[11] la resa dei conti

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Dolci Peccati ;;
jungkook + taehyung

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«Stai scherzando?» mormorò incredula Eonjin, scuotendo il capo con veemenza.
Jungkook le aveva detto semplicemente: «Ti tradisco,» aggiungendo, «da due anni» e lo aveva fatto senza troppi giri di parole, troppo assurdo per la moglie per prenderlo sul serio.
«Guardami in faccia, guarda come sono combinato e dimmi se ti sembra che io stia scherzando» disse serio, quasi con una nota amara, di rabbia, nella voce.
«Non capisco» mormorò, «cosa c'entra poi il tuo viso?»
«Il marito del mio amante mi ha pestato oggi prima di andare a lavoro» disse, sospirando.
«Il-Il tuo amante?» ripeté, «mi tradisci con un uomo, Jungkook?» si alzò in piedi, la sua voce era ormai diventata stridula e gli occhi si erano fatti lucidi. Il diretto interessato non rispose, abbassò soltanto lo sguardo ed emise un altro sospiro. «È davvero questo quello che ti colpisce? Che ti tradisco con un uomo anziché con una donna?»
Strabuzzò gli occhi quando sentì una mano colpirgli la guancia già violacea, gonfia e dolorante, e un'imprecazione non poté non uscirgli dalle labbra anch'esse enormi. «Mi fai schifo» disse la donna, mentre le lacrime scendevano copiose sulle sue guance. «Chi è? E perché l'hai fatto, Jungkook?»
«Taehyung.»
«Il babysitter?!» sbraitò, portandosi una mano nei capelli, quasi a volerseli strappare.
«Si è offerto solo perché ero io, non è un babysitter.»
«Vi siete divertiti molto, immagino» disse ironica, «immagino che quella puttana ti sia saltata addosso non appena ho messo un piede fuori casa.»
«Non ti permettere di chiamarlo puttana, hai capito? Insultarlo non risolverà le cose e poi sono stato io ad iniziare.»
«Hai un figlio, Jungkook, un figlio, e tu pensi a spassartela. Perché?»
«Mi piaceva, Eonjin» disse, «e mi piace.»
«Sei patetico» rispose e gli tirò un altro schiaffo, correndo subito nella – ormai non più – loro stanza.
«Cazzo, Eonjin!» la seguì, trovando un'enorme valigia sul letto e i suoi vestiti e quelli di Shin al suo interno.
«Shin resterà con me» si impose serio, facendo ridere la donna.
«Non lasceranno mai un bambino al padre, starà con me» ripose lei, continuando a riempire il bagaglio. Vi mise anche il suo intimo – perfino il più seducente – e tra i vari capi c'era anche quello che Taehyung indossò per provocarlo.
Porca puttana, pensò, era impossibile non pensare a lui.
«Non lasceranno mai un bambino ad una donna che non abbandonerà mai i viaggi di lavoro. Con chi crescerà, con la nonna? Ha un padre e il suo compagno, non ti lascerò avere mio figlio.»
«Sei davvero un gran pezzo di merda, i miei complimenti» disse Eonjin, chiudendo la valigia. «Il mio bambino non starà con due froci.»
«Con uno dei due ci sei sposata e non ti sei mai lamentata quando ti scopavo! Lo hai sempre saputo, dannazione!» la prese per il polso, ma non le fece male, non arrivava di certo a questo.
«Lasciami» mormorò la donna, «non vedrai Shin per il resto della tua vita» strinse i denti, e Jungkook la lasciò andare.
«Passo a prendere il resto della mia roba quando mi pare, e me ne vado solo perché questa casa l'hai ereditata da tuo padre.»
«Oltre a mio figlio vuoi pure la casa? Non ti basta tutto quello che hai?»
«Fottiti, Jungkook!» urlò, ormai davanti alla porta d'ingresso. «Per dimostrarti che non ho bisogno delle tue cose,» assottigliò gli occhi, «aspettati una lettera dall'avvocato» e chiuse la porta alle sue spalle.
Jungkook aveva davvero voglia di spaccare tutto, ma quello che lo circondava era costruito o disegnato da Shin, e tutti quei giocattoli erano stati comprati per lui, come avrebbe potuto rompere qualcosa che gli ricordava una delle due persone che non voleva perdere?
Ora come ora non era più molto sicuro di poter tenere Shin con sé e, tra le lacrime compose il numero di telefono di Taehyung.
«Taehyung? Hey, vieni a casa, ti prego.»

DOLCI PECCATI // KOOKV (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora