"So Eleanor, put those boots back on | Put the boots back on and run | Run, come on over here, come on over here, come on over here"
Franz Ferdinand. Eleanor Put Your Boots On
Starbucks coffee, Shaftesbury Ave, Londra, 14 ottobre
Ore 9:37 AM
"Per fare pace con un ragazzo bisogna prima fare pace con i suoi amici". Così le aveva detto Pani prima di salutarla alla stazione di Glasgow, per poi stringere l'amica in un lungo, incoraggiante, abbraccio. Amelia sapeva che aveva ragione, per questo nelle quattro ore di viaggio che la separavano dalla capitale aveva deciso di studiare attentamente le sue prossime mosse.
Era arrivata nella capitale la sera precedente e aveva raggiunto l'ostello in cui aveva affittato un letto per le tre notti successive, incontrando i suoi temporanei compagni di stanza. Quelle erano tutte spese che avrebbe potuto benissimo risparmiarsi se solo non fosse scappata da Ewan, ma si disse che così, almeno, avrebbe imparato la lezione, soprattutto perché non era affatto certa che lui l'avrebbe perdonata per il suo comportamento - e, in tal caso, lei non lo avrebbe certo biasimato.
Seguendo il consiglio della migliore amica, Amelia aveva deciso di scusarsi con ciascun membro degli Shards, lasciando Ewan per ultimo. Sperava che raccontando le reali motivazioni che l'avevano portata ad allontanarsi da Londra, Chase, Chris e Trent l'avrebbero aiutata a riappacificarsi con Ewan. Voleva incontrare i tre separatamente, chiedere loro scusa, sperando che le cose andassero per il meglio. Per quello si trovava lì, nello Starbucks di fronte alla sala prove degli Shards, il luogo in chi sapeva avrebbe potuto incontrarli tutti. In quel momento, però, ne stava aspettando uno in particolare.
Si era seduta in uno dei tavolini più appartati, il cappuccio della felpa in testa e il libro fra le mani per far scorrere il tempo. Si era appostata come nei film, sentendosi quasi un'agente segreto. Era lì da più di mezz'ora, ormai, e, dopo il mocaccino che stava finendo di bere, aveva pensato di concedersi la colazione che, anche complice l'ansia, non era riuscita a mandare giù quella mattina.
Non sapeva se sarebbe riuscita a mandare giù un boccone, si sentiva agitata all'idea di rivedere i quattro Shards. Ancora non sapeva bene cosa avrebbe detto loro, da che parte avrebbe iniziato a raccontare la sua verità, se i ragazzi l'avrebbero capita o, al contrario, si sarebbero accaniti contro di lei, spezzandole definitivamente il cuore. Impossibile stare calmi con tutte quelle incognite addosso, impossibile anche solo pensare di mangiare qualcosa.
Tornò a concentrarsi sulla lettura, tenendo però l'orecchio ben teso verso la porta, così da monitorare ogni movimento, anche se si fosse trattato di persone in cerca di un riparo dalla pioggia che stava scendendo su Londra. Qualcuno di tanto in tanto entrava, ordinava un caffè e usciva, ma di lui nessuna traccia.
Passò all'incirca un'altra mezz'ora, altre persone, altra pioggia.
Amelia sospirò. Forse quella di parcheggiarsi da Starbucks non era stata una gran idea, ma ormai aveva preparato il necessario e il barista aveva consentito ad aiutarla. Quando aveva ipotizzato la cosa le era sembrato un buon piano. Proseguì nella lettura, diventando sempre più impaziente. Si disse che se entro le 11:30 il ragazzo non fosse arrivato avrebbe trovato un altro metodo per incontrarlo, anche se quello che aveva ipotizzato lì nel caffè era perfetto per lui.
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Amelia's scribble
RomanceTutto ha inizio con un disegno. Perché è proprio un disegno quello che si trova Ewan, cantante degli Shards, nella tasca dei pantaloni al termine di un concerto. Due figure ben rappresentate su carta, lui e una ragazza e nessun indizio per risalire...