Chapter 6

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-Quindi qui non sono permessi sentimenti come il disprezzo e l'odio?- Luke continuava a scribacchiare appunti e in un blocchetto. Ogni tanto, interrompeva il racconto di Karis con qualche domanda più particolare sulla città misteriosa e finiva sempre per ricevere una risposta ed uno sguardo infastidito.

-Te lo avrò ripetuto oltre diecimila volte. Si. Qui non sono permessi sentimenti del genere ma molte persone non riescono a reprimerli e finiscono bruciati- rispose la ragazza portandosi una ciocca ribelle dietro l'orecchio.

-Abbiamo finito per oggi?- chiese leggermente stufata.

-Rispondi solo a quest'ultima domanda: come vi procurate l'ossigeno?-

Per Karis non fu difficile rispondere. Recondita, per quanto potesse sembrare una città morta, non lo era affatto. Oltre ad avere un continuo brusio di persone, aveva un sistema di vegetazione molto vasto che si estendeva intorno alla cupola.

-Piante.- rispose -Sono loro a procurarci ossigeno. Noi siamo quasi nel cuore della città ed é impossibile vederle. Sono all'estremità della cupola.-

-Davvero interessante- commentò scrivendo in modo disordinato e rapido.

Chiuse di scatto il blocchetto.

-Grazie per l'aiuto che mi stai dando, Karis. Non immagini quanto sia importante per me- sollevò gli occhi e la ragazza poté ammirare il cielo per qualche secondo. Luke, però, le aveva letto che non era sempre azzurro. A volte, il cielo era grigio e sprigionava gocce e gocce d'acqua, quasi come un pianto. Di notte, invece, era blu, quasi nero ed era illuminato solamente dalle stelle e dalla luna. Karis allora gli supplicò quasi come una bambina di portarla a vedere una 'notte stellata', per poter ammirare quella spruzzata luminosa di bianco nel cielo.

-Non c'è di che. Infondo, abbiamo un patto, no?- Disse sorridendo.

Quella mattina Luke si era alzato tardi, e lei, aveva approfittato per andare a prendere personalmente la quantità settimanale di viveri alla caserma centrale. I ragazzi, una volta compiuto la maggiore età, andavano nei campi a lavorare. Fornivano il cibo alla popolazione e una volta arrivati all'età di sessantotto anni, entravano in pensione ed era responsabilità della nuova generazione, fornire cibo alle persona troppo giovani o troppo vecchie.

Nessuno si lamentava.

Ogni settimana, le guardie passavano per le case a consegnare la quantità settimanale di viveri ad ogni abitante. Karis, secondo loro, era sola in casa, quindi la sua parte di cibo era minore rispetto a quella di una famiglia composta da quattro persone.

Quando tornò, il ragazzo era sveglio e lei, cominciò ad aiutarlo per il suo articolo.

-Beh, vado a preparare il pranzo. Ti avverto, non ci saranno grandi quantità di cibo perché quello che ho, devo dividerlo per due. Non ci metterò molto- disse per poi sparire in cucina.

-Attenta a non scottarti con la teiera!- rise.

Poco dopo, il pranzo era pronto. Passò in modo silenzioso; i ragazzi si scambiarono solamente qualche parola, principalmente commenti sarcastici sul cibo.

Ad interrompere quello snervante silenzio, fu il campanello della porta, che trillò tre volte.

Karis sussultò.

-Corri a nasconderti- suggerì sottovoce. Pochi secondi dopo Luke era scomparso.

La ragazza andò ad aprire la porta, trovando dietro la soglia la figura slanciata della sua migliore amica Oryan.

Indossava un abito nero ed era avvolta in una mantella color pergamena. I capelli corvini le ricadevano sulle spalle e gli occhi altrettanto scuri sprizzavano allegria.

-Oh, ciao Oryan- disse Karis con un cenno del capo.

-Ehi Kar, mia madre mi ha detto di portarti queste uova; qualche alimento in più non guasta- ricambiò il saluto e le porse il cestino traboccante di uova d'oca.

-Grazie mille Ory, ci si vede, ok?-

-Ehi ma cosa fai? Mi cacci di casa? La settimana scorsa ho dimenticato il mio foulard nella tua camera da letto. Vado a prenderlo e poi vado via, ok?- la castana cominciò a sudare freddo. L'amica era scomparsa nella sua camera e qualche istante dopo si udì un grido provenire da quella stanza.

-Oryan!- urlò raggiungendola.

Varcata la porta, Karis si sentì il latte alle ginocchia. Luke era uscito da sotto il letto. Oryan l'aveva scoperto.

-I-io, io posso spiegare, davvero i-io- lentamente, la ragazza avanzò verso il biondo per creare un'ulteriore distanza tra lui e l'amica,sbiancata di terrore.

-Devo dirlo alle guardie.- disse lei con lo sguardo fisso sul ragazzo quasi fosse un mostro.

-No! Oryan! Non farlo!- urlò inseguendola per il corridoio. I passi rimbombavano nei timpani di Karis, il suo respiro era pesante, il cuore batteva più velocemente del solito e cominciò a sentire le lacrime agli occhi.

Bloccò l'amica sulla soglia della porta ancora chiusa.

-Tu hai infranto le regole Kar. Mi dispiace ma,devo farlo.- Talmente scossa, la castana non si accorse che Luke l'aveva raggiunta ed era proprio dietro di lei.

-N-no Oryan tu non puoi farlo. Sai bene cosa mi succederà se lo farai.- Ormai il suo viso era rigato di lacrime e sentiva il sudore freddo sulla pelle.

-Se non dirai nulla, ti porteremo fuori da qui.- questa volta, era stato Luke a parlare. La sua voce suonò fredda e distaccata, diversa da quella che usava di solito con Kar.

Quest'ultima non si accorse che il ragazzo le stava stringendo la mano; probabilmente, era stato un gesto involontario in seguito all'ansia, ma a lei non dispiacque, anzi, le diede una sensazione di protezione.

Oryan parve pensarci per svariati secondi.

-Accetto.- rispose infine. -Verrò qui ogni due giorni per lavorare su questo "modo" per scappare da questa città- Una volta detto ciò, uscì sbattendo la porta alle sue spalle.

Le mani dei due ragazzi si staccarono immediatamente e ricaddero sui propri fianchi.

Karis si asciugò le lacrime e cadde a terra in ginocchio.

-Cosa ho fatto.- disse sottovoce scoppiando nuovamente in un pianto disperato.

-Karis, tu non hai fatto nulla.- rispose il biondo accovacciandosi sulle mattonelle gelate.

-È stata colpa mia, è tutta colpa mia se adesso sei in questa situazione.- concluse con i pugni chiusi.

In quel momento accadde l'inaspettato. Karis si buttò letteralmente nelle braccia del ragazzo, lasciandolo spiazzato per qualche secondo. Luke, poi, circondò poi la ragazza con un abbraccio imbarazzato ma lei era affondata nella sua T-shirt sfogandosi tra le lacrime.

-Andrà tutto bene- le sussurrò dolcemente -Ti porterò via da qui.-

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Ashton era tornato nel suo appartamento; ormai vuoto senza la presenza dell'amico in casa. Era tutto fottutamente incompleto, pensò.

Michael lo aveva fatto riflettere sul suo comportamento così apatico dopo la partenza dell'amico. Lui non avrebbe mai voluto che si comportasse così e aveva ragione.

Il ragazzo per tirarlo su di morale, lo aveva invitato ad una festa che si sarebbe tenuta la sera successiva. Ashton accettò. Doveva pur distrarsi in qualche modo.

Si stese nel letto senza nemmeno cambiarsi. Quella giornata lo aveva dannatamente prosciugato. Ci vollero pochi secondi per farlo raggiungere dal sonno. Una notte animata da incubi.

🎀Spazio autrice 🎀

Eccomi qui con il sesto capitolo 🙈

Per adesso è il più lungo e sinceramente ne vado molto fiera.

Spero che per voi sia lo stesso.

Un bacio

Xx

harrodvs

Underwater || L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora