Chapter 12

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Il trillare del campanello risvegliò Karis dal suo sonnellino. Si era appisolata poco dopo che Luke aveva lasciato la stanza. Sentiva ancora i muscoli contorcersi per il dolore, si maledì mentalmente di essersi alzata dal letto. Sentì un forte capogiro ma s'impose di raggiungere la porta ricordandosi del settimanale appuntamento con Oryan. Rimosse il chiavistello e la porta si aprì con un cigolio.

-Hei...- disse con un cenno della mano.

-Ciao Karis- Oryan era molto più fredda nei suoi confronti, apatica, impaurita. Non la chiamava più Kar e i suoi occhi non si illuminavano più quando veniva a trovarla. La stava abbandonando, anche lei.

La ragazza si avviò verso il salotto, e si accomodò sulla sua solita poltrona.

Luke probabilmente era in cucina, dato che la castana se lo ritrovò al suo fianco. Entrambi si sedettero sul divano.

-Allora?- disse Oryan alzando il naso.

-Allora nulla, per adesso sappiamo solo che una probabile uscita è al palazzo centrale.- disse il biondo con tono deciso.

-Non ho potuto indagare Ory, mi hanno ferita alla gamba e non potrò camminare per un po'.- continuò Karis. L'amica non sembrava particolarmente allarmata della situazione che affliggeva la ragazza. Sembrava un blocco di marmo.

-Mh- si limitò a dire. Luke aveva i nervi a fior di pelle, Karis sembrò notarlo e gli rivolse un'occhiata comprensiva.

-Oryan ascolta- questa volta era stato il ragazzo a parlare. -Non è facile racimolare informazioni stando chiusi in una casa.- continuò trattenendo la rabbia.

-Allora esci, no?-

-Sai bene che non posso- ringhiò fra i denti.

-Beh questo non è il mio problema, vi ho promesso il mio silenzio in cambio di un modo per uscire da qua.- rispose con tono neutrale, dopodiché girò i tacchi, e uscì di casa sbattendo la porta.

-È la seconda volta che sbatte la porta- disse Karis fra un mezzo sorriso.

-Diamine Kar, ma come fai a sopportarla?- la ragazza non seppe dare una risposta concreta. Forse teneva a quella ragazza perché era l'unica amica che aveva, l'unica persona rimasta a lei cara.

Si sentiva dannatamente sola.

-Non lo so...- era un'affermazione confusa eppure, era la verità.

La sera piombò con velocità su Recondita; la ragazza aveva indossato, se pur con qualche difficoltà, il suo pigiama bianco e raccolse i capelli in una treccia disordinata. Rimase qualche minuto davanti lo specchio ad osservare il suo riflesso. Karis non aveva mai dato molta importanza al suo aspetto ma ricordava, che la sua mamma passava ore intere a pettinare la sua lunga chioma corvina. Al contrario di sua madre, lei aveva i capelli color cioccolato, proprio come quelli di suo padre, dal quale aveva ereditato anche il colore degli occhi.

Uscì dal bagno e si sedette sul bordo del letto, intenta ad aspettare il ragazzo per il suo racconto serale.

Luke arrivò poco dopo con il libro di geografia tra le mani, aperto al capitolo raffigurante la Russia.

Quando il biondo si sedette sulla grossa poltrona, vide suo padre, seduto con sua madre sulle ginocchia e rise; Aveva sempre desiderato un amore come il loro.

-Luke, prima di leggere.... volevo rispondere alla domanda che mi hai posto prima.- il biondo alzò lo sguardo interessato.

-Io ho paura di restare sola, ecco perché non lascio andare Oryan. Io ho paura che potrei smettere di provare sentimenti come l'amore e l'affetto verso una persona...- continuò sottovoce. Si lasciò rigare il volto da una lacrima soffocata dalla verità.

Ebbe la sensazione che Luke si fosse avvicinato a lei di qualche centimetro.

-Sai cosa lessi una volta?- disse alzando lo sguardo -E l'amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno. Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare. Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva. Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava.- continuò citando Luigi Pirandello, uno scrittore italiano del ventesimo secolo.

-Non capisco, cosa vuol dire?-

-L'amore durerà per sempre Karis, puoi pensare di non riuscire più ad amare ma é tutta finzione. Rimarrà sempre un po' d'amore nel tuo cuore, nonostante il tempo.- spiegò tutto d'un fiato guardando negli occhi la castana.

Kar non si accorse di essere rimasta a bocca socchiusa, rapita dalle parole pronunciate dal ragazzo. Suonavano come una poesia ricoperta di velluto, morbide ma allo stesso tempo imponenti e importanti.

Non rispose, si limitò a sorridere a Luke, il quale ricambiò il sorriso e spostò lo sguardo sul libro.

La castana si mise sotto le coperte e lasciò la mente vagare nel rialto del Valdaj, immaginando enormi estese di prato verde e piccoli laghi posizionati tra le colline.

A quel pensiero, si lasciò avvolgere dal sonno, ma prima che potesse finire nella zona più profonda dei sogni, una scena le si creò sotto le palpebre: due uomini, un uomo ed una donna, che correvano verso un punto non definito. La donna si girò in preda ad un piano disperato e Karis la riconobbe; sua madre.

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Ashton aveva ormai ripulito la sua mente da idee superflue. Aveva chiarito la situazione con Beatris e stavano cominciando a frequentarsi, seriamente ma il ragazzo cominciò ad essere divorato dai sensi di colpa.

Ormai aveva deciso, avrebbe raggiunto Luke a Recondita a breve e lasciare una relazione aperta, nel mondo in superficie, non era così conveniente.

Decise di lasciar correre e sfregò il suo piccolo portafortuna; l'amico rispose dopo pochi secondi. Probabilmente, negli abissi era notte, perché quando chiamò tutto ciò che sentì, fu la voce assonnata dell'amico.

-Ash? Cosa c'è? Sai che qui sono le tre di notte, vero?-

-Luke, ascolta, ho deciso di raggiungervi- per qualche secondo, non si udì alcun rumore.

-D'accordo ma, porta il mio piercing- ridacchiò. -Sai, non voglio che si otturi il buco- continuò ironico. Ashton rise.

Spazio autrice 🎀🎀

Allora, ecco il capitolo 12! Ci ho messo un po' più del previsto per aggiornare ma alla fine ci sono riuscita lol.

spero che vi piaccia 🌸💁

Lasciate qualche voto e qualche commento🌸🌸

Underwater || L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora