Capitolo 3: La promessa

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Forse era stato il discorso avuto con il Maestro Fu poco prima riguardo al fatto che dietro la maschera di Ladybug si nascondesse molto di più, forse era dovuto al fatto che per un attimo aveva avuto paura di perderla quando era stata intrappolata nell'ambra da Cristallisé, ma, subito dopo aver liberato la vittima da Papillon e aver purificato l'akuma, qualcosa lo fece scattare.

«Ladybug...» disse afferrandola dolcemente ma al contempo con decisione per un polso.

Lei si voltò leggermente preoccupata, fissandolo con quei suoi occhi azzurri e profondi come il cielo dopo la tempesta: «Chat Noir?»

Ah, quegli occhi...

«Ehm... ecco io... » iniziò a balbettare.

Ma cosa le poteva dire? Aveva già provato a esternarle i suoi sentimenti, lì su quel balcone dove aveva organizzato una serata solo per lei, ma lei aveva detto chiaramente che c'era un altro ragazzo.
Però lui non poteva farci nulla: lei era coraggiosa, in gamba, intelligente, altruista, creativa... completamente diversa da tutte le altre. Come poteva resisterle?

"Ricordati Adrien: Ladybug è pur sempre un'eroina... ma c'è molto di più in lei" gli aveva detto il Maestro Fu.

"C'è molto di più in lei."

Già...

Da un lato gli piaceva vivere quelle avventure con lei, essere gli eroi che risolvono sempre le situazioni e salvano tutti; ma dall'altro, ogni volta che la vedeva,  moriva di curiosità per sapere chi si nascondesse dietro la maschera.
Sapeva che non potevano conoscere le rispettive identità per non rischiare di mettere in pericolo i loro cari, però come avrebbe potuto capire cosa ci fosse di più in lei se non sapeva assolutamente nulla e non la conosceva al di fuori delle missioni?

«Ti andrebbe di vederci qualche volta? Così, per chiacchierare un poco... senza scendere nei dettagli, è ovvio...» riuscì a dirle infine.

***

Nel momento in cui Chat Noir la prese per il polso e lei si ritrovò a guardarlo negli occhi, il suo cuore ebbe un leggerissimo sussulto.

Non l'aveva mai guardata in quella maniera così seria e profonda prima di allora.
Anzi, no.
Una volta c'era stata, ovvero quando, sul balcone lui le aveva svelato i suoi sentimenti.

Fino ad allora lo aveva sempre preso per uno sbruffone e un dongiovanni; sembrava avesse sempre voglia di scherzare e non riusciva a prendere seriamente le sue avances che trovava, al contrario, piuttosto irritanti. 
Ma quella sera, quando lui aveva confessato a Marinette di essere innamorato di Ladybug, lo aveva rivalutato.
Aveva percepito la sua delusione quando l'eroina non si era presentata all'appuntamento e così aveva capito che i sentimenti per lei non erano affatto uno scherzo.
Tuttavia c'erano due grandi problemi di fondo: innanzitutto lei non conosceva lui e lui non conosceva lei, come aveva fatto a innamorarsi di lei senza sapere chi fosse? E se lei poi non fosse stata chi lui si immaginava? Senza contare il fatto, e questo era il secondo grande problema, che il suo cuore batteva per un'altra persona... Adrien...

«Chat Noir... io... non possiamo... dobbiamo proteggere le nostre identità così da proteggere le persone che ci sono vicine...» disse liberandosi dalla presa del partner.

Ormai i due miraculous stavano avvertendo da un po' che la trasformazione si sarebbe sciolta presto, quindi Ladybug lanciò il suo yo-yo per allontanarsi e ritrasformarsi in sicurezza; ma quando si voltò e vide che Chat Noir stava continuando a guardarla con quegli occhi verdi e intensi, quasi quanto quelli di Adrien, non seppe resistere.

«T- te lo prometto...» balbettò dandogli nuovamente le spalle «quando questa storia di Papillon sarà risolta, ti prometto che ti dirò chi sono...» disse sparendo poco dopo tra i tetti di Parigi.

Quando si sciolse la trasformazione, Marinette era riuscita a tornare appena in tempo nella stradina dove aveva abbandonato i rotoli di stoffa, quindi si era messa a correre a perdifiato verso la scuola.

«Tikki! Ma cosa gli ho detto? Come ho potuto fargli una promessa del genere?» chiese imbarazzatissima al kwami che si era rifugiata nella sua borsetta a sgranocchiare un biscotto.

«Bè, Chat Noir in fondo è un bravo ragazzo» la rassicurò Tikki pensando a chi si nascondesse realmente sotto la sua maschera «e non c'è nulla di male a rivelargli chi tu sia dopo aver risolto la faccenda di Papillon.»

«Si, forse hai ragione... ma se alla fine fossi una delusione per lui? Se fossi chi non si aspetta? Per non parlare che a me piace Adrien... n-non vorrei che ci rimanesse male...» arrossì la ragazza.

«Innanzitutto non sei affatto una delusione, abbi più fiducia in te stessa» le disse il kwami strappandole un sorriso «per quanto riguarda il fatto che a te piace Adrien, dovrai essere chiara con lui, merita di sapere la verità.»

«Credo di si... spero solo di non perderlo... chiunque sia, ci tengo molto a lui...» concluse Marinette ormai arrivata a scuola.

***

Era al colmo della felicità.

Ladybug gli aveva promesso che una volta sconfitto Papillon gli avrebbe rivelato chi fosse davvero: l'avrebbe potuta finalmente conoscere e lui le avrebbe mostrato chi fosse realmente e cosa provava davvero per lei e forse, così, lei lo avrebbe accettato e magari avrebbe persino ricambiato i suoi sentimenti.

Saltellando da un palazzo all'altro con l'aiuto del bastone, Adrien riuscì a tornare vicino all'auto poco prima che si sciogliesse la trasformazione e trovò il Gorilla che lo cercava preoccupato.

«Eccomi! Sono qui! Ero stato inglobato da uno di quei cristalli e sono rimasto imprigionato finché Ladybug e Chat Noir non hanno risolto la situazione!» inventò sul momento come scusa ricevendo come risposta un grugnito da parte del suo autista.

Salì in macchina per farsi condurre finalmente a scuola per le lezioni pomeridiane.
Poco gli importava di essere in ritardo, il solo pensiero della promessa di Ladybug gli provocava un sorriso che andava da una tempia all'altra.

«Guarda che così avrai una paralisi facciale...» lo prese in giro Plagg mentre masticava rumorosamente un pezzo di camembert.

«Oh Plagg, non ci posso credere! Hai sentito? Potrò scoprire chi è! Awww!!» rispose lui sognante.

«Si certo... ma prima dobbiamo scovare e sconfiggere Papillon, te ne sei dimenticato? Cerca di tornare al presente.»

«Si, giusto, hai ragione. Prima è meglio concentrarsi sul presente» concordò il ragazzo scorgendo la scuola dal finestrino dell'auto.

***

«Ehi amico! Tutto bene? Strano vederti in ritardo» gli sussurrò Nino all'orecchio, quando entrò di soppiatto nell'aula.

«Non me ne parlare... sono stato sorpreso dall'attacco di un akumizzato mentre venivo a scuola» si giustificò Adrien.

«Si, ho visto. Alya è riuscita a riprendere Ladybug e Chat Noir in azione mentre veniva qua. Dovresti vederla! È al settimo cielo!»

Adrien si voltò sorridente verso il banco dietro, ma notò che mentre Alya era al suo posto intenta a riguardare di nascosto il video che aveva appena caricato sul Ladyblog, Marinette non era ancora arrivata.

Era sul luogo dell'attacco dell'akumizzato, l'aveva vista poco prima e non aveva fatto in tempo ad aiutarla che si era dovuto subito trasformare e lei era sparita; poi aveva raggiunto Ladybug... avevano combattuto... e non si era neanche curato di vedere se stesse bene.
Si sentì subito in colpa.

«Alya» sussurrò rivolgendosi a lei «dov'è Marinette? Non è venuta?»

«Mi aveva detto che doveva prendere le ultime cose e che stava arrivando, ma conoscendola non mi stupisco che sia in ritardo» rispose la ragazza, esibendo un sorriso furbetto.

Alya sembrava piuttosto tranquilla, ma Adrien non poté fare a meno di preoccuparsi visto che l'ultima volta che l'aveva vista erano sotto attacco e poi lei era scomparsa lasciando i rotoli di stoffa per terra.

Dove era finita?

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