Capitolo 10: Allontanamento

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Non si era mai divertito tanto in vita sua.

Certo, c'era stato quel piccolo inconveniente della vittima di Papillon, ma alla fine la Danse de la Nature organizzata da Marinette si era rivelata un successo, e il video di Claude Anciel, che avevano visionato in anteprima proprio quel pomeriggio, ne era la prova.

Adrien aveva adorato poter collaborare con i compagni all' allestimento, per non parlare del fatto che per una volta tanto suo padre lo aveva lasciato andare e lui si era potuto divertire con i suoi amici, mangiare le leccornie preparate dalla madre di Alya, vestirsi a tema e persino ballare.

Ed era stato proprio durante la scena nel video del suo ballo con Marinette, che il ragazzo si era scambiato una veloce occhiata con l'amica.

Finora non si era mai soffermato a pensarci, però in effetti, vestita con l'abito creato da lei, con i capelli sciolti... bé, doveva ammettere che Marinette era proprio carina.

L'inizio non era stato dei più semplici perché lei aveva pensato che lui le avesse attaccato una gomma nella sedia del suo banco, ma poi, per fortuna, era bastato trovare l'occasione giusta per spiegarle e lei era diventata una sua amica.
Una sua cara amica, dovette ammettere con se stesso.

Nei primi tempi, a volte, non capiva cosa lei dicesse anche perché balbettava spesso, forse perché molto timida e insicura, ma col tempo aveva imparato a sorridere di questa sua goffaggine e ad accettarla per quello che era; anche perché, una volta rotto il ghiaccio, aveva scoperto in lei una ragazza molto creativa - e la Danse de la Nature ne era solo una delle innumerevoli prove - solare, sempre pronta ad aiutare gli amici e soprattutto allegra e sorridente.
Aveva quel sorriso così contagioso che non poteva non mettere di buonumore, e questa era una cosa che Adrien apprezzava moltissimo.

Anzi, ora che ci pensava bene, era stato grazie a lei, il giorno in cui si erano chiariti sotto la pioggia e lui le aveva prestato l'ombrello, che lei era riuscita a strappargli il primo vero sorriso dopo tanto tempo... dopo la morte di sua mamma...

Una volta finita la visione del video di Claude, tutti i compagni di classe erano in visibilio e poco dopo suonò la campanella che avvertiva che le lezioni pomeridiane erano terminate.

Quel giorno Adrien aveva le lezioni di scherma extra col professor D'Argencourt, per cui si diresse verso gli spogliatoi per cambiarsi e indossare la tuta.

Fu allora che, gettando uno sguardo dalla finestra che dava sulla strada, la vide: era inconfondibile nella forma e nel suo sbatter d'ali, solo che era diversa dalle altre.
Quell'akuma era bianca, ma aveva delle strane venature nere e viola, e quel che era peggio era che si stava dirigendo proprio verso il panificio-pasticceria accanto la scuola.

«Ma quella è casa di Marinette!» esclamò il ragazzo quasi incollando il viso sul vetro e seguendo la traiettoria di quella strana akuma.

«Presto, non c'è un minuto da perdere: Plagg, trasformami!» gridò al kwami dopo essersi accertato che non ci fosse nessun altro nello spogliatoio.

«Non si può mai stare in pace... almeno fammi finire il camembeeeeeert...» riuscì a sbuffare il kwami poco prima di essere risucchiato dall'anello.

***

"Fa' che non le sia successo nulla" pensò tra sé e sé l'eroe volteggiando con l'aiuto del bastone da un tetto all'altro.

In un attimo atterrò sul balcone dove non molto tempo prima si era sfogato con lei quella famosa sera in cui Ladybug non si era presentata all'appuntamento.
Non importava se era poco educato, Marinette rischiava di essere in pericolo, lui aveva intravisto l'akuma penetrare dalla finestra di camera sua; quindi spalancò la botola e urlò: «MARINETTE! STAI BENE?»

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