10 - Radici

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Tortuga 1664.
Cinque mesi prima dell'incontro con Narsista il rosso.

La sottile linea dell'orizzonte era una sfumatura astratta, indefinibile, lontana, che si andava a miscelare nel cobalto della notte. Un cielo tempestato di pietre luccicanti le gravavano sull'esile corpo.
L'aria umida le faceva appiccicare la pelle bruna di distillate gocce di lucente sudore.
La brezza fresca le lambì le caviglie sporche di terra e polvere, facendo smuovere la leggera peluria che le ricopriva le gambe ossute e le ascelle infossate, scoperte da una  larga maglia di cotone, senza maniche,

Artemisia aveva iniziato a sanguinare un anno prima, quando aveva quattordici anni di lune.
Sua madre le aveva ordinato di andare a estrarre una radice di manioca, che avevano piantato otto mesi prima, nella stagione delle piogge per favorirne la crescita di questa pianta tropicale insieme ad altri ortaggi. Artemisia scavò nel piccolo appezzamento di terra posto dietro la loro casetta. Le dita lunghe ed escoriate scavarono in profondità nel terreno umido e fresco, arrivando alla radice brulicante di vermi mollicci. Ricordava ancora la fitta che le trafisse il ventre improvvisamente, bloccandole il respiro nella gola secca.
Si fermò di colpo, sorpresa. Strattonò la radice tuberosa dal terreno morbido, ed estrasse la manioca cresciuta di una notevole dimensione. La buccia era dura e rugosa sotto i polpastrelli sporchi di terra e vermi schiacciati. Artemisia osservò l'ortaggio soddisfatta del risultato del loro duro lavoro, durato mesi che si alternavano tra il tempo secco e umido che facevano schiudere le uova di zanzare e proliferare malattie, e pioggia incessante che distruggeva e marciva qualsiasi frutta e verdura essa toccasse. La pancia piatta le brontolò, mentre pensò al bollito di manioca e pollo speziato, ma il lieto pensiero svanì subito, quando un'altra pungente stilettata le penetrò fino al pube ossuto, e le radici tuberiformi quasi le precipitarono dalle mani, per premerle sulla pancia. Sentì qualcosa di viscido, appiccicoso e caldo scivolarle in mezzo alle gambe. Portò i polpastrelli tagliuzzati all'interno del calzoncino liso e sfatto, un indumento che usava quando sapeva che avrebbe fatto mansioni di terra e lavoro fisico che avrebbero distrutto e sporcato la povera stoffa più di quanto lo era già.
Raccolse il liquido denso con le dita dalle unghie sporche di terreno, e se le portò davanti all'occhio. La luce del sole, terso e astratto dalle foglie degli alberi, fece luccicare il sangue melmoso, marroncino, sfumato di coaguli rossicci.

Artemisia credette che stava per morire: aveva avuto molte malattie pericolose, dalla quale era sempre scampata e sopravvissuta miracolosamente, o grazie agli intrugli di erbe che sua madre le preparava: Dissenteria, febbre gialla, e tutto ciò che le zanzare potevano trasmettere. Ma un'emorragia, in quella zona così intima, privata, quasi inesistente per lei fino ad allora, non l'era mai capitata.

Spaventata e con l'aria cupa, corse verso l'altro lato della casa posta al centro di una radura isolata che splendeva di natura incontaminata e partoriente di fiori e piante. Raggiunse sua madre, per darle in funesto annuncio. La donna tentava di cuocere un pollo spennato e smagrito, cercando di farlo inabissare nell'acqua bollente. Artemisia le si piazzò davanti alla pentola, sventolando il dito incriminato di una ferita invisibile, che distillava sangue. Sua madre lasciò il bastone di legno rugoso e spinato, che girava e rigirava la carcassa del povero animale nella pentola, e si precipitò piangente e scossa verso sua figlia.

Artemisia sentì i lunghi capelli, allora ancora lucenti, castani come le castagne, profumati di cocco, oscurarle la vista. L'abbraccio di sua madre la soffocò. La bocca premuta sulla sua gola sudata e singhiozzante, che sapeva di terra, di erbe e di mare. La bambina cercò di mugugnare qualcosa, ma Aitana iniziò a piagnucolare.
- Oh, Zemì! Perché me la portate via? Dopo tutto quello che ho fatto per lei! Per l'amor suo! Oh! Che crudele castigo! -

Artemisia E La Maledizione Della LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora