mano sinistra.
<< Signorina sua madre prima di partire mi ha informato che il suo appartamento è all' ultimo piano, il più grande e bello di tutti; cominci a salire ci sarà sicuramente un ascensore che la porterà fin lassù, mi occuperò io dei suoi bagagli>> mi dice gentilmente Tom cominciando a scaricare dalla BMW le mie tre valigie. Mi avvio verso l'entrata e mi reco subito alla reception per farmi dare le chiavi. << Salve, sono Emily Johnson, mia madre aveva prenotato un appartamento.>> chiedo alla signorina dietro il bancone cercando di non sembrare infastidita da tutto il lusso che mi circonda. << Oh signorina Johnson la stavamo aspettando, venga la accompagno io, l'appartamento che sua madre ha scelto è il migliore che abbiamo e non per vantarci ma questo è il palazzo migliore di tutta New York.>> mi informa e io annuisco fingendo di ascoltarla.
Entriamo nel primo ascensore libero che vediamo e la signorina schiaccia subito l'ultimo piano continuando a parlare di quanto sia magnifico il suo lavoro mentre io prego affinché l'ascensore si fermi il prima possibile e mi possa liberare di questa ragazza che sembra non voglia smettere più di parlare. Finalmente l'ascensore di ferma e uscendo ci ritroviamo di fronte ad una porta di legno scuro, quasi nero. << Allora eccoci qui queste sono le chiavi, oltre lei qui sopra abita un altro ragazzo, è molto scontroso e scorbutico se dovesse darti fastidio non esitare a lamentarti diciamo che infastidisce un po' tutti quindi non sarebbe male che cambiasse palazzo; ora ti lascio, sarai stanca, se hai bisogno di qualcosa sai dove trovarmi o puoi rivolgerti ai camerieri e al personale.>> mi informa finalmente di qualcosa di veramente importante e non di quanto sia fantastica la sua vita. Sono curiosa di conoscere questo ragazzo ma ora voglio solo restare un po' sola e riposare. Afferro le chiavi che mi porge e salutandola apro la porta chiudendola subito alle mie spalle e lasciandomi sfuggire un sospiro.
Mi guardo subito intorno e la prima cosa che cattura la mia attenzione è l'enorme vetrata che si affaccia su tutta New York. Le pareti della stanza in cui mi trovo, che suppongo sia il soggiorno, sono tutte nere a contrasto con i mobili bianchi. Al centro della stanza c'è un tappeto bianco con sopra un piccolo tavolinetto in vetro. Una enorme libreria sostituisce una parete e difronte ad essa c'è un divano bianco ad L appoggiato al muro. Un arco separa il soggiorno dalla cucina. Comincio a salire le scale che mi portano al piano di sopra. Mi ritrovo di fronte a un lungo corridoio con almeno quattro-cinque camere. Apro la prima porta e mi ritrovo una normalissima stanza con le pareti bordò, un letto matrimoniale, un armadio a cinque ante e una scrivania. Dai colori e dalla semplicità della stanza in sé credo che non sia la mia camera ma quella degli ospiti. Apro la seconda porta e mi ritrovo un bagno enorme che comprende sia la vasca da bagno che la doccia. Continuo a camminare per il corridoio fino a ritrovarmi di fronte alla terza porta. La apro e rimango sorpresa di trovarla vuota con attaccato ad un muro un post-it. Lo prendo e a primo impatto riconosco subito la scrittura elegante ed inconfondibile di mia madre.
''Ciao tesoro,
spero tu abbia fatto buon viaggio e che ti piaccia come ho deciso di arredare la tua nuova casa. Anche se ho praticamente già scelto tutto io ho deciso di lasciare a te la decisione di arredare questa camera; puoi trasformarla in quello che vuoi e in quello che più ti piace.
Baci, Mamma''
Anche se non mi aspettavo questo gesto da parte di mia madre sono contenta che l'abbia fatto. Non so ancora cosa voglio farne di questa stanza, magari la trasformerò in una mini palestra o in una sala giochi.
Mi chiudo la porta alle spalle e vado verso l'ultima camera del corridoio che arrivati a sto punto sono sicura che al suo interno troverò la mia stanza.
Apro la porta e subito mi guardo intorno, la stanza è enorme, le pareti sono tutte completamente bianche tranne quella dove è appoggiato il letto, che è nera, i mobili sono tutti bianchi e moderni e anche qui c'è una grande vetrata ma non quanto quella del salone. Girandomi verso l'altro lato delle stanza mi accorgo che ci sono altre due porte; ne apro una dove trovo un altro bagno sempre intonato alla camera e con, per fortuna, una vasca gigante. Esco dal bagno e apro anche l'altra porta dove invece trovo una cabina armadio completamente vuota e pronta per essere riempita.
Richiudo tutte e due le porte ed esco dalla mia stanza scendendo al piano di sotto. Neanche il tempo di avviarmi verso la cucina per vedere com'è che suonano il campanello. Vedo verso la porta per vedere chi sia e la apro ritrovandomi difronte Tom con le mie tre valige e il mio borsone. Mi aiuta a portarli dentro e poi se ne va per tornare della sua famiglia che abita qui. Tom lavora per noi da sempre e per servirci e riverirci si è dovuto trasferire quando mio padre lo ha assunto lasciando la sua famiglia e tornando a trovarli ogni due settimane solo per un week-end; così quando ha saputo che io avrei dovuto trasferirmi qui non ci ha pensato due volte ad accettare la proposta che gli avevo fatto, ovvero di venire con me.
Lascio i miei bagagli nel salone e vado di nuovo verso la cucina sia per vederla sia perché mi è venuto un certo languorino. Non arrivo neanche a metà strada che sento il campanello suonare di nuovo, ma stavolta anche con più insistenza. Mi avvio verso la porta pronta a urlare contro al maleducato che ci sia dietro essa. La apro più infuriata che mai ma la mia colera si placca subito non appena aperta la porta vedo il ragazzo che continuava a suonare il campanello. << Ciao, mi chiamo Damon Harris questo te lo manda mia sorella siamo i tuoi nuovi vicini, spero ti troverai bene e per ogni cosa puoi chiedere a me o... ma chi ha scritto ste minchiate, giuro Ally ti ammazzo. >> mi dice porgendomi un ciambellone e continuando a leggere da un pezzo di carta, mentre io gli scoppio a ridere in faccia. Lo vedo alzare lo sguardo e guardarmi male fino a quando non smetto di ridere.<< Scusami è che non mi era mai successa una cosa simile, sono Emily, Emily Jhonson>>mi presento prendendo il ciambellone dalle sue mani e invitandolo con una mano a entrare in casa. All'inizio lo vedo un po' incerto sul da farsi ma poi mi sorpassa, trascinando una gamba cosa che non passa inosservata dal mio sguardo attento, entrando nel salone. Solo ora ho modo di osservarlo meglio e la prima cosa che subito noto è che è ricoperto di tatuaggi. Sembra il classico ragazzo misterioso e freddo all'apparenza. Lo invito a sedersi ma non appena ci accomodiamo sul divano sento squillare un telefono che dalla suoneria riconosco non essere mio, quindi lo guardo, mentre lui estrae dalla tasca dei jeans il suo cellulare e lo porta all'orecchio. Nel frattempo io mi alzo, andando finalmente verso la cucina per posare il ciambellone e lasciargli un po' di privacy. La cucina è esattamente come me l'aspettavo, ovvero come il resto dell'appartamento. Appoggio il ciambellone sul ripiano e torno in salotto ma di Damon non c'è neanche l'ombra.
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Prima di te
RomanceEmily Johnson è una ragazza di buona famiglia, vestiti, scarpe, auto, soldi non gli sono mai mancati, studia fisioterapia all'università di New York e il suo sogno è quello di diventare una fisioterapista a tutti gli effetti ma quando a soli 22 anni...