Beautiful Birds

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"But one day you asked for a different song | One that I just couldn't sing | I got the melody sharp and the words all wrong"

Passenger. Beautiful Birds





Starbucks coffee, Shaftesbury Ave, Londra, 7 settembre

Ore 9:45 AM

Mancavano ancora quindici minuti all'appuntamento con gli Shards. Amelia aveva pensato di arrivare prima - molto prima - per evitare di fare brutte figure. Non conoscendo Londra non era così sicura di riuscire a trovare subito quel posto, dovendo destreggiarsi fra fermate metropolitane, vie e laterali, invece era riuscita ad arrivare senza incontrare troppi problemi e con parecchio anticipo sull'orario previsto. Per sua fortuna, però, proprio di fronte all'edificio in cui di trovava la sala prove degli Shards c'era un caffè Starbucks, uno delle decine di locali della catena che tempestavano la città. Ci si era chiusa dentro, ordinando un mocaccino, e aveva individuato un tavolino perfetto, proprio di fronte alla vetrata, che le consentiva di tenere sott'occhio la situazione in strada. Se Ewan - o qualcuno degli altri ragazzi - fosse arrivato, lei lo avrebbe visto di sicuro. In quel lasso di tempo aveva deciso di mettersi a lavorare, così aveva estratto il portatile dalla borsa - poiché lo portava quasi sempre con sé in quel periodo - e approfittando della confessione Wi-Fi del locale aveva iniziato a lavorare a qualche nuova tavola, sistemando le grafiche di cui aveva discusso solo due giorni prima con Ewan.

Il pensiero del ragazzo era ormai qualcosa di fisso nella sua mente. Quella notte si era addormentata con una felicità addosso che non provava più da tempo al pensiero della serata che aveva trascorso con il ragazzo e al bacio conclusivo che si erano scambiati. Ancora stentava a credere che fosse avvenuto tutto davvero, al punto che quella mattina il suo umore era cambiato. Non era più incredula ed emozionata, ma si sentiva insicura. C'era una parte di sé, quella che emergeva sempre con forza in simili momenti, che sembrava intenzionata a non voler lasciare che si creasse aspettative. Quella metà della sua personalità le considerava solo illusioni e voleva evitarle più di ogni altra cosa, perché spezzavano solo il cuore. Così facendo la ragazza era di nuovo alle prese con le sue insicurezze più grandi, i dubbi, le domande. Non le piaceva stare in quello stato, perché spesso si ripercuoteva anche su tutto il resto. Spesso trovava complicato essere sé.

Si ripeté nella testa di smetterla di riesaminare sotto tutti i punti di vista possibili quanto era successo con Ewan. Da quando si era svegliata quella mattina aveva pensato a ogni tipo di scenario possibile sul loro primo incontro quel giorno. Si era detta che se lui l'aveva baciata era perché comunque le piaceva - anche se non aveva osato indagare quanto e come - e subito dopo si era anche detta che lui, dopotutto, la sera prima aveva bevuto. L'alcol forse lo aveva spinto a compiere quel gesto; forse se non avesse toccato nemmeno una birra tutto ciò non sarebbe successo. Era quell'ultimo il pensiero che più le rimbalzava in testa, scatenando tutte le sue insicurezze più caratteristiche.

Cominciava a sentirsi in ansia per il momento in cui avrebbe incrociato lo sguardo di Ewan, quei suoi occhi blu che sembravano sempre in grado di farle provare sensazioni infinite. In un modo o nell'altro qualcosa avrebbe capito e avrebbe fatto almeno un po' di chiarezza dentro di sé, scacciando quel caos che ormai l'attanagliava. Era solo questione di tempo.

Tornò a concentrarsi sul lavoro, tendendo l'orecchio quando si accorse che alla radio stava passando Beautiful Birds di Passenger. Riprese a disegnare linee sulla tavoletta grafica, il programma di elaborazione digitale aperto sul portatile. Si stava esternando dal locale, si stava per dimenticare di Ewan e di quanto era avvenuto solo poche ore prima, quando fu riportata alla realtà.

Amelia's scribbleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora