Not With Haste

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"Your eyes, they tie me down so hard | I'll never learn to put up a guard"

Mumford & Sons. Not With Haste.




Euston Station, Londra, 14 agosto

Ore 12:05 PM

Quando il treno cominciò a rallentare la corsa, Amelia si sentì risvegliata dalla sensazione di torpore che l'aveva avvolta almeno un paio di ore prima. Chiuse il libro che teneva in grembo, di cui non aveva più letto una sola parola da un po', e lo mise nel piccolo trolley che si era portata con sé. Si stiracchiò, sistemandosi la camicia e lanciò uno sguardo fuori dal finestrino.

Glasgow e Londra erano divise da quattro ore e mezza di viaggio. La ragazza era rimasta tutto quel tempo in treno a vedere la campagna scozzese trasformarsi in quella inglese, ad abbozzare qualche schizzo sul suo quadernino, a cercare di dormire - tentativi in cui aveva miseramente fallito ogni volta - e a leggere il romanzo che aveva iniziato da pochi giorni. Nonostante si fosse tenuta impegnata in tutti quei modi, le ore del viaggio le erano sembrate eterne e più si avvicinava a Londra più la sua ansia cresceva. Forse era per colpa di ciò che non era riuscita a dormire durante il viaggio, o che non ricordava a che pagina fosse arrivata a leggere.

Dopo aver sentito Jacob Okoye per la seconda volta, a distanza di un solo giorno, e aver accordato con lui la prima data disponibile per poter incontrare gli Shards e parlare delle grafiche della nuova tournée, Amelia non era riuscita a rilassarsi un solo istante. Aveva subito chiesto i giorni di permesso necessari - due - per assentarsi dal lavoro e aveva controllato la mail continuamente in attesa dell'arrivo dei biglietti del treno che la casa discografica della band le aveva pagato perché raggiungesse la capitale inglese - insieme a una stanza d'albergo in cui passare la notte prima di rientrare in Scozia. L'incontro che avrebbe potuto cambiarle la vita sarebbe avvenuto quel pomeriggio alla sede londinese della Virgin, l'etichetta che aveva sotto contratto gli Shards.

Era la terza volta che raggiungeva la capitale, ma mai per un motivo tanto importante. Cominciava a sentirsi davvero in agitazione e, con sua sorpresa, impotente. Veniva da una grande città, ma Glasgow non poteva competere con Londra. Lì vi erano più di otto milioni di persone ed era sconfinata, al punto da far sembrare la metropoli scozzese molto più simile a un paesello di periferia. Amelia non vi era mai stata da sola ed era la cosa che la preoccupava maggiormente di tutta quella situazione dover affrontare un incontro di tale portata senza qualcuno che le facesse forza, che la motivasse a dovere. Non che avesse sempre bisogno di qualcuno del genere alle sue spalle, ma quella volta un po' di compagnia, almeno prima di fare il grande passo, le avrebbe fatto comodo. Soprattutto perché avrebbe dovuto raggiungere la sede di una major discografica per incontrare il suo gruppo preferito e rivedere, dopo oltre un mese, Ewan.

Afferrò la valigia e si apprestò a scendere dal treno, che stava rallentando sempre più ed era in procinto di fermarsi nella stazione di Euston. Appena posò il primo piede sulla banchina si rese subito conto del traffico umano che affollava quel luogo ed era solo arrivata in stazione. Decise di fermarsi da un lato della banchina e controllare il percorso che avrebbe dovuto compiere per raggiungere l'albergo. Si era segnata sulle note dello smartphone tutto il tragitto, con appuntate fermate e corse metropolitane, e, dopo averle rilette e annotate nella mente, sia avviò con passo sicuro in quella soleggiata e - fin troppo - calda giornata di metà agosto. Lungo il tragitto cercò di far caso a quanti più particolari possibili, tentando di trovare un po' d'ispirazione per qualche disegno, ma sapeva già che non ci sarebbe riuscita. Sentiva qualcosa di molto simile a un peso sul petto, qualcosa che la stava lentamente corrodendo dentro. Sapeva che quella era ansia, che era agitata per l'appuntamento che si stava avvicinava e a cui mancavano poco più di tre ore.

Amelia's scribbleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora