Il Libro dei Coterel

CAPITOLO XI

Il sole non è ancora sorto, qualche insetto notturno rompe il silenzio con il suo battito d'ali e l'unica luce che illumina una fascia ristretta dell'area circostante è quella che proviene dal fondo di una grotta in alto ad una collina che si erge accanto all'inizio della foresta improvvisamente scomparsa.

"Riesci a sentire qualcosa?" domanda Syama

"Niente oltre il mio respiro"

"Proviamo ad entrare"

Syama annuisce in risposta.

"Milha, la luce proviene da là sotto, la grotta va in discesa"

"Andiamo a vedere"

Le ragazze si avvicinano al pacato bagliore quando delle voci fanno si che Milha e Syama si arrestino nel punto in cui si trovano. Ora si avvicinano al debole bagliore, così scorgono un'ombra dietro un angolo.
Milha decide di uscire allo scoperto e Syama la segue:

"Buonasera e scusate l'interruzione"

"Chi siete signorina?" domanda con lentezza e fatica una voce rauca, raschiante e dal timbro piuttosto basso

Un uomo attempato siede a terra, davanti ad una flebile fiamma.

"Io sono Milha Coterel e costei è una mia amica, Syama Shyde"

"Coterel...tuo nonno era un grande uomo ai suoi tempi, voglio dire, prima che venisse ucciso"

"Cosa ne sapete di mio nonno? Chi siete?"

"Chi sono io? Non ricordo il mio nome, sono trascorsi talmente tanti anni dal dì in cui venni al mondo che la memoria inizia a giocarmi qualche scherzo, però posso dirti che da queste parti mi chiamano Il Vecchio della Collina"

Egli sembrerebbe essere molto alto, ma ciò che è evidente è il suo essere eccessivamente magro, con spalle chiuse, volto smunto e occhi socchiusi, gonfi come se non chiudesse occhio da un'era e sopracciglia folte e bianche come i lunghi capelli e la lunga barba ch'egli sembra non curare da tempo. Rughe su rughe ricoprono il suo volto, segni del tempo che stanno lì a sottolineare i suoi tanti anni di vita.

"Come sapete di mio nonno?"

"Ah, il vecchio Jacob era mio amico sin da quando eravamo due semplici ragazzini di periferia, frequentavamo la stessa scuola fin quando non dovetti abbandonare la città in cui abitavo e trasferirmi: da allora non seppi più nulla su di lui. L'unica cosa che venni a sapere dopo qualche seconda d'anni fu ch'egli si tolse la vita gettandosi da un burrone ma tante erano le voci per cui non mi fu mai chiaro il modo in cui scomparve"

"E poi? Raccontatemi di più"

"E poi incontrati tre buone anime che mi aiutarono a scoprire come egli morì e da quel momento, come potrai immaginare, non smisi più di cercare in ogni terra quegli uomini, gli uomini dell'Esercito del Drago, ma non scoprii nulla sul loro conto"

"Mio nonno acquistò armi dagli uomini dell'Esercito, inconsapevole del tipo di gente con cui stava facendo affari e così, quando essi scoprirono che nonno Jacob aveva scoperto chi erano realmente costoro, beh ecco...da lì incominciarono una serie di omicidi nella nostra famiglia a partire da lui e mia nonna per poi arrivare ai nostri genitori"

"E tuo fratello Kemal? Dov'è egli?"

"Abbiamo attraversato il Bosco delle Bayn qualche luna fa ma tutt'a un tratto noi due ci siamo trovate in un posto che non era quello in cui ci trovavamo pochi secondi prima e mentre stavamo vagando per la foresta ci siamo trovati fuori da questa ma è stato tutto all'improvviso, gli alberi si sono come dissolti senza che ce ne accorgessimo, non possediamo memoria del momento in cui sono svaniti. Kemal non sappiamo dove si trovi, forse è ancora lì dentro ma non sappiamo dove sia quel dannato bosco"

"Non eravate soli in quel bosco e sai che non mi riferisco agli uomini dell'Esercito"

"No, infatti. Abbiamo perso un nostro compagno in questa avventura e... Non ho la forza per andare avanti, il dolore è ancora troppo vicino per me"

"Avanti, arriviamo al punto: voi potete aiutarci?" chiede Syama scocciata da tutte quelle chiacchiere

"Io non posso fare più di tanto, duecento dodici anni di età sono troppi per intraprendere un'iniziativa come questa, ma se vi dirigete verso Mâke, villaggio a Nord tra le Montagne senza Cima e il Fiume Mondin, troverete un uomo che saprà aiutarvi, grazie ad egli potrete rimediare ai vostri errori passati e forse ritrovare il vostro caro Kemal"

Un ramoscello pare scrocchiare alle loro spalle così Milha e Syama si voltano istintivamente ma quando si voltano una seconda volta, ma stavolta verso il vecchio, si accorgono che costui si è come volatilizzato. A questo punto non resta loro altra scelte se non mettersi in marcia verso Mâke, sperando di trovare senza troppi sforzi l'uomo di cui il vecchio faceva accenno:

"Sfruttiamo la luce del Sole finché ci è possibile, calcolando che sta appena sorgendo" consiglia Syama

"Dove sosteremo quando scenderà la notte?"

"Ci arrangeremo alloggiando in qualche locanda, ammesso che ve ne incontreremo lungo la via"

"E riguardo all'uomo di cui parlava il vecchio? Dobbiamo scoprire il suo nome, dobbiamo capire chi sia costui e in che modo può aiutarci"

Mentre si allontanano dalla grotta, uno strano eco rimbomba tra le fredde mura di pietra e il fioco fuoco si spegne di getto, come se una brocca d'acqua vi fosse stata svuotata sopra.

"Questa voce...io la conosco, ma ha qualcosa di diverso, non è la stessa, è un lamento! Ma non capisco di chi si tratti, non rammento niente di niente"

"Nemmeno io ricordo, ma come è possibile? Che cosa sta succedendo?"

"Syama, qualcosa non va e continuerà a non andare come dovrebbe se non capiamo di cosa si tratta"

"Al momento gli scherzi che ci gioca la notte sono l'ultimo dei nostri pensieri, non credi?"

"Si, hai ragione"

Dopo pochi secondi di silenzio Syama si ferma improvvisamente:

"Ough!"

"Syama, va tutto bene?" chiede Milha preoccupata

"Si, non preoccuparti, sono i tagli che mi ha fatto Erik al castello, non è niente di che: posso sopportarlo"

Syama accusa il dolore sempre di più, comincia a pensare che non si tratti di una semplice cicatrizzazione dei due tagli, così dà un'occhiata e vede, alla luce dell'alba, che i tagli hanno assunto un colorito viola e Syama capisce che non è normale, chiunque lo penserebbe, ma non se ne cura e, sottovalutando il problema, procede verso Mâke, all'oscuro di qualcosa che potrebbe costarle la vita...