When We Were Lovers

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"To save the night | the night was all we saw | That's what the darkness is for"

Jack Savoretti. When We Were Lovers.



Sauchiehall St., Glasgow, 3 luglio

Ore 12:58 AM

Quello che colpì maggiormente Ewan della Glasgow notturna fu il suo profumo. Era fresco e riposante al tempo stesso, un mix di acqua, terra e vita. Mentre camminava al fianco di Amelia verso posti che non conosceva non riuscì a fare a meno di notare il profumo di quella città. Ci avrebbe potuto scrivere una canzone e forse lo avrebbe fatto.

Accanto a lui la ragazza passeggiava con calma, tenendo le braccia incrociate davanti al petto e facendo scorrere con dolcezza gli occhi sui palazzi della sua città. Il leggero giacchino di pelle riverberava dei bagliori ambrati dei lampioni mentre seguiva il lento ondeggiare del suo corpo. Di tanto in tanto si voltava verso Ewan, scoprendolo quasi sempre intento a osservarla. Gli sorrideva e riprendeva a guardare davanti a sé.

Al ragazzo quell'atmosfera stava piacendo particolarmente. Prima di diventare famoso con i suoi amici e di fondare gli Shards era sempre stato un'anima notturna. Aveva visto Londra molto più spesso con il buio che con la luce e una parte di sé continuava a vivere bene sotto la luna. Per tale ragione in quel momento si sentiva a proprio agio, soprattutto perché sapeva che fra lui e Amelia si era formata un'atmosfera unica, una bolla sospesa che avrebbero fatto scoppiare solo quando fosse stato il momento giusto.

«Siamo quasi arrivati» volle informarlo Amelia a un certo punto.

«Dove stiamo andando?» domandò Ewan, voltandosi verso la ragazza.

«Dietro l'angolo c'è un piccolo pub, un posto tranquillo dove vengo spesso con una mia amica.»

«Sembra carino» sorrise lui.

«Lo è» esclamò Amelia, sorridendo a sua volta. «Inoltre passano ottima musica alla radio e la tengono sufficientemente bassa per riuscire a conversare senza dover urlare» precisò.

Ewan la guardò con attenzione quando lei finì di parlare. Fece scorrere lo sguardo sui suoi lineamenti, il naso leggermente all'insù, le labbra piene e rosee, gli occhi allungati dall'eyeliner nero; notò le lentiggini sul naso e sugli zigomi, che le donavano molto e il piercing al setto nasale, una sottile anella argentata. Aveva un viso particolare; non convenzionale ma indubbiamente affascinante.

Ripensò al modo in cui gli eventi si erano evoluti per permettere a loro due di trovarsi lì in quel momento e di come entrambi avevano giocato un ruolo decisivo per far ruotare quegli eventi a favore. Ewan credeva nel destino; in modo ingenuo, forse, ma ci credeva e per lui l'incontro con Amelia aveva esattamente le sembianze di qualcosa voluto dal destino.

La ragazza si fermò d'improvviso davanti all'ingresso di un locale. Il posto faceva angolo e aveva un'alta vetrata che consentiva di vedere dentro, sulla sala costellata di tavolini in legno. Le luci erano calde e studiate per dare un'atmosfera rilassante. Alla sinistra del lungo bancone c'era un piccolo palco, per le band.

«Eccoci. Se pensi possa andare bene, entriamo» disse Amelia, rivolgendosi al cantante.

Ewan analizzò il locale una seconda volta, soffermandosi sulle poche persone presenti all'interno. Acconsentì e seguì la ragazza all'interno.

Amelia's scribbleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora