CAPITOLO VIII

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"Milha! Ti credevamo perduta"

"Scusatemi se ho dovuto cercare i vostri abiti in mezzo castello"

"Castello?!" chiede Kemal sorpreso

"Già..."

"Non è che hai avuto modo di scoprirne il nome?" chiede egli

"No, purtroppo. Perché me lo chiedi?" domanda Milha sperando di ricevere la stessa risposta che si aspetta

"Sul libro del nonno" -spiega- "si accenna che in questo castello sono stati tatuati i draghi che questi uomini hanno ognuno sulla propria mano sinistra. La descrizione che ci è stata fornita corrisponde, o almeno questa sala"

"Ho letto di questo castello; quando ho scoperto che si trattava di questo mi sono precipitata qui"

"Ma non hai appena affermato di non sapere il nome di questo posto?"

"Ho detto di non sapere il nome ma guardate cosa ho trovato nello stesso baule di legno nel quale ho trovato i vostri abiti"

Milha le mostra una pergamena sigillata con un nastro nero che si affretta a snodare.

"Sembra una miniatura" osserva Aron

"Leggete qua sotto: il potere di ognuno di loro accrescerà, con la Luna piena essi invocheranno il Grande Drago che fondò la loro compagnia"

"Per accrescere cosa intendi esattamente?" continua a chiedere Aron incuriosito

"Intendo dire che le loro abilità aumenteranno notevolmente, il Grande Drago scenderà in Terra e le conseguenze per noi potrebbero essere assai gravi, vi ricordo che questa gente vuole vedere le nostre teste appese ad una corda, lontane dai nostri corpi. Questo accadrà la notte tra il trenta di questo mese e il primo giorno di quello successivo. Dobbiamo agire in fretta"

"Abbiamo la forza di contrastare questi uomini?" interviene Syama

"In queste condizioni nessuno di noi lo è. Non appena vi sarete ripresi dovremo iniziare un intenso addestramento"  le risponde Milha

"Ma adesso non possiamo restare qui, sarebbe troppo pericoloso" continua Syama

"So dove andare, non preoccuparti. Raccogliete le vostre forze e partiamo al galoppo"

Usciti dal castello si rendono conto di quanto sia macabro quel posto e di quanto rovinato sia all'esterno rispetto all'interno: crepe ovunque, finestre sporche di polvere, ragnatele mosse dal vento, mattoncini mancanti, chiazze di muffa e muschio in ogni angolo. L'idea che volevano rendere gli uomini dell'Esercito del Drago era quella di un castello abbandonato così da non dare nell'occhio, sicuro.

"Milha" -la chiama Aron in disparte prima di montare- "Dove intendi condurci?"

"Al tuo villaggio. Hai detto che il fabbro del posto è stato uno spadaccino da ragazzo e perché non chiedere di darci qualche lezione?"

"Ottima scelta, Milha, mi sorprendi continuamente"

"Avanti voi due, noi siamo pronti" li sprona Syama

Montati in sella si dirigono verso il villaggio dove si trova casa di Aron e dove, con l'occasione, avrebbero alloggiato.
Dopo qualche ora raggiungono la destinazione:

"Non vorrei allarmare nessuno ma... Aron..."

"Dimmi Kemal"

"Quella non era casa tua? O meglio, la nostra?" indica in fondo alla collinetta su cui stanno galoppando

La casa di Aron è stata come incendiata, demolita, distrutta. La situazione si sta complicando di giorno in giorno sempre di più.

"Affrettiamo il passo" ordina serio Aron

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