Kemal ricorda della cantina dove il nonno produceva il vino, anche se in un primo momento qualcosa lo frena. Si direbbe si tratti di sensi di colpa:
"La vecchia cantina di nonno Jacob. Non dovrebbero trovarci laggiù"
"Dovrebbero?!" chiede sconcertata la sorella
"Perché, tu hai in mente altri piani? Fa' come dico io per una volta" l'ammonisce Kemal.
Aperta la botola, trovano ai loro piedi dei gradini in legno, un po' scricchiolanti ma sembrano sorreggere il loro peso. Una volta entrati richiudono la botola per non dare nell'occhio.
Arrivati davanti alla cantina, Kemal nota che la porta è chiusa a chiave, una chiave che il nonno teneva nascosta ma, non avendo tempo di uscire a cercarla, sferra un colpo con la spalla, riuscendo ad entrare. La cantina non è come la ricordava Milha: ragnatele ovunque, vino colato a terra e lasciato lì ad asciugare, la muffa che prevale su tutte le pareti e la polvere che svolazza qua e là.
Milha ripensa a quando nonna Rosalie la portava a vedere la cantina di nascosto dato che il marito ci teneva che nessuno vi entrasse mai. Questo era il loro piccolo segreto; ed ecco sul suo volto scendere una lacrima colma di ricordi. Si asciuga velocemente per non esser vista dal fratello; egli non aveva mai visto la cantina del nonno poiché la nonna Rosalie aveva un debole per Milha, così quando era Kemal a chiederle di entrare in cantina lei diceva che tutto quel che il nonno diceva di non fare non andava fatto, quindi non dovevano trasgredire le regole.
Il nonno era effettivamente molto severo a questo riguardo."Ough! Che cos'è questo fetore?" chiede Milha disgustata
"Beh, una cantina inesplorata da vent'anni con famiglie di ratti che entrano ed escono quando lo ritengono opportuno... Per non parlare di quello che fanno in certi momenti della giornata... Lasciamo stare"
"Ora si che mi sento meglio, grazie Kemal"
"Non c'è di che sorellina" la provoca il fratello
"Non chiamarmi mai più in quel modo" lo rimprovera lei
"Altrimenti?"
"Kemal, io non..."
La sua voce si ferma tutt'a un tratto e il cuore le si ferma in gola quando delle voci maschili si fanno sempre più vicine finché, attraverso la rettangolare finestra posta orizzontalmente su una delle pareti della cantina, vengono proiettate nella stanza, grazie alla luce lunare, delle ombre.
Paiono cinque:"Ehm... Kemal, le senti anche tu?" balbetta Milha
"Che cosa?"
"Queste voci." -spiega- "Ma che diavolo stai combinando, si può sapere?"
"Nonno potrebbe aver nascosto qui la vecchia spada e il paio di pugnali che ci insegnò a maneggiare." -le spiega, mentre cerca in alcune vecchie scatole di legno le armi del nonno- "Non le abbiamo mai viste in nessun angolo di questa maledetta casa e non vedo perché non possano essere qui, magari non voleva che le prendessimo senza il suo permesso, non saprei in quale altro modo giustificarne la misteriosa sparizione "
"Io mi preoccuperei per questa gente, Kemal. Le vecchie armi di nonno Jacob sono l'ultimo dei nostri problemi." -afferma decisa- "Chi sono e che cosa stanno cercando?" domanda più consapevole del rischio che corre restando in quella casa.
"Chi e non cosa stanno cercando" precisa lui
"Oh, allora la faccenda sì che si alleggerisce" risponde la ragazza con ironia.
"Vieni, Milha" la invita il fratello
"Che cosa intendi fare?"
"Farti andare via da qui e ho intenzione di farlo il prima possibile"
"Guardate qui, una botola!" grida una voce
"Controllate immediatamente se vi è anima viva. Qualsiasi cosa si muova, uccidetela" ordina un'altra.
"Milha, vieni. Metti un piede sulla mia mano: al mio via dovrai aggrapparti lassù e andartene da qui"
La ragazza annuisce con un sospiro.
"Avanti, vai ora!" la incoraggia il fratello
"E cosa ne sarà di te?" domanda preoccupata
"Non lo so, qualcosa mi inventerò. Tu piuttosto, dovrai andare dove ti mostra questa mappa." -le spiega mentre con la mano le avvicina un pezzo di carta piegato in quattro- "È la strada che ho percorso per arrivare qui; un mio fidato compagno vi abita nel punto da cui sono partito. Egli sa già tutto, Milha. Sarà lui a spiegarti. Prendi questo." -gli porge il vecchio libro di nonno Jacob, nonché il motivo per cui si sono incontrati, seppur per sbaglio- "Non permettere che finisca nelle mani sbagliate. Questo libro è la risposta a tutti i nostri problemi, problemi di cui non possiamo discutere qui. Il nemico è vicino. Abbi cura di te."
"Che accidenti..."
"Non c'è più tempo, Milha'" le ordina mentre sposta pesanti casse dietro la porta, sperando possano rallentare l'ingresso del nemico.
"Qual è il nome di questo tuo amico?"
"Aron Adman, ora va'!" esclama Kemal e già la ragazza gli ha voltato le spalle per allontanarsi.
Con passo veloce raggiunge il suo fidato destriero legato ad un mezzo tronco che lei stessa aveva trovato nel giardino prima di addentrarvisi e, strattonando le redini, lo fa partire al galoppo; qualcuno si accorge, suo malgrado, della fuga. Qualcuno che è rimasto a sorvegliare l'esterno della casa per assicurarsi che nessuno vi si addentrasse o allontanasse. Costui si dirige verso la cantina dove giacciono i compagni per fare rapporto: gli viene assegnato il compito di seguire l'individuo fuggito a cavallo, senza farsi notare. Quindi inizia a seguire la ragazza a distanza. Un pedinamento.
Dopo cinque ore raggiunge la destinazione, tutto sembra essere in regola.
Giunge davanti ad una porta in legno di una casa in pietra.
Dopo aver esitato qualche istante si decide a bussare. Non riceve risposte.
Dopo un po' tenta per la seconda volta e ancora nessuno risponde e a questo punto pensa sia meglio riprovare appena si sarà fatto giorno. Ma non appena si volta, si accorge di un ragazzo che la fronteggia a braccia conserte.
Il ragazzo indossa un capo con cappuccio che cade appena sotto l'alta fronte e un panno, forse una bandana, che gli copre metà volto lasciando scoperti solo i neri occhi."E voi sareste?" domanda con tonno autoritario
"Voi piuttosto, chi siete?" controbatte la ragazza
"Se proprio ci tieni, sono Aron, Aron Adman" si presenta l'uomo
"Aron..." -sussurra a bassa voce- "Piacere, Milha" affermò con un tono di voce regolare
"Scusate ma avete un'aria familiare, ci conosciamo?" domanda incuriosito
"Forse il mio cognome vi dirà di più sul mio conto, sono Milha Coterel. Vi dice nulla?"
"Oh già, vostro fratello Kemal mi ha parlato molto di voi"
"Immagino"
"Suppongo siate qui per me, non è così?"
"Mi manda mio fratello"
"Forse so quali affari vi portano qui.
Venite dentro, non è sicuro parlarne qua fuori"
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Il Libro dei Coterel
Mistério / SuspenseUn vecchio libro riportato alla luce dopo diversi anni rivela importanti informazioni sugli omicidi verificatisi negli ultimi trent'anni nella famiglia dei Coterel: toccherà a Milha e Kemal, ultimi rimasti della casata, scoprire i misteri che queste...