"Da questa parte, presto!"
"Non riesco a portarlo da solo, dammi una mano!"
"D'accordo ma sbrighiamoci!"
"Diamine la caviglia! Augh!"
"Aron ti prego, non ora, forza!"
Una nuvola di fumo nero si alza verso il cielo piovente e un boato assorda le loro orecchie; Milha col suo compagno si dirigono verso casa sperando di non essere seguiti da nessuno se non da mille pensieri e paura.
Allontanatisi di qualche chilometro, rallentando la corsa del cavallo ma non arrestandola, Aron offre a Kemal da bere e qualche tozzo di pane per rigenerare un po' la salute ed egli accetta volentieri."Grazie mille" ringrazia Kemal
"Non fare sforzi inutili, riprendi le forze e non pensare ad altro" lo rimprovera Aron
"Manca molto Aron e la Luna è coperta dalle nubi, che facciamo?
Entrambi fermano i destrieri.
"Non saprei." -riflette Aron- "Probabilmente ci sono uomini armati che galoppano dietro di noi non visti e la nostra casa non è un rifugio sicuro"
"Ogni idea si rivela essere un vicolo cieco, propongo di accamparci accanto alla prima baracca che incontriamo per strada"
"No, Milha. Sarebbe come consegnarci al nemico"
"Questa faccenda mi sta scocciando, Aron. Non abbiamo mai piani di riserva ogni volta che decidiamo di fare qualcosa"
"Beh potresti provare a pensare anziché borbottare inutilmente" la rimprovera
"Aspettate..." li interrompe Kemal con un po' più di forze
"Kemal te l'ho già detto, non dovresti..."
"Aron, ho detto che dovete lasciarmi parlare. Non siete gli unici a cui questa storia sta facendo andare fuori di testa e, se permetti, io sono quello fra noi che ha rischiato di perdere la vita in questo marasma e non provare a negarlo"
"Non volevo fare nulla di male, Kemal" si giustifica
"Stavo dicendo: se intraprendessimo qualche strada secondaria potremmo raggiungere la casa di una mia vecchia amica, si chiama Syama ed è una ragazza molto intelligente che a parer mio sarà in grado di fornirci informazioni preziose, ma quello che non dovete assolutamente fare è rivelare il motivo per cui ci siamo recati da lei, siete d'accordo?"
"Certamente" affermano all'unisono
Ripartiti al galoppo seguendo le indicazioni di Kemal, nel giro di un paio d'ore raggiungono un villaggio dall'aria trasandata, un posto non curato e lasciato in balia della rovina: alberi secchi con corvi che svolazzano di tetto in albero, di albero in tetto, non hanno una meta precisa ma questo posto sembra attrarli particolarmente; non si respira un'aria pulita, leggeri veli di nebbia offuscano la vista e il gracchiare dei volatili succitati rendono l'atmosfera più inquietante che mai.
"È qui che abita la tua amica, Kemal?"
Il fratello smonta da cavallo e successivamente anche i compagni.
"In un certo senso, sì. Non era così un tempo, si respirava un'aria pulita e le case non erano disabitate o perlomeno non così trasandate, qualcosa di strano è all'opera e devo dire che non mi piace affatto"
"Che intendi dire?"
"Intendo dire che qualcuno è arrivato qui prima di noi"
Il cielo non intende schiarirsi e la pioggia continua a cadere anche se con meno violenza rispetto alle ore precedenti; il vento soffia forte fischiando quando attraversa le strette vie del posto abbandonato da chissà quanto tempo.
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Il Libro dei Coterel
Bí ẩn / Giật gânUn vecchio libro riportato alla luce dopo diversi anni rivela importanti informazioni sugli omicidi verificatisi negli ultimi trent'anni nella famiglia dei Coterel: toccherà a Milha e Kemal, ultimi rimasti della casata, scoprire i misteri che queste...