[6] è finita

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Dolci Peccati ;;
jungkook + taehyung

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Taehyung si svegliò circondato dalle braccia magre del marito, ancora a letto con lui. Guardò la sveglia sul comodino per accertarsi che non fosse tardi, e quando riuscì a sporgersi abbastanza da riuscire a leggere l'orario notò che mancava mezz'ora affinché suonasse. Gli carezzò i capelli e lasciò qualche bacio sul suo volto dormiente, sorridendo leggermente ad ogni mugolio che, nel sonno, il biondo emetteva. «Tae» bisbigliò, stringendogli maggiormente i fianchi. Yoongi tenne gli occhi chiusi, iniziando a lasciare dei piccoli baci sul suo collo, fino a scendere e a toccare con le labbra la sua spalla, abbassando la la bretella nera della tutina nera che il minore indossava per baciare anche quel punto. Taehyung fremette al contatto e sobbalzò quando si rese conto che avevano fatto tutto ciò con così tanta lentezza da far passare mezz'ora. Yoongi, che si era alzato con il busto per sovrastare suo marito, si ritrovò ad emettere un gemito frustrato, ri-sprofondando tra le coperte. Taehyung roteò gli occhi, spegnendo brutalmente la sveglia. Guardò il biondo sorridendo, stampandogli un bacio sulle labbra. «Buongiorno» disse, spostandogli i capelli che gli ricadevano sulla fronte. «'Giorno» ricambiò il saluto; le sue labbra erano ancora poggiate sul cuscino. «Ci rifaremo la prossima volta» rise il minore, riferendosi al fatto che fossero stati bloccati sul nascere. L'altro annuì, accennando anch'egli un sorriso divertito. «Vado a vestirmi, mh?»
Il castano annuì, rimanendo ancora un po' a letto. «Vai» sorrise, lasciandogli un altro bacio sulle gemelle.

«Grazie e arrivederci!» esclamò Taehyung, salutando un cliente abituale. Erano le sei del mattino ma, come sempre, c'era un via vai di persone pronte per andare a lavoro; i ragazzi, invece, entravano per comprare qualcosa prima di scuola, ovvero tra le sette e mezzo e le otto in punto.
Jungkook tardò di un quarto d'ora quel giorno, e non per prendersi cura della moglie, anche perché lei era già andata via. Aveva pensato a cosa dire al castano: era giusto oppure sbagliato quello che aveva pensato?
«Buongiorno» fece il suo ingresso, sedendosi sul solito sgabello di fronte al bancone. «Ciao» sussurrò il maggiore, voltandosi verso di lui, tranquillo. «Che vuoi?»
Il minore aggrottò la fronte, assumendo un'espressione interrogativa sul volto. «Come che voglio?»
Taehyung non poté non ridere. «Jungkook, che vuoi che ti serva?»
Il nominato si portò una mano sul volto, scuotendolo. «Scusa, stamattina non è giornata» disse, e l'altro sorrise comprensivo. «Tutto okay?» domandò, ma ricevette un cenno del capo negativo. «Ieri ho litigato con Eonjin.»
Il più grande rimase sorpreso e, visto che il minore non gli aveva chiesto ancora cosa desiderasse mangiare, iniziò a preparargli un cappuccino. «Che è successo?» domandò, e nel frattempo indicò un cornetto al cioccolato e un dolce allo yogurt. «Conoscendoti...» lasciò la frase in sospeso, pensandoci un momento, «...dolce allo yogurt?» chiese, e Jungkook annuì, lasciando che un sorriso gli spuntasse sulle labbra. «Quindi, mi dici perché avete litigato?» chiese di nuovo, ricevendo un cenno di assenso da parte del più piccolo, che iniziò a parlare solo dopo pochi minuti. «Eonjin ama lavorare più di prendersi cura di Shin e stare tutti insieme. Voglio dire, capisco che tutte le madri lavorino sodo per i propri figli, ma non si dovrebbe arrivare a fare ancora viaggi di lavoro. Non vedo Shin particolarmente affiatato con lei, eppure è la sua mamma. Proprio per questo, ieri, quando sono tornato, ho trovato un caos in cucina e nel salotto, e, per giunta, mio figlio piangeva come un disperato. Lei poi ha iniziato a darmi contro, dicendo che io torno sempre tardi a casa e mai allo stesso orario, che lei non solo deve lavorare, ma deve anche prendersi cura di suo figlio e farmi trovare la cena pronta quando rincaso. A quel punto mi sono arrabbiato e le ho detto che non sono un vecchio brontolone e che posso aspettare tutto il tempo che le serve per cenare, non le ho mai imposto niente perché so quanto può essere dura. Non ho neanche la possibilità di aiutarla, dato che sono fuori tutto il giorno, e così mi sono spinto un po' troppo oltre, dicendole – in modo brusco – che lei è interessata solo al lavoro e non alla sua famiglia. Mi sono calmato solo quando l'ho vista in lacrime» spiegò, alzando solo allora lo sguardo verso il viso del maggiore. Questi annuì, quasi distrattamente, appoggiando le braccia sul bancone. «Posso dire la mia?» domandò, ricevendo un cenno del capo positivo. «Hai ragione.»
«Non si tratta di avere ragione, Tae.»
«Lo so, voglio dire, – si morse le labbra – tua moglie non dovrebbe passare così tanto tempo a lavoro. Tua suocera, avrà anche lei qualcosa da fare, e in ogni caso non vedo perché Shin debba crescere con la nonna se ha due genitori» spiegò, facendo annuire l'altro. «Non è una cosa meravigliosa passare il proprio tempo a casa con il proprio figlio, sangue del proprio sangue?» domandò, guardando fisso nel vuoto. «Pagherei per poterlo fare» aggiunse, e spostò lo sguardo dal pavimento solo quando Jungkook gli toccò una mano. L'accarezzò lentamente, trattenendosi dalla voglia di baciarlo. «La penso come te, ma per lei non è così.»
Taehyung annuì, «avete risolto?»
«Uhm, ecco – tossicchiò – a proposito di questo – si grattò il capo – avevo da dirti qualcosa. Hai letto i messaggi, vero? Non sei più arrabbiato?»
«Non ero arrabbiato con te, lo ero con me stesso. E sì, ho letto i messaggi. Mi spiace aver risposto a monosillabi. È che – si bloccò, non sapendo se dirglielo o meno – è che ieri era il mio anniversario di matrimonio con Yoongi, e ci siamo visti soltanto di sera» spiegò, ammirando, anche se involontariamente, il bracciale che gli aveva regalato.
Jungkook ritrasse la mano, sentendo uno strano nervosismo. Era geloso? Probabilmente era così, ma se gliel'avessero chiesto l'avrebbe negato.
«Potevi dirmelo, non ci saremmo proprio visti» disse freddo, iniziando a bere il cappuccino. Ricevette un «era a lavoro» come risposta.
Annuì frettolosamente, pagandogli il cappuccino e la torta che neanche aveva mangiato. «Quando finisco a lavoro, stasera, fatti trovare qui fuori, dobbiamo parlare» disse, e senza lasciargli il tempo di replicare, uscì dal bar, avviandosi verso l'edificio in cui lavorava.

Taehyung aveva finito il suo turno alle cinque e mezzo, ma era rimasto mezz'ora ad aspettare il corvino. Era davvero ansioso sulla questione che i due avrebbero affrontato, e forse l'aveva già intuita. Passò il tempo a guardarsi i piedi, alzando lo sguardo solo quando sentì il clacson della macchina del suo amante. Credeva che col passare delle ore, quel giorno, avrebbe smesso di fare quella faccia arrabbiata, ma evidentemente si sbagliava. Lo guardava ancora irato, aspettando che salisse. Quando lo fece rimasero per un po' in silenzio: il maggiore aveva capito che non sarebbe bastato un bacio per fargli togliere quell'espressione dal volto.
«Sei geloso del mio matrimonio?» disse all'improvviso, girandosi per guardarlo negli occhi. «Perché, tu no?» rispose ovvio, senza far passare neanche due secondi dalla domanda del più grande. «Cosa credi, che mi dimentichi il tuo sguardo quando due anni fa hai fatto da babysitter a mio figlio?»
«Che c'entra questo?!» esclamò arrabbiato, iniziando a gesticolare. «Ti sei ingelosito anche tu quando ho parlato con Eonjin per telefono, e quando stavi con Shin non facevi altro che fare la ragazzina presa a male perché tuo marito non ne vuole di bambini!» aveva perso di nuovo il controllo, e stava parlando troppo proprio come aveva fatto la sera precedente con sua moglie. «Sei un fottuto stronzo!» urlò, «non farti vedere più, mi fai schifo» provò ad uscire, ma l'altro riuscì a fermarlo prima. «No, Taehyung, aspetta» disse, tenendolo fermo per far sì che lo guardasse negli occhi. «Non volevo, mi dispiace» sussurrò, rendendosi conto solo dopo del fatto che anche lui stesse piangendo, per colpa sua e della sua bocca che non riusciva a tenere chiusa. «Pur di non ammettere che sei geloso arrivi a dirmi queste cose così direttamente? Sai come ci soffro sulla questione dei bambini, ma vedo che non ti interessa, quando si parla della tua reputazione» disse, portandosi una mano alla bocca per fermare i singhiozzi. «Dobbiamo finirla qui» disse, tirando su col naso e asciugandosi le lacrime. «Tu sarai più calmo con tua moglie e io me ne starò con Yoongi, è così che deve essere. È stato solo lo sbaglio di una volta che si è ripetuto troppe volte» disse, non degnandolo neanche di uno sguardo. Si girò solo quando sentì un silenzio assordante, e il rumore di alcune goccioline: ma non stava piovendo, era Jungkook, ora, che stava piangendo. Taehyung non poté fingere una faccia indifferente, e il motivo era perché non si vergognava di essere umano e di dimostrare la paura, la gioia e altri sentimenti, in questo caso la sorpresa. La sorpresa di vedere il suo amante in lacrime, devastato dalle sue parole. Il minore portò la testa sul volante, incapace di parlare, restandosene in silenzio. «È questo che vuoi? È questo che pensi?» chiese, ma non ottenne risposta. «È stato davvero uno sbaglio di una volta ripetutosi per due anni, Taehyung? Sei ancora convinto che tutto questo è solo lussuria, che io voglio il tuo corpo e che tu vuoi il mio?» alzò la voce, ma questa volta si poteva capire che era disperato, non geloso o arrabbiato. «Tu cosa volevi dirmi, allora?»
«Non lo so, non lo so» disse, «forse che avremmo dovuto iniziare a vederci di meno, ma non a lasciarci, Taehyung» disse, asciugandosi le lacrime e carezzando il viso dell'altro. «Per favore, non scappare da me non appena incontri un problema, credi che starai meglio? Possiamo farcela insieme, hyung. Non voglio lasciarti andare via, ti prego» disse, abbracciandolo forte. Il maggiore ricambiò istintivamente, non riuscendo neanche ad immaginare un giorno senza di lui. «Perdonami» sussurrò il più piccolo, baciandogli una guancia, «non so cosa mi prende ultimamente» continuò, arrivando a toccare con le labbra anche il collo abbronzato. «Scusami anche tu» rispose il maggiore, carezzandogli i capelli. Jungkook alzò lo sguardo, fissando intensamente il suo hyung.
«Allora, mi baci o no?» questi ultimi gli rivolse un caldo sorriso, e il minore non perse tempo a fare quello che gli aveva chiesto.
Si ritrovarono subito sui sedili posteriori, sdraiati, a sbottonarsi i pantaloni e fare quell'atto peccaminoso ancora una volta. Urli, gemiti, graffi, sospiri, baci, sudore, orgasmi... Lo avevano fatto di nuovo, incapaci di resistersi.
«Perché non riesco a lasciarti andare via?» chiese il maggiore, sdraiato sul corpo nudo del più piccolo, mentre gli carezzava i capelli. «Perché non è solo sesso.»

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1k già... voi siete pazzi🙄🙄💜💜 ily all

fatemi sapere che ne pensate sui tradimenti in generale e di quello di questi due !!

DOLCI PECCATI // KOOKV (#Wattys2019)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora