Il giorno dopo Ethan si svegliò per la prima volta con i postumi di una sbornia. Guardò il cellulare e si accorse che erano quasi le tre del pomeriggio. Stava per entrare nel panico quando si ricordò che era sabato, e quindi non aveva scuola.
Non si ricordava neanche che ora avesse fatto ieri sera. In compenso si ricordava perfettamente del bacio. Sbuffò e si rigirò nel letto, affondando la faccia dentro il cuscino. Aveva fatto la figura dello stupido, e probabilmente anche dell'imbranato; visto che a Thomas di sicuro sarà parso evidente che non aveva esperienza di baci. O di qualunque cosa avesse a che fare col sesso, a parte la masturbazione.
Decise di alzarsi e andare a bere qualcosa, aveva la bocca impastata e asciutta, e stava morendo di sete. Uscì dalla sua stanza e sentì distintamente la voce di sua madre provenire dalla cucina. Stava parlando con qualcuno, ma non capiva chi. Quando entrò nella stanza la persona misteriosa si rivelò essere Sonia.
"Giorno, eh? Finalmente ci siamo svegliati" lo salutò sua mamma.
"Giorno" rispose laconico. Non aveva per niente voglia di sentire il sarcasmo di sua madre appena sveglio.
"Sonia e venuta a salutarti. Ma dormivi ancora, e quindi ci siamo fatte una tazza di tè nel frattempo"
"Ciao Ethan. Divertito alla festa?" gli chiese la sua migliore amica.
"...normale" Sonia alzò un sopracciglio. Guardandolo accigliata da dietro la tazza di tè che stava bevendo. Ethan prese un bicchiere dallo scolapiatti e lo riempì d'acqua, bevendolo poi tutto d'un fiato. Sonia era palesemente arrabbiata con lui, e non faceva nulla per nasconderlo. Sua madre, capendo l'antifona, si defilò con una scusa e uscì di casa.
Appena sentirono la porta di casa chiudersi, Sonia sbottò:
"Credi che sia una stupida?" si era alzata in piedi e gli stava puntando un dito contro, accusatoria. Ethan indietreggiò. La ragazza era più bassa di lui, ma in quel momento sembrava sovrastalo.
"Sei arrabbiata perché ieri sera non ti ho invitata? Scusa, ma è stata una cosa improvvisa" si giustificò.
"Quello non centra niente" gli rispose, irosa "ma come fingi bene. Puoi anche chiamarlo per nome, sai?"
"Ehm...ok, Sue. Non sapevo neanch'io che sarei uscito fino a che non mi ha invitato Raggi, praticamente dieci minuti prima di andarci. Te lo giuro" le disse, cercando di convincerla. Sonia non gli rispose, continuando a guardalo male. "Ok...Sei arrabbiata con me, ma non capisco il perché" ammise, sincero. L'amica era davvero arrabbiata, ma in maniera davvero eccessiva.
"Ok, Ethan. Farò finta che tu davvero non capisca. Adesso ti do la possibilità di dirmi la verità. E se me la dici io cercherò di ignorare di averlo saputo tramite l'Instagram stories di Giovanni Poggi. E non tramite il mio migliore amico, che dovrebbe dirmi tutto, perché è, appunto, il mio migliore amico".
"Sonia, davvero non capisco. E poi chi cavolo è Giovanni Poggi?" chiese, davvero esasperato dalla situazione. Siccome non ci stava capendo niente, afferrò il cellulare della ragazza e aprì Instagram, cercando questo famigerato Giovanni. Trovato il profilo lo riconobbe come il proprietario della casa della festa della sera prima. Non guardò neanche il feed, e cliccò direttamente sull'icona del profilo, guardando le stories del ragazzo.
Le prime erano normali foto e video della festa. Ma quando arrivò alla quinta il respiro gli si bloccò.
"Oh" esalò, a corto di parole.
"Oh, già... quando avevi intenzione di dirmi che eri il ragazzo di Thomas Raggi?"
"Io..." stava continuando a guardare la foto che si trovava davanti. C'erano lui e Thomas che si stavano baciando. Erano seduti sul pavimento, con le bambe mezze incastrate tra di loro. Ethan aveva una mano sul fianco del ragazzo e l'altra appoggiata a terra, mentre il biondo teneva saldamente una mano tra i suoi capelli. Erano davvero avvinghiati in quella foto, la sera prima Ethan non si era accorto di essere così appiccicato al ragazzo. Non poté fare a meno di pensare quanto sembrassero belli in quel momento. Belli e veri, come se non stessero fingendo.
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Only A Fake - Måneskin
Fanfiction"Volevo chiederti un favore. Ma è una cosa un po'... particolare" disse, agitato. "Dimmi. Ti giuro che non ti giudico" "Ok, allora: vorrei che tu facessi finta di essere il mio ragazzo" quasi urlò Thomas. Ethan si bloccò di botto e smise di camminar...