Your Love Is My Favorite Band

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"I know you like to do me wrong | But your love is my favourite song | I knew you wouldn't understand | But your love is my favourite band"

The Vaccines. Your Love Is My Favorite Band




Manchester Arena, Manchester, 21 novembre

Ore 8:58 PM

Quattro anni dopo

Nel camerino che condivideva con i compagni di sempre, Ewan stava mettendo tutto sottosopra. Aveva sfilato dal suo borsone ogni indumento, inclusi quelli puliti e stirati che avrebbe infilato una volta sceso dal palco.

Vittima principale di quella sua agitazione fu Chris, troppo vicino a lui per impedire che gli abiti gli volassero addosso. Il tastierista bloccò lo smartphone e lanciò un'occhiataccia in direzione del cantante. «Quanta roba hai infilato lì dentro?» sbottò, temendo di essere, a sua insaputa, alle prese con l'equivalente maschile della borsa di Mary Poppins. Asciugamani, maglie, pantaloni, c'era perfino una bandiera; di tutto stava uscendo da quel dannato borsone.

Ewan, inginocchiato sul pavimento, si arrestò e sollevò lo sguardo sull'amico. «Non c'è» disse, quasi a motivare il caos che, era consapevole, stava facendo.

«Non c'è cosa?»

«La mia t-shirt della NASA» rispose il cantante, ricominciando a frugare nonostante il borsone fosse ormai del tutto svuotato del suo contenuto.

«Tutto 'sto casino per quella maglia?» esclamò Chris. Si appoggiò di peso allo schienale del divano su cui stava e sollevò le braccia al cielo. «Ne hai tipo sei di t-shirt della NASA» gli ricordò.

«Sì ma non stasera e non qui.»

«Beh, Ewan, qualcosa dovrai pur metterti addosso. Non ti faremo salire sul palco a torso nudo» intervenne Trent, con il suo abituale tono austero.

«Alle fan piacerebbe» si intromise dal fondo della stanza Chase, finendo di masticare un pezzetto di cioccolato che si era da poco messo in bocca. Gli altri tre lo guardarono di sbieco, ma il ragazzo si limitò a una lieve smorfia seguita da un'alzata di spalle.

«D'accordo» sospirò il cantante. «Vorrà dire che terrò questa» concluse, tirando appena la stoffa dell'indumento che indossava. Si alzò in piedi, rimettendo alla rinfusa i vestiti nel borsone. Tuttavia continuava a ripensare alla cosa. Quella maglietta della NASA, lo sapeva, l'aveva portata con sé.

La porta del camerino si aprì e Ronan, il tour manager degli Shards, infilò la testa oltre la porta. «Stanno iniziando» li informò, per poi scomparire di nuovo. Sintetico e di poche parole, non si poteva negare fosse un uomo efficace quando si trattava di dare informazioni. Ciò che voleva lasciare intendere con quella sua sbrigativa apparizione era il fatto che la band supporto che avrebbe aperto il concerto degli Shards era appena salita sul palco.

I quattro ragazzi si alzarono, pronti per avviarsi in quel punto del backstage dove il loro fonico di palco li avrebbe agghindati con tutto il necessario per amplificare i loro strumenti. Lungo il corridoio che portava al palcoscenico, Ewan cominciò a sentirsi eccitato e nervoso. Le, ormai, centinaia di volte in cui si era esibito in un live show non gli erano bastate per non sentire l'ansia montare quando si avvicinava allo stage, consapevole del numero di persone alle quali erano stati staccati i biglietti per la serata. Quando iniziava a cantare tutta quell'agitazione gli scivolava di dosso, l'adrenalina lo inondava e lui si divertiva per tutto il tempo. Tuttavia, prima che quelle sensazioni potessero avvolgerlo doveva sempre fare i conti con quella salubre agitazione pre-concerto.

Amelia's scribbleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora