Capitolo 13: Trasformazione

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"Non permetterò mai che ti accada qualcosa... io ti proteggerò...Adrien!"

Erano in caduta libera, una caduta che sembrava stesse durando da un'eternità.
Da un lato Adrien, privato per un suo errore dell'anello del gatto nero, che stava precipitando e tendeva la mano verso l'alto; dall'altro Ladybug che, senza esitazione, si era gettata per salvare il partner, chiunque egli fosse, salvo scoprire che si trattava proprio di Adrien, la persona più importante per lei al mondo.

Ladybug allungò la mano riuscendo a intrecciare le dita di lui con le sue, per poi stringerlo forte a sé, e lanciare con l'altra mano libera lo yo-yo per portarlo in salvo.

***

«Ritrasformazione» mormorò Gabriel ritornando alle sue vesti civili.

C'è l'aveva fatta.
Aveva recuperato il Miraculous del gatto nero.
L'anello era ormai in suo possesso.

Metà del lavoro era fatta e adesso mancavano solo gli orecchini, ma prenderli sarebbe stato un gioco da ragazzi con Ladybug ridotta in quelle condizioni.

Accanto a Nooroo si materializzò Plagg.

«Dunque sei tu il kwami della distruzione... qual è il tuo nome, dimmelo!» ordinò l'uomo, e, poiché i possessori di Miraculous avevano un potere assoluto sui relativi kwami, quello fu costretto a rispondere.

«...Plagg...» mormorò a denti stretti.

«Molto bene, Plagg, ora che ho te, non ho più bisogno di questa» disse prendendo la spilla tra due dita «Nooroo, io rinuncio a te.»

Il kwami della farfalla fu risucchiato all'interno della spilla che Gabriel ripose nella custodia che portava sempre con sé.

***
Quando atterrarono in un parco vicino alla Torre Eiffel, lontani dalla vista di Papillon, Ladybug fece scendere il ragazzo, che si lasciò cadere su una panchina, mentre lei rimase in piedi, con lo sguardo volto verso la Torre.

Non aveva il coraggio di guardarlo in volto.

Chat Noir, il suo partner dalle battute terribili, quel ragazzo così impulsivo ed esibizionista, così tremendamente sbruffone ma anche leale, dolce, che non aveva mai esitato a battersi per lei o a proteggerla, che l'aveva consolata sempre quando ne aveva avuto più bisogno, sia nei panni di Ladybug che in quelli di Marinette...
Era sempre stato Adrien.
Il suo Adrien.

In quel momento provò un milione di sentimenti contrastanti.

Non aveva mai avuto il sospetto che Adrien potesse essere Chat Noir.
Adrien era dolce, gentile e a modo... chi se lo sarebbe mai immaginato che avesse anche quel lato così sbruffone? Eppure, con Chat Noir lei aveva sempre avuto una complicità unica, le bastava dargli qualche indicazione che lui riusciva a fare esattamente ciò di cui aveva bisogno, come se fossero sulla stessa lunghezza d'onda.
Per non parlare poi di quando, andando oltre ai suoi modi di fare, si era resa conto già da un po' che quel ragazzo era ben più di un esibizionista: era sveglio, dolce, leale, sincero...
Come aveva fatto a non vedere Adrien? Eppure era così evidente!

Ma ora c'era un problema ancora più grave: Papillon si era impossessato del suo anello, lei doveva assolutamente recuperarlo, altrimenti...

«Perdonami Milady» la riportò lui alla realtà «Non era esattamente così che mi immaginavo di rivelarti la mia identità» disse lui cercando di sdrammatizzare con uno dei suoi soliti meravigliosi sorrisi, seppur abbozzato «L-la verità è che mi sono distratto, io...» cercò di giustificarsi, mentre con la mano si grattava la nuca, ma non finì la frase che, guardando Ladybug, vide un'espressione davvero malinconica nei suoi bellissimi occhi azzurro cielo, quasi come se fossero scossi da una tempesta...
Molto simili a quelli di Marinette...

Chat Noir... anzi, Adrien... lui era semplicemente, meravigliosamente lui, il ragazzo che amava da sempre.

Lentamente, l'eroina gli si avvicinò e, chinandosi, lo abbracciò stretto, a dispetto della timidezza che l'aveva sempre contraddistinta quando si trovava dinnanzi a lui.

«M-milady?» balbettò Adrien arrossendo per quel gesto totalmente inaspettato.

«Recupererò il tuo Miraculous... te lo prometto» gli sussurrò lei a un orecchio.

Dopo di che sciolse l'abbraccio e cercando di abbozzare un sorriso che lo rassicurasse, lanciò lo yo-yo e si diresse nuovamente verso la Torre Eiffel.

Adrien la guardò andar via senza parole, completamente spiazzato.

***

Sia Papillon sia Ladybug sapevano che si sarebbero rivisti poiché entrambi volevano il Miraculous dell'altro.

Quando Ladybug atterrò tra le travi della Torre cercò di nascondersi il più possibile, ispezionando con lo sguardo ogni angolo, finché non vide di nuovo la sagoma di quell'uomo: era ancora in penombra e di spalle, quindi non poteva vedere di chi si trattasse, ma ciò che notò con gran preoccupazione era che l'uomo era detrasformato e all'anulare della mano destra brillava l'anello di Chat Noir.
Al suo fianco, Plagg, il kwami del gatto nero che lei aveva già avuto occasione di conoscere dal Maestro Fu, fluttuava a mezz'aria e stava mangiando del cibo, quasi controvoglia.

Un sussulto rivelò all'uomo la presenza di Ladybug alle sue spalle.

«Ladybug» disse con voce profonda «Sapevo che saresti tornata, per questo stavo nutrendo Plagg...»

«Papillon, ridammi il Miraculous di Chat Noir! Tu non sai che potere devastante...» iniziò l'eroina.

«Oh, so bene qual è il suo potere» sogghignò l'uomo voltandosi verso di lei e mostrando la sua identità.

Ladybug sbiancò.

«G-Gabriel Agreste...» disse coprendosi la bocca con le mani, mentre realizzava che Papillon era il padre di Adrien, di Chat Noir.

«Proprio io. Ma ormai non ha più importanza che tu lo sappia, Miss Dupain-Cheng, perché, vedi, adesso io mi prenderò il tuo Miraculous e ben presto il mio desiderio potrà realizzarsi. PLAGG, TRASFORMAMI!» urlò Gabriel, trasformandosi davanti all'incredula ragazza.

Quando il fascio di luce della trasformazione si dissolse, lasciò intravedere Gabriel Agreste con un completo nero, con una giacca che terminava con due punte e un panciotto dal quale fuoriusciva una catenina dorata. Sul volto, una maschera nera celava la sua identità, mentre, tra le mani guantate reggeva il bastone.

«C'è una notevole differenza» constatò rimirandosi l'anello «questo Miraculous è decisamente più potente della mia spilla... sento un potere immenso... sento di poter fare tutto adesso... la realizzazione del mio desiderio non è mai stata così vicina...»

L'uomo, con gli occhi verdi felini, si voltò a guardarla, mentre lei era ancora quasi paralizzata da ciò che aveva appena visto: «E adesso... DAMMI IL TUO MIRACULOUS!» gridò avventandosi contro di lei.

Something thereWhere stories live. Discover now