[1] come tutto è iniziato

8.3K 494 72
                                    

Dolci Peccati ;;
jungkook + taehyung

– 🍃 –

– 🍃 –

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

– 🍃–

Jungkook spingeva forte nel corpo del maggiore, ora in preda all'estasi. Forti gemiti lasciavano la sua bocca, mentre il minore, invano, cercava di soffocarli con qualche bacio non troppo casto. Taehyung strinse i denti, portando una mano a stuzzicare il suo sesso trascurato per amplificare l'immenso piacere che stava provando. Portò la mano libera nei capelli corvini dell'uomo che lo sovrastava, tirandoglieli appena, per far combaciare rudemente le loro labbra. Le loro lingue giocavano assieme e si separavano solo per cercare di riprendere fiato, anche se i movimenti di entrambi non glielo permettevano affatto. Il maggiore si passò la mano che prima teneva i capelli pece di Jungkook nei propri castano scuro, mentre con l'altra accelerava i movimenti sulla sua intimità già bagnata di pre-sperma. «C-ci sono quasi» sussurrò, ormai esausto, mentre – per caso – portava lo sguardo sulle mani del minore strette in una presa ferrea sulle sue cosce magre, ora divaricate. Si soffermò a guardare l'anulare della mano sinistra e non poté fare a meno di far comparire un ghigno compiaciuto sul suo volto, mentre la leggera risata che aveva lasciato le sue labbra venne brutalmente bloccata da un roco gemito e del liquido bianco sulla sua mano e sul suo petto abbronzato. Strinse le natiche, facendo gemere il minore che, a quel senso di strettezza, si riversò dentro al suo corpo.
Si distese accanto all'uomo più snello, cercando di riprendere fiato.
Taehyung si sdraiò sul corpo tonificato del minore, lasciandogli un casto bacio sulle labbra gonfie. «Sei stato fantastico» sussurrò con voce rauca e ancora un po' affannata. «Come sempre» rispose Jungkook, facendo scendere la sua mano sinistra sulla sua schiena e arrivando fino al sedere sodo del castano. Lo strinse, beandosi del gemito fugace uscito dalle labbra dell'altro. «La fede mi ha fatto eccitare ancora di più» sussurrò compiaciuto, intrecciando le dita delle loro mani assieme. «Merda, non l'ho tolta» sbraitò il corvino, rendendosene conto solo allora. Taehyung ridacchiò, baciandogli una clavicola.
«Quando lo dirai a tua moglie?» domandò, mentre si accoccolava nell'incavo del suo collo e le coperte calde del motel riscaldavano i loro corpi nudi, «Potrei farti la stessa domanda, hyung.»
Il castano roteò gli occhi, provocando una leggera risata al minore, che intanto aveva iniziato a giocare con una ciocca dei suoi capelli.
«Sai, Jungkook» iniziò, portandogli una mano sotto al mento, «io lascerei Yoongi anche in questo momento per te, il problema è che tu non faresti lo stesso» sorrise fintamente, tornando a sdraiarsi di schiena sul lato destro del letto. «È meglio che dormi, sarai stanco» il minore sviò l'argomento, facendo aderire il proprio petto nudo e muscoloso – ma meno morbido di quello del maggiore – alla schiena di questi ultimi che, arreso, si limitò ad annuire.
Non ci volle molto tempo affinché si addormentasse, ma Jungkook, a differenza sua, non aveva sonno pur sentendosi sfinito dalla pesante e interminabile giornata di lavoro che aveva avuto quella mattina e dal rapporto con il maggiore. Passò il tempo ad osservare le sue labbra carnose semi-aperte e i capelli sudati che gli ricadevano sulla fronte che gli davano un'aria carina.
Pensò a come fosse successo tutto in fretta, nonostante la loro 'storia' andasse avanti da ben due anni.

Jungkook era un uomo semplice che lavorava in un ufficio, aveva una moglie, Eonjin, e un bellissimo figlio di nome Shin.
Apparentemente non gli mancava niente, capitavano alcuni battibecchi e piccoli litigi, ma erano felici. Anche Jungkook lo era, eppure, nonostante questo, si era spinto a tradire la persona che amava e che aveva sposato cinque anni prima.
Taehyung, invece, lavorava in un modesto bar e ristorante affianco alla ditta del capo del minore; tutti gli impiegati si fermavano di lì per fare colazione o per pranzare, quindi avevano tanta clientela e poco tempo libero a disposizione.
Un giorno il corvino entrò in quel bar per la prima volta, sedendosi al bancone. Si ritrovò di fronte il castano che gli sorrideva cordialmente, chiedendogli cosa desiderasse. Il minore fu catturato dai suoi occhi grandi e il suo sorriso quadrato fin dal primo momento, finendo per incantarsi a guardarlo.
Alla fine scelse di prendere un cappuccino e un cornetto alla crema, per cercare di trascorrere al meglio quella giornata di lavoro.
«È nuovo qui?» domandò Taehyung, porgendogli quello che aveva ordinato. Il minore sorrise, facendo cadere lo sguardo sulle sue mani grandi e magre che, dopo avergli servito la colazione, stavano asciugando un bicchiere. Notò un anello molto carino all'anulare sinistro, e non ci volle molto a capire che fosse sposato. «Lavoro da pochi giorni nella ditta qui vicino» rispose, guardandolo serio negli occhi. Iniziò a mangiare e sorseggiare il suo cappuccino, mentre l'altro annuiva distrattamente, impegnato a riordinare diversi bicchieri, tazzine e piattini precedentemente lavati.
Jungkook finì di mangiare e pagò, soffermandosi a guardare l'uomo di fronte a sé.
«Mia moglie si sveglia prima di me per andare a lavorare, quindi molto probabilmente ci vedremo spesso» disse, sorridendo appena. Taehyung ricambiò il sorriso, porgendogli la mano da dietro al bancone. «Io sono Kim Taehyung» si presentò. Jungkook gliela strinse e disse altrettanto il suo nome e cognome, poi si avviò verso l'edificio in cui l'avevano trasferito da poco.
Che sia stato il fato o meno, verso le sei di sera i due si incontrarono causalmente. Aveva iniziato a piovere molto forte e Taehyung, che abitava non molto lontano dal bar per andarci a piedi, si ritrovò da solo senza neanche un ombrello. Aveva chiamato più volte Yoongi, suo marito da allora cinque anni, ma questi non aveva risposto alle sue telefonate, troppo occupato per il lavoro. Decise di aspettare una mezz'ora fuori, sperando che questi, una volta finita la sua giornata, prendesse il telefono e rispondesse alle sue chiamate. Di certo non poteva entrare di nuovo al bar, il suo turno era finito e se avesse atteso lì tutto il tempo, il suo capo non ci avrebbe pensato neanche mezza volta e avrebbe continuato a fargli servire i clienti. Taehyung si ritrovò a sbuffare e maledirsi mentalmente per non aver portato un ombrello con sé e, come se qualcuno avesse i fili della vita altrui tra le dita, Jungkook gli si presentò davanti, in una lussuosa Kia nera. «Serve un passaggio?» gli aveva chiesto, notando quanto il castano fosse disperato. «Be', ecco-» provò a dire, ma il corvino parcheggiò vicino al marciapiede che li divideva, non volendo che si ritrovasse zuppo dai capelli fino alle scarpe. «Salta su» sorrise e Taehyung, seppur imbarazzato, si fece avanti velocemente, sedendosi sul sedile accanto a lui. «Scusami, mio marito è a lavoro e non avrà sicuramente sentito il telefono» tentò di giustificarsi, preoccupato di aver recato disturbo all'altro. «È tutto okay, ora dimmi dove abiti però» ridacchiò, e il maggiore non perse tempo a dargli le indicazioni per permettere all'altro di raggiungere la propria abitazione.
Durante il tragitto si scambiarono alcune domande, e Jungkook venne a conoscenza del fatto che il castano fosse più grande di lui di due anni e sposato con un uomo da cinque. Egli, invece, gli disse che era sposato con una donna da allora tre anni, pur sapendo di essere stato attratto da entrambi i sessi in passato e di aver avuto diverse relazioni con dei ragazzi al liceo. Gli parlò anche di Shin, suo figlio di due anni.
«Ecco, siamo arrivati» disse il castano e il minore si affrettò ad accostare accanto all'abitazione che l'altro gli aveva indicato. «Be', grazie mille e scusami per il disturbo. Domani passerai di nuovo?» domandò, e l'altro annuì, salutandolo. «Trascorri una buona serata con la tua famiglia!» disse ancora, prima di chiudersi la porta alle spalle.
«Taehyung?» si sentì chiamare; era la voce di Yoongi, che gli sorrise trovandolo sull'uscio della porta. «Scusa, amore, non ho visto la tua chiamata ma stavo giusto per uscire, chi ti ha accompagnato?» sorrise dolcemente, lasciandogli un bacio casto sulla bocca morbida. «Un collega, hyung» mentì, carezzandogli i capelli biondi tinti.
Quella fu la prima della lunga serie di bugie.

📌
diosanto sto dalle sette a scrivere e finalmente ce l'ho fatta yay! avevo pensato di farlo di 2000 parole, ma per i primi capitoli mi sembra un po' eccessivo.
spero mi supportiate perché ci tengo a questa storia :( spread love !!
fatemi sapere cosa ne pensate con una stellina e soprattutto un commento (critiche ben accette) 💞

DOLCI PECCATI // KOOKV (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora