[5] anniversario

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Dolci Peccati ;;
jungkook + taehyung

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Jungkook e Taehyung continuarono a vedersi tutti i giorni al bar, chiacchierando e scambiandosi sorrisi complici di tanto in tanto. Quando riuscivano, si vedevano dopo il lavoro, dicendo ai propri partner di aver avuto un contrattempo o altro. Insomma, erano dei perfetti bugiardi quando si trattava di passare un po' di tempo da soli. Jungkook spesso portava il maggiore a fare una passeggiata o in un ristorante, dicendogli che «non è solo sesso.»
Nonostante la loro storia, il loro amore proibito, riuscivano – in qualche modo – a non sfasciare il loro matrimonio. Jungkook quando tornava si faceva perdonare per il ritardo "del lavoro" con qualche coccola o un po' di sesso e talvolta anche dei regali. Taehyung faceva lo stesso con Yoongi, che sembrava non sospettare niente, così come Eonjin.

Il minore accarezzò le labbra dischiuse del più grande, lasciandogli un bacio dolce sulla guancia. Lo scosse un po', nel tentativo di svegliarlo, sorridendo quando lo vide mugolare. Lui, al contrario, non era riuscito a prendere sonno e così si era limitato ad osservare il volto dormiente del castano. «Tae» lo chiamò, carezzandogli i fianchi magri. «È passata mezz'ora, vediamo di non fare tardi, mh?» disse, facendo annuire l'altro che si voltò per baciarlo sulle labbra. Lo abbracciò per un po', poi si staccò ed entrambi iniziarono a rivestirsi. Taehyung si guardò allo specchiò, lavandosi la faccia per far sparire le ultime tracce di sonno e poi uscirono dall'hotel. «Domani verrai?» chiese il maggiore, ricevendo un cenno positivo dall'altro. «Sempre» disse, facendo arrossire l'altro. «Scusami per prima» Taehyung fece svanire il sorriso che aveva precedentemente sulle labbra. «Per cosa?» domandò confuso l'altro, non capendo a cosa si riferisse. Con la fronte aggrottata e le sopracciglia corrucciate aveva una faccia così carina, ma il maggiore decise di non dirglielo in quel momento. «Per averti fatto quella domanda. Non puoi lasciare tua moglie e tuo figlio per me, lo so ma sono stato egoista in quel momento. Mi dispiace» sussurrò, non potendo immaginare lo strazio che avrebbe potuto provare uno dei genitori sapendo di non poter avere il proprio figlio con sé. «Non preoccuparti» sorrise il più piccolo, carezzandogli una guancia. «Troveremo una soluzione» ma il maggiore non annuì, né fece altro. Lo salutò con la mano, girando i tacchi per andare verso la strada che lo avrebbe condotto verso casa sua. Il minore, però, lo bloccò, facendolo voltare verso di lui. «Che ti succede ora?»
L'altro fece spallucce. «Non lo so, lasciami andare, Kook» disse, togliendosi dalla presa dell'altro in modo lento e delicato. «Non posso lasciarti andare da solo a casa. Sali in macchina, ti accompagno» ma il maggiore scosse la testa. «Voglio fare un giro a piedi, ti mando un messaggio appena arrivo» annuì alle sue stesse parole, facendo ancora una volta per andarsene. «Promettimelo!» alzò la voce per farsi sentire, ma il maggiore – pur avendolo sentito – non rispose, continuando per la sua strada. Sapeva che Jungkook ci era rimasto male per il suo cambio d'umore, ma la consapevolezza di essere solo qualcosa "in più" alla sua famiglia lo aveva fatto rattristire e – in parte – arrabbiare. Decise di non pensarci, lasciando che un sospiro abbandonasse le sue labbra.
La strada era lunga, ma era grato all'amante di averlo lasciato da solo. Svoltò a destra, notando un negozio di libri lì vicino. Decise di entrarci, intenzionato a comprare qualcosa per Yoongi. Quel giorno era il loro anniversario, e quella mattina neanche si erano visti o sentiti. Aveva passato la serata con Jungkook sapendo che l'altro fosse impegnato a lavoro.
Suo marito amava le poesie, e quando notò un libro dalla copertina beige con un titolo scritto a caratteri cubitali nero capì che gli sarebbe piaciuto subito. Il maggiore tra i due amava le cose semplici e inosservate, banali agli occhi degli altri; Taehyung sorrise leggendo alcune delle poesie, poi lo prese e lo fece confezionare.
Arrivò a casa dopo circa venti minuti di cammino a passo lento, notando che la casa fosse vuota. Sospirò, pensando di essersela cavata anche quel giorno. Appoggiò il regalo sul divano, per poi apparecchiare la tavola in modo un po' più romantico. Scrisse un messaggio veloce a Jungkook quando se ne ricordò, ignorando i suoi inviati precedentemente, nei quali diceva di essere preoccupato. Un solo «sono a casa» come risposta ai numerosi «sei arrivato?», «mi sto preoccupando, tae», «sei arrabbiato con me?», «avrei dovuto insistere», «non è solo sesso, te l'ho già detto», «mi dispiace», «è colpa mia».
Trattenne le lacrime, andando verso il bagno per farsi una doccia calda. Posso ancora salvare il mio matrimonio, pensò, improvvisamente entusiasta all'idea della meravigliosa serata che avrebbero passato i due coniugi.
Mise dell'intimo di pizzo, nascondendolo sotto una tuta con la zip rigorosamente nera. Si asciugò i capelli e proprio quando scese le scale incontrò la figura del biondo che lo guardava con la bocca spalancata. Il minore ridacchiò avvicinandosi a lui per rubargli un bacio sulle labbra. «Felice anniversario» sorrise, «siamo sposati da sette anni ora» disse, iniziando a privarlo della giacca e successivamente della cravatta. «Tanti auguri anche a te» ricambiò il sorriso, Yoongi, non esitando ad iniziare a baciare il collo di suo marito. «A-aspetta» ridacchiò, facendo cenno alla tavola. «Non vuoi mangiare prima?» lo stuzzicò, sapendo perfettamente la sua risposta. Ricevette un secco «no» che lo fece sorridere e abbassare la zip della tuta che stava indossando, restando semi nudo sotto gli occhi dell'altro. Questi si morse il labbro, imprecando a bassa voce, mentre lo prendeva in braccio per portarlo in camera da letto. Si spogliò velocemente, per poi abbassare l'intimo al marito.
Quando finirono, però, Yoongi si aspettava un grande sorriso quadrato sul volto, ma tutto quello che ricevette furono lacrime e il corpo esile scosso dai singhiozzi. «T-Taehyung, che succede?» domandò preoccupato l'altro, portandolo vicino al suo petto. Lo abbracciò stretto, strofinandogli la schiena dolcemente. «Mi dispiace p-per oggi.»
«Per oggi?»
«Non abbiamo passato un giorno importante come questo assieme» tirò su col naso, facendo scaldare il cuore al maggiore che notò che – in sette anni – Taehyung era rimasto lo stesso coccolone di sempre. «Non preoccuparti, mh? Non devi né scusarti né piangere. Dispiace anche a me, avrei dovuto rifiutare di fare un extra anche oggi» disse, lasciandogli un bacio casto sulle labbra. «Ti amo, Taehyung» sorrise, «e mi va bene passare quel che resta della serata abbracciato a te, mh?»
Il minore annuì in un primo momento, poi si asciugò le lacrime e scosse vigorosamente la testa. «Ti ho preso qualcosa» disse, scendendo velocemente le scale – consapevole di essere ancora nudo. Recuperò la sua tuta, rimettendosela e raggiungendo di nuovo suo marito al piano di sopra. «Ho pensato che potesse piacerti, e l'ho preso. Scusa, è un po' ba-» venne bloccato dall'altro che – avendo scartato il regalo – lo zittì con un dito sulle labbra, scuotendo il capo. «Non dire che è banale: non lo è» sorrise, iniziando a sfogliare le pagine di quella raccolta. «Grazie» sussurrò, baciandogli le labbra. Si alzò, rimettendosi l'intimo e dei pantaloni comodi della tuta, rimanendo però senza maglietta. «Sono sicuro che hai pensato che non avessi avuto tempo per regalarti qualcosa, e invece» lasciò la frase in sospeso, prendendo la mano dell'altro per intrecciare le loro dita assieme e scendere le scale. Frugò tra le tasche della sua giacca e tirò fuori una scatolina blu scuro, aprendola davanti ai suoi occhi. «Il bracciale che ti piaceva tanto» sussurrò, mettendoglielo al polso per poi carezzargli una guancia. Il più piccolo lo abbracciò forte, riempiendogli il viso di baci. «N-non dovevi, è troppo» sorrise emozionato, rimanendo attaccato al corpo del marito. «Mi hai fatto emozionare.»
«Cosa credevi? Che ti avrei chiesto la mano?» rise, capendo a cosa si riferisse il minore, «siamo già sposati, stupido.»
«Lo so» rispose l'altro, sorridendo nell'incavo del suo collo. «Ti amo anch'io.»

Per Jungkook le cose non andavano molto bene in casa sua: quando rientrò vide la moglie non molto felice del suo ritardo e Shin che piangeva. «Che succede?» domandò, ma la moglie si limitò a sbuffare e prendere suo figlio in braccio, tentando di calmarlo, ma senza successo. «Dio, Eonjin, potresti rispondermi? E poi è tuo figlio, non un bambolotto» sbuffò, «vieni da papà, amore» sussurrò, prendendo il figlio in braccio e coccolandolo. Gli baciò la fronte e gli asciugò le lacrime, fino a quando non si calmò e sorrise alle facce buffe del padre. «Papà» lo chiamò, quasi sollevato, accoccolandosi al petto del nominato. «Hai mangiato, campione?» chiese, aspettando una risposta da parte della moglie che – intanto – era ritornata in cucina. «Sì, ha mangiato» rispose acida, ma il marito decise di ignorarla, salendo al piano di sopra per farlo addormentare. Lo cullò dolcemente, cantando la stessa canzone che aveva usato Taehyung per aiutarlo a riposare. Il bimbo si addormentò nel giro di pochi minuti, rilassato dalla voce del genitore. Questi gli baciò la fronte e poi scese le scale, pronto ad affrontare un litigio con la moglie. «Cosa c'è che non va? Perché Shin piangeva e perché ce l'hai con me?» chiese l'uomo, sistemando i giochi in disordine. «Devo lavorare, devo prendermi cura di Shin e far trovare la cena pronta quando tu, a orari improponibili, torni a casa, questo c'è!» alzò la voce acuta, la donna, lasciando che al corvino uscisse una risata mal trattenuta dalle labbra. «Prenderti cura di Shin? Ma se lo fa tua madre!» disse, «è vero che torno a casa a orari improponibili, ma lo faccio per lavoro!» mentì, ma non si fermò, «e, farmi trovare la cena pronta? Non ti ho mai detto di voler il piatto a tavola nel momento esatto in cui metto piede in questa casa. So che sei stressata e proprio per questo non pretendo cose assurde da te, non sono mica un cinquantenne brontolone!» era arrabbiato per tutte le scuse che utilizzava la moglie. «Tu vai via per giorni o interi weekend per lavoro, e io non posso tardare una volta ogni tanto? Ami il tuo lavoro, ma non ami occuparti di nostro figlio, hai visto in quanto tempo si è calmato quando mi ha visto? Due minuti!» decise di calmarsi solo quando vide la moglie abbassare la testa e iniziare a singhiozzare. Si rese conto di essere stato un po' duro, sì, ma quelle cose – nonostante tutto – le pensava davvero. «Mi dispiace» sussurrò, avvolgendo le braccia possenti attorno alla vita sottile della donna, asciugandole le lacrime. «Sono stato troppo duro, non volevo» continuò, lasciandole un bacio umido sulla guancia destra. «Dovremmo solo prenderci un po' di tempo per noi tre e staccare dal lavoro, non credi? Fa' con calma, ti aiuto io qui» disse una volta che la moglie ebbe annuito, iniziando ad aiutarla nel preparare la cena.
Prese il cellulare quando la donna ormai dormiva e controllò i messaggi e se Taehyung gli avesse risposto: aveva ignorato le sue scuse e tutti gli altri messaggi, ma almeno era tornato a casa. Gli inviò la buonanotte, aggiungendo che l'indomani, al bar, avrebbero dovuto parlare.

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di cosa? mhmh

ps: se non si è capito dal primo stacco del testo è finito il flashback (da "il minore" per intenderci)

DOLCI PECCATI // KOOKV (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora