[7] lontani

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Dolci Peccati ;;
jungkook + taehyung

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«Kook?» rispose a telefono, Taehyung, dopo aver visto una chiamata da parte del suo amante. «Tae, scusami se ti chiamo ma volevo parlarti» disse il minore, facendo sorridere l'altro. «Yoongi non c'è a casa, dimmi pure» sorrise, sdraiandosi a letto. Erano le sei e mezzo di sera, e il marito aveva insistito per andare ad ordinare delle pizze, quando sarebbe uscito da lavoro. «Ho preso un giorno libero domani» disse, facendo quasi scomparire il sorriso che aveva stampato in volto. «Come mai?» domandò. «Beh, e-ecco- sai, no, la questione con Eonjin. Domani resteremo a casa per stare tutti e tre assieme» disse, mordicchiandosi le labbra dal nervosismo. «E perché me l'hai detto?» si arrabbiò senza neanche rendersene conto, facendo sospirare l'altro. «Volevo solo avvisarti. Mi sarebbe dispiaciuto dirtelo domani per messaggio, ne ho approfittato ora che sono solo con Shin» rispose, facendo roteare gli occhi all'altro anche se non poteva vederlo. «Va bene» disse, sospirando. «Tutto okay?» disse, e mentre stava per rispondere sentì Jungkook continuare a parlare, rivolgendosi però al figlio. «No, Shin, non addormentarti sul pavime-aish» sbuffò, facendo ridacchiare il castano. «Deduco sia tutto okay, allora» sorrise, e glielo fece capire dal tono allegro che aveva assunto. «Sì, lo è. Però ora porta Shin a letto» lo rimproverò, facendolo ridacchiare. «Vado, vado, rimani in linea» disse, per poi lasciare il telefono sul tavolo della cucina e prendere il piccolo in braccio. «Shh» disse, cullandolo, «fai la nanna» sorrise, baciandogli la fronte e poggiandolo nella culla. Si assicurò di coprirlo bene e poi scese velocemente le scale, riprendendo il telefono tra le mani. «Eccomi» disse.
«Jungkook...»
«Mh?»
«Ti va di fare qualcosa di sporco?» azzardò, iniziando a fremere solo all'idea. Il minore deglutì, «che cosa, hyung?» sorrise, iniziando ad avviarsi verso la camera degli ospiti. «Non fare l'innocente, ti ho sentito correre da qualche parte. Dove sei adesso?» chiese, iniziando a toccarsi da sopra i pantaloni. «Nella camera degli ospiti» rispose, iniziando a fare lo stesso. «Dove lo abbiamo fatto la prima volta, uh?» sorrise malizioso, facendo indurire l'altro al solo ricordo. «Dio, hyung, cosa ti farei» sussurrò, abbassandosi i pantaloni della tuta. «Cosa mi faresti, Jungkookie?» sorrise sghembo, infilando una mano sotto la propria maglia per stuzzicarsi un capezzolo. «Deduco tu sia già nudo, o quasi, quindi, guardandoti completamente spoglio, ti bacerei tutto il corpo, fino ad arrivare al tuo punto debole e lasciarti a secco, mentre mi implori di fare qualcosa» fece per continuare, ma un gemito lo bloccò, facendolo sorridere malizioso. Stava prendendo il comando, e non poteva essere più felice di ciò. Taehyung, dal canto suo, si era abbassato i boxer e i pantaloni tutti in una volta, iniziando a stuzzicare la punta rossa del suo pene eretto. «D-Dio, continua» gemette. «Poi te lo prenderei in bocca, senza preavviso, facendoti inarcare la schiena e gemere oscenamente» si fermò di proposito, aspettando che il maggiore lo implorasse di continuare e, nel frattempo, chiuse la mano attorno alla sua possente intimità, mentre iniziava a fare su e giù lentamente. «P-poi? Ah!»
«Stai usando le dita, Taehyung-ie?»
Il nominato gemette, buttando la testa indietro, «sì~» ansimò, iniziando già a muoverle. «Cristo, ho delle dita così belle e lunghe, p-perché non l'ho fatto prima?» al minore scappò una risata, «ho sentito bene? "Dita"? Quante ne hai messe, piccolo?» sorrise, non smettendo di fantasticare e di muovere la mano sulla sua asta. «D-due, però, cazzo, continua» gemette frustrato, volendo che l'altro continuasse con la sua fantasia erotica. «Uhm, a che eravamo?» finse di non ricordarselo, volendo sentirselo dire dal più grande. «A te che me lo prendi in bocca tutto in una volta, facendomi gemere come una puttana mentre inarco la schiena» disse tutto d'un fiato, quasi piagnucolando, implorante. «Non ti ho mai sentito parlare così, hyung.»
«Questo perché- ah! Dio, sta' zitto e continua, ti prego~»
«Te lo succhierei avidamente, guardandoti sempre negli occhi lucidi di piacere.»
«Jungkook-ah!» urlò, facendo aumentare la velocità dei movimenti all'altro. «P-porca puttana, sei a tre, vero?» gemette, alzando il bacino all'insù, immaginandosi un Taehyung con tre dita nel sedere mentre si masturbava pensando a lui. «S-sì~» rispose, aumentando la velocità con cui faceva entrare ed uscire le dita dal suo antro caldo. «Poi lascerei che mi scopassi la bocca, mentre col bacino fai su e giù per farmelo arrivare fino alla gola, per poi venire tutto nella mia bocca, macchiandomela di bianco» ansimò, strizzando gli occhi. «D-dovresti davvero farlo la prossima volta» quasi urlò, facendo mandare la testa indietro al minore. «È così bello, Kook» alluse alle quattro dita che non faceva che muovere freneticamente. «Vorrei prendertelo in bocca in questo momento» disse, sentendo un grugnito dall'altro capo del telefono. «E vorrei che mi mettessi a quattro zampe mentre entri in me senza neanche prepararmi, p-perché io sono troppo impaziente di sentire il tuo pene dentro di me» ansimò, spingendo le dita sempre più in profondità. «Taehyung, sussurrò, stringendo i denti, «c-ci sono quasi.»
«N-non riesco a-a parla-a-re» gemette il maggiore, portando l'altra mano a stuzzicarsi l'asta dura. «Taehyung, Taehyung, Taehyung!» ansimò il minore, emettendo un lungo grugnito, mentre il suo petto si sporcava di bianco. Subito dopo sentì un gemito acuto dall'altro capo del telefono, seguito da lunghi respiri affaticati. «Mi si è macchiato anche il mento» sussurrò stanco il maggiore, facendo ridere entrambi. «È stato bellissimo» sussurrò, carezzandosi la pancia magra. «Lo è sempre con te» sorrise il minore, facendo arrossire l'altro, che non rispose. «Sei arrossito?» ghignò, iniziando a rivestirsi per poi ripulire velocemente il casino che aveva combinato. «Smettila, dai» sorrise, iniziando subito dopo a sentire freddo. «Rivestiti e pulisci tutto, prima che Yoongi ti trovi tutto nudo e a telefono con qualcuno» ridacchiò. «Subito» si alzò pigramente, pulendosi dal suo seme e rivestendosi. Sistemò le coperte e si risciacquò le mani, sentendo poco dopo l'auto di Yoongi in giardino. «Devo scappare, Kook. Ci vediamo dopodomani» sorrise, «ciao, amore mio» e, senza dargli il tempo di replicare, attaccò, cancellando il registro chiamate. «Tae, sono tornato» disse il marito, facendo il suo ingresso in casa. «Bentornato» sorrise, avvicinandosi per lasciargli un bacio sulle labbra. Quel bacio, però, durò più del previsto, tanto da far posare i cartoni di pizza sul tavolo mentre il maggiore dei due stringeva i fianchi stretti di Taehyung. «Le pizze si fredderanno» mormorò il biondo, staccandosi. «Mangiamo allora.»

L'indomani, Jungkook e sua moglie rimasero a casa, come da programma. «Buongiorno» sussurrò la moglie, stringendosi al petto di suo marito. «Buongiorno a te» sorrise, carezzandole i capelli sciolti. La guardò in viso, trovandola bella come sempre, anche senza trucco. Il fatto era che il corvino non aveva mai pensato che fosse una donna trascurata o che si sarebbe lasciata andare col tempo; sapeva che, pur lavorando, ella si manteneva sempre in forma per risultare bella agli occhi di tutti, in particolar modo, a quelli del suo coniuge. Ma dopo averle regalato un bacio e aver fatto quello che doveva essere amore, Jungkook si rese conto che – nonostante la sua bellezza – lui non l'amava più.

«Buongiorno, amore mio, vieni dalla mamma» sorrise Eonjin, allargando le braccia per prendere il figlio e portarlo in salotto, dove vi giaceva Jungkook. «Buongiorno, campione» sorrise questi ultimi, carezzandogli i capelli. «Ciao, papà» mormorò, accoccolandosi al petto della mamma, ancora frastornato. «Vuoi fare colazione?» ma Shin scosse la testa. «Ma come no?» mise il broncio il papà, facendo ridere il piccolo. Quando alzò lo sguardo, vide la moglie sorridergli, al che quasi arrossì. «Che c'è?» domandò dolce e curioso, ricevendo una scossa del capo in risposta; in più, la donna si avvicinò maggiormente a lui per lasciargli un bacio casto sulle labbra. Il corvino si ritrovò a sorridere quasi forzato, mentre spostava l'attenzione sul figlio. «Andiamo a fare colazione allora?» chiese di nuovo il corvino, prendendo per mano il suo bambino. «Ti preparo i pancake, ti va? Piacciono tanto anche alla mamma, non è così?» chiese, rivolgendosi alla donna, che – in vestaglia rigorosamente nera, come piaceva a Jungkook, – aveva annuito e che si stava avvicinando al tavolo per sedersi accanto al bambino. «Sicuro di riuscire a farli?» scherzò la donna, ricevendo una faccia fintamente triste in risposta. «Certo che so farli, cara» disse, facendo dissolvere il broncio che aveva messo. «Shin lo sa che sono un bravo cuoco, vero, piccolo?» si rivolse al nominato, il quale annuì vigorosamente, lamentandosi, però, dell'attesa. «Ho fame, papà!»
«Adesso hai fame, eh?»
«Ma, amore, ci vorrà un po' per fare l'impasto-» Eonjin venne bloccata dal corvino che estrasse una ciotola dal frigo. «L'ho preparato ieri» sorrise, mostrando gli incisivi da coniglietto. La donna rise sotto i baffi, annuendo ed alzando le mani. «Va bene, va bene, la cucina è tua» disse, portando una mano sotto al mento.
«Dolci in – si bloccò, pensandoci su – padella?!»

Jungkook si stava vestendo in camera da letto, mentre il piccolo Shin lo guardava, già pronto. «Come sto?» domandò, sfoggiando il suo outfit nero, che comprendeva dei semplici stivaletti, dei jeans, e un maglioncino. «Sei tutto nero» ridacchiò il bambino. «Non ti piace? A papà piace il nero.»
«Mi piace perché tu sei bello, papà» sorrise, dondolando le gambe sul bordo del letto. «Ah, sì, davvero?» sorrise, chinandosi alla sua altezza.
«Sì» rispose, annuendo con vigore. «Sono pronta!» urlò Eonjin, bussando alla porta. «Anche noi lo siamo» rispose Jungkook, aprendola. «Guarda come siamo belli» si vantò l'uomo, sedendosi e facendo appoggiare il figlio sulle proprie gambe. La donna si affrettò subito a scattargli un paio di foto, constatando subito dopo che fosse ora di andare. «Andiamo al parco giochi!» sghignazzò il piccolo, correndo verso la porta di casa. I genitori risero, raggiungendolo. «Andiamo.»

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sono tornata dopo una crisi di due giorno in cui non sapevo cosa scrivere.

spero di non avervi deluso!
alla prossima~

DOLCI PECCATI // KOOKV (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora