[4] capricci

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Dolci Peccati ;;
jungkook + taehyung

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«E che colore è questo?» chiese sorridente il castano, aspettando che il bimbo dicesse il nome del colore che vedeva in televisione. «Giallo!» esclamò, facendo battere le mani a Taehyung. «Bravo!» sorrise, carezzandogli i capelli scuri ma non troppo, identici a quelli della madre. «Domani torna la mamma, sei contento?» domandò, ricevendo un cenno del capo da parte di Shin. «Ti manca?»
«Sì» sorrise, «quel colore è blu!» indicò una superficie blu disegnata sullo schermo della televisione. «Sei bravissimo, piccolo» gli baciò la fronte, scompigliandogli i capelli. Entrambi sentirono la porta principale aprirsi, rivelando la figura di Jungkook con tante buste della spesa in mano. «Aspetta, ti aiuto» disse il maggiore, correndogli incontro per prendere qualche sacchetto dalle sue mani occupate. «Grazie» sussurrò, ricevendo un sorriso quadrato come risposta. «Ciao, campione» il genitore salutò il proprio figlio, abbassandosi alla sua altezza per poi allargare le braccia,
aspettando che il piccolo gli corresse incontro. Così fece, abbracciando Jungkook che cadde all'indietro, ritrovandosi seduto sul pavimento freddo ma avvolto dal calore del figlio. «Sei tornato, papà» sorrise, sedendosi tra le sue gambe. Taehyung guardò la scena come tutte le
volte che succedevano momenti simili: con felicità ma un pizzico di invidia negli occhi. Voleva bene a Shin e anche a Jungkook, ma anche lui avrebbe voluto tanto un bambino da amare e prendersene cura, perché Yoongi non desiderava lo stesso?
Sistemò le ultime cose nella dispensa e si avventò a passo spedito verso il bagno, mormorando a bassa voce un:«arrivo subito.»
Jungkook, notando il cambio d'umore dell'altro, fece per richiamarlo, ma il suono della porta che si chiudeva lo fece solamente sospirare profondamente. «Shin, andiamo a giocare?» propose l'uomo, volendo distrarre – anche se per poco – il bambino. «Facciamo che tu conti piano piano fino a dieci e poi vieni a trovare me e Taehyung, mh?» domandò, ricevendo un cenno del capo da parte del bambino. «Devo chiudere gli occhi?»
«Sì, e girarti contro la parete con questi begli occhietti chiusi chiusi, d'accordo?» disse, sorridendo alla reazione positiva del figlio. «Allora inizia; mi raccomando, fallo piano piano» e con questo si avviò a passo spedito verso il bagno, bussando più volte. «Taehyung, fammi entrare, ti prego» disse, sentendo il bambino alzare la voce:«Quattro...Cinque...»
«Shin deve trovarci, aprimi e parlami» insistette, picchiettando alla porta. Poi la sentì aprirsi nell'esatto momento in cui il bambino arrivò a dieci; si affrettò ad entrare nella stanza, focalizzandosi sull'immagine triste del maggiore. «Che succede?» chiese, carezzandogli una guancia. L'altro sospirò, abbracciando il minore, quel giorno vestito comodamente e non in giacca e cravatta. «È così sbagliato?» domandò, ma l'altro non riuscì a capire a cosa si riferisse. «Perché hai voluto che venissi anche oggi che è sabato, Jungkook? Non lavori, potresti goderti appieno tuo figlio, e invece hai voluto che passassi anche parte di questa giornata con te, con voi» sospirò,
mettendoci tutto se stesso per non crollare e piangere istericamente. Poi Jungkook capì, e allora ricambiò l'abbraccio mentre passava una mano possente sulla sua schiena magra e liscia. «Perché voglio stare con te e anche Shin lo vuole; capitano delle volte in cui la notte si sveglia e mi chiede se il giorno dopo verrai. Si è affezionato a te, come anch'io l'ho fatto ed è per questo che voglio averti qui anche oggi, capisci?» disse, mentre l'altro annuiva ripetutamente. «Dovresti seriamente parlarne con Yoongi; diglielo che desideri diventare genitore, faglielo capire, ma dagli il suo tempo, mh?» continuò, facendo ancora annuire l'altro che aveva la faccia quasi spiaccicata al suo collo. «Parla, fammi sentire la tua voce» chiese dolcemente, facendo alzare il capo a Taehyung. «Lo farò» sorrise, facendo scontrare i loro nasi assieme. «Papà, Taehyung, vi trovo!» sentirono il bambino sghignazzare e avvicinarsi alla porta del bagno – non chiusa a chiave – e i due si baciarono velocemente le labbra, staccandosi in fretta quando sentirono la porta aprirsi. «Ci hai trovati!» esclamò il maggiore, assumendo una faccia falsamente spaventata. Shin diede un leggero schiaffetto ai due uomini, «Presi! Ho vinto io» fece la linguaccia, correndo verso il salotto. I due lo seguirono ridacchiando, passando parte della mattinata assieme.

DOLCI PECCATI // KOOKV (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora