Chapter 11

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Era ormai passata una settimana dall'ultima volta in cui Karis era uscita per prendere la scorta settimanale di cibo. In quella settimana, i ragazzi avevano continuato a scrivere l'articolo . La castana gli aveva spiegato, che le abitazioni di Recondita, erano posizionati in modo singolare. Proprio al centro della cupola, sorgeva il grande palazzo centrale, affiancato da due grandi ville, abitate dagli amici e parenti del re; mille e mille casette erano sparse per la restante città.

Quel giorno, la temperatura era abbastanza bassa e toccava i dieci gradi. La temperatura era controllata da un macchinario, che filtrava quantità di luce a suo piacimento ed inoltre, spargeva pioggia e neve.

Karis salutò Luke e con un veloce cenno della mano, uscì di casa. Indossò una mantella e si addentrò nei piccoli vicoletti tra le case. Mentre camminava a passo lento, sentì un qualcosa di freddo sul naso. Neve.

Era la seconda volta che nevicava da quando il biondo era in città e quella volta, le aveva raccontato, che dalle sue parti si dice che colui che porta la neve, è un omino chiamato jack frost. Karis rise a quell'affermazione, dicendo che se quel folletto fosse mai esistito, di certo non avrebbe fatto visita alla sua piccola città sperduta.

Mentre la neve le cadeva sulla giacca, si accorse che la sua neve, non era come quella candida e pastosa di cui Luke raccontava, ma sporca e prevalentemente liquida. La ragazza assunse un'espressione schifata e continuò il suo tragitto.

Arrivata al luogo del ritiro, venne identificata e il cibo le venne consegnato in un cestino di legno.

Tutto era calmo e si udivano solamente le risate di alcuni bambini in piazza; la quiete che si era creata venne interrotta da un ragazzo con i capelli fulvi, che correva disperatamente verso il centro della città. Era inseguito da cinque o sei guardie, che lanciavano frecce verso il malcapitato.

-Aiutami- le aveva implorato ma prima che potesse rispondergli, due frecce vennero scoccate dagli archi di due cappelli rossi. Karis lesse la paura negli enormi occhi verdi del ragazzo che si spensero appena una freccia gli trafisse il petto. Il ragazzo non urlò ma fu la castana a farlo. La seconda freccia aveva distrattamente colpito la ragazza nel polpaccio. Il sangue scarlatto sgorgava dalla sua ferita e si sentì mancare. Venne soccorsa da una guardia che si scusò dell'errore appena commesso. La portò a casa ma la castana chiese di lasciarla sulla porta, non voleva rischiare di far scoprire Luke, e lentamente zoppicò verso l'entrata di casa. Aveva ancora il piccolo triangolino della freccia nella gamba e l'atroce dolore la fece piombare nelle braccia del ragazzo che aveva appena aperto la porta.

-Oh mio Dio, Karis!- urlò trascinando la ragazza verso l'interno.

La fece sedere sulla poltrona in salotto e si fece raccontare l'accaduto.

La castana tremava come una foglia, Luke non riusciva ad immaginare cosa stesse provando ma di certo non poteva restare con le mani in mano.

-Kar, dobbiamo levare la lama e fermare il sangue.- disse guardandola negli occhi. Si riusciva a leggere il terrore e l'ansia e il ragazzo odiava vedere sentimenti del genere.

-Ascolta, andrà tutto bene- la sua voce era dolce e mite. -Sará questione di un'attimo, tu cerca di essere forte, d'accordo?- Karis annuì impaurita. Sentiva le lacrime imminenti ma riuscì a ritirarle dentro é affondò le unghie nella poltrona mentre stendeva lentamente la gamba ferita.

Il biondo gettò del disinfettante sulla ferita che cominciò a bruciare e pizzicare insopportabilmente.

-Luke- disse sottovoce. Il ragazzo le lanciò un'occhiata comprensiva.

-Mi canti una canzone?- chiese lasciando il ragazzo spiazzato. -Non avevi detto che ti piaceva cantare?- continuò notando la sua espressione interrogativa.

Underwater || L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora