Song 6

211 11 3
                                    


"And everybody is chasing the beauty the don't have | and I, oh I, I'm chasing you."

George Ezra. Song 6.




Sala prove degli Shards, Shaftesbury Ave., Londra, 7 agosto

Ore 11:19 AM


Un sole splendente illuminava la città di Londra. Il vento aveva spazzato dal cielo le nubi, permettendo al suo azzurro cristallino di brillare sopra la città. In quella mattina soleggiata e calda, nella sala prove affittata dagli Shards, si trovava Ewan. Il suo umore non rispecchiava affatto la bella giornata, al contrario. Il ragazzo era malamente seduto sul divanetto in ecopelle nera, fra le mani la sua mini tastiera Casio su cui suonava distrattamente poche note. Teneva gli occhi fissi in un punto imprecisato della stanza, la mente che vagava lontana.

Era passato poco più di un mese dal concerto di Glasgow, dal suo incontro con Amelia. Gli Shards avevano ultimato anche la seconda parte del tour europeo ed erano rientrati a Londra, la loro città,per concedersi alcuni mesi di riposo prima della tournée che li avrebbe condotti a promuovere l'album nuovo negli Stati Uniti e in Canada.

Nei giorni di stop Ewan era solito concedersi sempre del tempo permettersi in pari con la serie tv che amava seguire e che gli risultava difficile guardare con continuità negli spostamenti fra una città e l'altra.

In quel periodo, però, anche le migliori serie tv sembravano aver perso interesse per lui. Si ritrovava sempre più spesso a pensare ad Amelia. Nei giorni successivi al loro primo incontro aveva controllato la mail anche più volte al giorno nell'assoluta speranza di scoprire che lei gli aveva scritto. Tuttavia non era mai accaduto. Mano a mano che i giorni trascorrevano Ewan si rendeva sempre più conto che forse quello che per lui era stato un bellissimo incontro poteva non essere stato tale per la ragazza.Sebbene in un primo momento si fosse convinto che anche per Amelia la loro uscita nella Glasgow notturna fosse stata un piacevole momento,il fatto che in un mese lei non gli avesse scritto neanche un semplice saluto lo aveva portato a dubitare drasticamente della cosa.

In compagnia di Trent, Chase e Chris non ci pensava, ma quando i suoi compagni non erano con lui il pensiero di quella ragazza si ripresentava ogni volta, unitamente al ricordo del profumo della città. Tentava di farsene una ragione, si ripeteva che le cose erano andate in quel modo e che lui aveva comunque fatto la sua parte per poter riuscire a rivederla ancora. Era probabile che non fosse destino; in fin dei conti lui credeva nel destino e di conseguenza non poteva che credere che le cose erano andate come avrebbero dovuto.

Si sforzò di pensare ad altro ancora una volta, decidendo di concentrarsi nella ricerca di una musica in grado di accompagnare le nuove parole che aveva scarabocchiato su un block notes nei giorni precedenti. Tuttavia le note ancora non volevano saperne di venirgli in testa, anche se continuava a suonarne a caso sulla tastiera. Quando non riusciva a smettere di pensare a qualcosa era sempre così. Arrivavano solo le parole, proprio come in quel momento. La situazione lo faceva sentire abbastanza demotivato. Vista la marea di frasi che gli si stavano accavallandosi in mente, però, pensò che non avesse senso lasciarle scappare così; forse, in un momento migliore per la sua creatività,sarebbe riuscito a tirarci fuori qualcosa di buono.

Si sporse verso il basso tavolino alla destra del divano, afferrando il block notes e la matita. Mise quest'ultima fra i denti - come aveva il vizio di fare - ordinando il caos di lettere che gli si presentava in testa. Cominciò a buttare giù le prime parole alle quali - grazie alla capacità che aveva più l'aspetto di un dono nel suo caso - ne seguirono altre, unendosi in frasi più articolate, che già avevano un suono.

Amelia's scribbleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora