CAPITOLO IV

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Sono quasi le sei e trenta del mattino, il cielo si fa sempre più scuro e molti sono i paesani in giro seppure la giornata sia appena iniziata: la scena non sfugge all'occhio di nessuno.
Ogni passante si ferma dinnanzi alla casa intento a comprendere come sia accaduto un simile evento e, come di consueto, le chiacchiere in paese sono assai e si spargono anche con una certa rapidità; in mezzo al vociare della gente accorsa si sentono spiacevoli commenti sui due affacciati alla porta accanto al corpo senza vita dell'uomo e questo sembra turbare molto Milha che chiude veloce la porta:

"Aron, quell'uomo era il messaggero di Kemal, non è così?"

"Purtroppo si"

"Dobbiamo portarlo dentro e alla svelta"

"Mi sembra ovvio ma abbiamo centinaia di occhi addosso e altrettante dita puntate contro.
Non si è soliti da queste parti vedere certi 'spettacoli'. L'unico modo è invitarli ad allontanarsi. Ci penserò io"

Stavolta è Aron ad aprire la porta: spiega ai passanti che si tratta di uno scherzo di cattivo gusto di gente che vuole far loro del male; la gente si lascia convincere dalle sue parole e si disperdono ognuno per affar proprio.
A questo punto torna da Milha chiedendole di dargli una mano nel trasportare il cadavere in casa con la speranza di scoprire qualcosa di più. Milha fruga nelle tasche della giacca e del pantalone mentre Aron cerca altri segni sul corpo.

"Aron, guarda che cosa ho trovato." -le porge un foglio piegato in quattro- "È evidente che questa sia la lettera che Kemal intendeva farmi ricevere"

"Si, è proprio questa"

Un secondo tuono fa tremare le pareti della casa e delle gocce cadono leggere sui tetti e sulle strade bagnando anche i vicoli più stretti e bui.

"Lì per terra, Milha. Che cos'è?"

"Dove?"

"Proprio qui... È un foglio, sembrano esserci delle scritte, ora lo apro. È come temevo, non poteva essere altrimenti"

"Posso leggere?"

Aron le porge il foglio e continua a cercare nelle tasche frattanto che Milha si concentra a leggere.

"Ma è una promessa di pagamento in cambio della consegna di una lettera! Accennano il mio nome, non capisco" risponde confusa

"Milha, quest'uomo è stato imbrogliato. Corrotto dalle parole di quegli uomini ha accettato di consegnarti una lettera diversa da quella che Kemal gli aveva incaricato di farti avere"

"Ma se Yusel è stato portato qui dagli uomini dell'Esercito del Drago vuol dire che sono a conoscenza del mio spostamento, sanno che sono qui!"

"Hai ragione, Milha. Non è sicuro restare qui, né per me né tantomeno per te"

"Dove possiamo trovare rifugio adesso che abbandoniamo questo posto?"

"Non ho detto che ci trasferiamo: l'ultima volta che hai visto Kemal è stato nella casupola dei tuoi nonni, non è così? Ci dirigiamo lì con la speranza di trovare Kemal e informarlo di quanto siamo appena venuti a conoscenza"

"Sono cinque ore a cavallo Aron, sei sicuro di voler partire?"

"Certamente. Io vado a trovarmi un destriero da cavalcare mentre tu dovrai disfarti di questo corpo dato che tenerlo qui non è sicuro"

Sono le otto del mattino e Milha cavalca verso il fiume a est del paese con la mente fissata sul marchio che ha sulla mano il defunto; nel frattempo Aron si dirige verso la stalla di un suo fidato amico che potrebbe affittargli un cavallo ad un prezzo trattabile.
Giunta su un argine del fiume si scrolla il corpo di dosso, lo caccia fuori dal sacco nel quale è avvolto e lo avvicina all'acqua: la corrente è molto forte. Gettato il sacco tra le erbacce abbandona Yusel nel fiume:

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