Capitolo 2. Il nuovo gruppo

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Ero parecchio stanca, anche se mi svegliai alle 11.00. Hayes era già sveglio e io avevo il collo a penzoloni appoggiato sul sedile. Mi levai i capelli dalla bocca e dagli occhi, tutti scompigliati. Avevo delle gran occhiaie, e con noncuranza, sbadigliai.

« Oh, buongiorno » mi disse Nash, ridendo. Ero abbastanza stordita , quindi non risposi.

Gli occhi mi si illuminarono e le occhiaie svanirono quando mi affacciai al finestrino.

«Ohh, è stupendo» dissi.

I mille colori stupendi della città, le palme, le case tutte tinte alla perfezione, i palazzi, il cielo, i negozi. Era quasi come un sogno . Non ho mai visto città più bella di Los Angeles. La amavo già.

Arrivati al nostro quartiere, ammirai il bellissimo paesaggio che mi stava attorno. Si sentiva il profumo del caffè e dei cornetti appena sfornati della caffetteria più vicina. Mi stava venendo una certa fame. Mi fiondai in casa con la valigia e mi fermai al centro del salotto con la bocca aperta.

« Beh, ti piace? » mi chiese Hayes sdraiandosi sul divano.

« Troppo! È stupenda Hayes! » risposi abbracciandolo . Guardai le altre stanze della casa. Era costruita su due piani. Al piano terra c'erano il salotto, la cucina e il bagno. Sopra invece, c'erano tre camere immense che sarebbero stare le nostre stanze da letto e un altro bagno. Notai che le tre camere erano collegate come se fossero un'unica e grandissima stanza.

Mi accomodai nella mia camera , costituita da un letto singolo, una scrivania affiancata da una libreria e un armadio. Sopra alla testa del letto c'era una piccola finestra che faceva luce alla stanza. Mi piaceva da morire. Nash e Hayes mi raggiunsero, trasportando le loro pesantissime valigie.

« Hai visto il balcone? » mi chiese Nash tra un affanno e l'altro.

« Quale balcone? ».

Mi fece cenno di seguirlo e dietro una tenda della sua camera, aprì una porta che portava al balcone . Restai ancora una volta a bocca aperta per lo stupore. Era stupendo, ed era immenso, la metà delle nostre stanze messe assieme. Si vedeva metà città e poco più vicino, il mare. La luce del sole rifletteva le case e il cielo era color azzurro puro.

Era la mia casa ideale, come quella che sognavo quando ero piccola, quando giocavo con le bambole e non sapevo se ci sarei mai stata. Ero là .

Ed ero contentissima di starci.

Nash andò giù in cucina a preparare da mangiare. Io e Hayes restammo a parlare.

« Sei contenta Giuli? » mi chiese.

« Tantissimo. » risposi sorridendo.

Nash ci preparò la pasta con il pomodoro. Il pomodoro non mi piaceva, ma avevo una gran fame e lo mangiai comunque. Ecco che Nash si prese 6 maccheroni e se li mise tutti in bocca. Poi ne prese altri 3 e imboccò anche quelli. Mi fermai a mangiare e lo guardai disgustata. Lui mi guardò e per provocarmi, iniziò a mangiare con la bocca aperta.

« Nash che schifo! » feci con una smorfia.

« Nash che schifo! » ripeté lui con una vocina fastidiosa. Roteai gli occhi e iniziai a ridere con Hayes. Finito anche di sparecchiare, ci sdraiammo tutti sul divano a guardare la TV.

Io finì per addormentarmi di nuovo, quando il cellulare di Nash iniziò a squillare.

« Pronto?.. Cameron! Come stai?..Si si.. Siamo arrivati.. Tra poco arriviamo.. Ok.. Allora a tra poco!.. Ciao! » riattaccò.

«Era Cam?» chiese Hayes.

Nash annuì. « Iniziatevi a preparare, fra poco andiamo in spiaggia. » .

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